SirFly scopre le sue carte e millikan deve abbandonare il tavolo. Ora sarà gara da "all-in"
SARA’ UN GRANDE BLUFF PER SCHICCHI!
Dinamo Schicchi inarrestabile: le lacrime annegano anche Bandula
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Bandula porta in salvo il proprio portiere |
Ancora
una volta è la dura legge della selezione naturale ad avere la meglio.
Annikilator e Bandula non si trovano al vertice della scala alimentare,
mammuth e Sirfly hanno più fame e zanne bianche come la luna sempre
pronte a rosseggiare del caldo sangue avversario. Il che fa riflettere:
alla fine è come se vincesse il cattivo. Strano che nei film non sia mai
così, ce ne fosse uno nella mia raccolta di dvd in cui vince l’infame.
Ok, magari dovrei provare a non guardare solo video hard, ma vi assicuro
che i malvagi ci sono pure lì. E trombano pure!
Qualcuno dovrà
spiegarmi un giorno perché se siamo una società civile, quando è ora di
dimostrarlo si affilano le lame! Non lo ritengo corretto, è il solito
predicare bene e razzolar male. Vedremo se questa finale sarà un inno al
tarallucci e vino o l’ennesima riprova che appena c’è da mostrare chi
ce l’ha più lungo tutti pronti a fronteggiarsi (io non partecipo, le
misure le prenderà lucaparo... e non col metro!). Ma poi, diciamocelo
chiaramente: chi vuole vedere una finale con due vincitori? La
competizione ce l’abbiamo dentro, così come la selezione naturale! E
allora alzate le gabbie, che entrino i leoni! Questo vale per i
finalisti. Tutti gli altri si ricordino il peace and love, il volemose
bene, il fare beneficenza ai bisognosi. Quest’ultima soprattutto per le
donne.
Dinamo Schicchi - Bandula F.C.
Knock,
knock, knockin' On Heaven's door... Eh, sì, si bussa. Si bussa per
farsi aprire la porta del Paradiso, si bussa per farsi aprire quella
soglia che conduce alla finale. E non una finale qualsiasi, macchè; è la
finale della XIII edizione della Coppa Petrella. Mica pizza e fichi.
Siamo
a Palermo, all'Arena I Pecoroni, in un'afosa (eh?) serata di febbraio. A
battere le nocche sulla porta del Paradiso ci sono la Dinamo Schicchi e
il Bandula F.C. Due belle squadre, due manager che sanno cosa vuol dire
gasare. Ma chi busserà più forte alla porta del Paradiso?
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la bambola cinese sosia di mammuth |
Gli
addetti ai lavori si sono già espressi. Se non sarà l'anno di
Stoppardi, nè l'anno degli Indiani Metropolitani, sarà necessariamente
l'anno dello Schicchi-bis. E anche gli spalti sembrano confermare questa
previsione, con i supporters sardi più in palla tra cinghiali arrosto e
litri di ichnusa, e i tifosi lombardi a mangiar polenta liscia, senza
nemmeno un funghetto. Eppure, i manager dei due team ribaltano questa
idea; Bandula ben seduto al suo posto, voglioso di fare lo sgambetto al
favorito, osserva i suoi schierarsi nell'iperoffensivo 2-5-3 con
Messuti, Gecele e Minicucci a comporre un tridente dal grandissimo
potenziale. Mammuth invece non c'è; al suo posto una di quelle bambole
d'importazione cinese che piangono a dirotto appena togli loro il
ciuccio.
Da notare il fatto che un buon 80% dei presenti non ha notato la differenza almeno fino alla mezz'ora di gioco.
Una
mezz'ora di partita completamente dominato da Bandula, dall'indemoniato
Messuti e da Angel Duarte, l'autore del vantaggio lombardo. Gioia
grande, ma effimera. Sette minuti dopo l'1-0, la Dinamo Schicchi trova
pareggio e sorpasso in poco più di 180 secondi grazie alle reti di
Poschl e Werkhoven; meglio evitare di descrivere le praterie che Bandula
lascia nella sua zona difensiva, basti dire che l’area lombarda pareva
il set di “Tè nel deserto” di Bernardo Bertolucci.
Ma
la squadra del settentrione non ha alcuna intenzione di mollare, e
bussa un'altra volta con Gecele che, rapido come una faina, insacca un
pallone che aveva colpito il montante. E' il minuto 40. Che il primo
tempo possa concludersi in pari? Giammai, e il gol che la Dinamo
Schicchi trova a un minuto dalla pausa non è una semplice bussata, ma un
uppercut alla Balboa ad una porta che vacilla pericolosamente. E non è
solo la porta del Paradiso ad accusare, è soprattutto Bandula a subire
psicologicamente la batosta, come sarà chiarissimo nella ripresa, dove
la squadra in svantaggio sparisce letteralmente dal campo lasciando in
mano alla Dinamo il pallino del gioco. E la Schicchi, equilibrata nel
suo 3-5-2 dalle fasce possenti, non fa altro che sfruttarlo mandando in
gol per due volte un Antonino Maggiore sempre più vicino al leggendario
fratellone Timothy. Altri due colpi di nocche, e la porta della finale
si apre.
Mentre
Bandula lascia lo stadio un po' deluso ma fondamentalmente soddisfatto
del suo stragasante percorso, mammuth - ricomparso al termine del match,
e anche qui l'80% dei presenti non si è accorto per un bel po' della
sostituzione del bambolotto, almeno fino a quando il preistorico non ha
festeggiato la vittoria con un atto impuro perpetuato ai danni di un
paio di tifose palermitane - mammuth, dicevamo, oltrepassa la soglia del
Paradiso, camminando verso la fulgida luce della finale. Dinamo
Schicchi-Bluff Country. Che vinca il migliore.
Bluff Country – Annikilator
Eccoci arrivati alle attese semifinale della XIII edizione di coppa
Petrella! Oggi vedremo fronteggiarsi la squadra di SirFly_McMai e
Millikan. I tifosi si sono attrezzati di crema solare per la partita, ma
in realtà si ritrovano 1 metro di neve al comunale “Filippo Raciti” a
Palermo. Le squadre si fronteggiano con due formazioni super-offensive:
un 3-4-3 contro un 2-5-3.
Pronti?
Via! Le squadre si studiano per il primo quarto d’ora, ma Bluff al
15esimo mette la testa fuori dalla propria area e Jacob Timson la piazza
lì dove il portiere non riesce ad arrivare. La panchina non riesce ad
esultare che Annikilator pareggia i conti con Stein Holm che buca
centralmente la difesa avversaria.
Dopodiché
è da segnalare una buona occasione per parte con Paolo Visona e Don
Wiebes più pericolosi di tutti, ma non fanno altro che procurare grandi
spaventi ai portieri avversari. Al 32esimo, Bluff Country subisce un
calcio di punizione, ma il mister deve aver studiato molto gli avversari
in quanto i suoi giocatori difendono egregiamente e con un contropiede
rapido riescono a ribaltare la situazione procurandosi un calcio di
punizione dal limitare dell’area avversaria. Il tiro che ne consegue
risulta fiacco e fuori dallo specchio della porta, e sembra sprecato.
Ma è in realtà un'idea studiata a tavolino – la traiettoria sbilenca
viene tramutata in un cross verso Gabriele Petrella, appena uscito dal
Centro Benessere e appostato in area ad attenderla. Ed è il 2 – 1 che
permette al giovane Gabriele di continuare il sogno di impadronirsi
della coppa con il suo nome.
Nella
pausa fra il primo e il secondo tempo gli allenatori danno una
svegliata ai giocatori distribuendo i cataloghi con le schede tecniche e
la localizzazione delle mignotte della zona che sono pronte ad
attenderli in caso di vittoria. Millikan deve aver avuto i contatti
migliori in quanto al 49esimo pareggia i conti spedendo in porta Ulf
Robertsson.
I
giocatori di Annikilator, galvanizzati dal pareggio istantaneo,
spingono cercando il terzo gol per i seguenti 15 minuti, ma si
sbilanciano troppo, lasciando le terga scoperte e ampi margini di
manovra alla Bluff Country. Infatti tra il 70esimo e l’82esimo si apre
il sipario del McMai Show con 4 gol in fila realizzati da Jacob Timson,
Andrie Sluiters e da Edgardo Pancrazi, un pensionato che passava di lì
per caso e che si ritrova invece autore inconsapevole di una doppietta.
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SirFly esulta e se ne và sul 6-2 |
A
questo punto il punteggio è fisso sul 6-2, SirFly convinto di essere a
Wimbledon esulta e saluta i giudici di linea e il pubblico del centrale
andando verso gli spogliatoi assieme alla propria squadra... millikan ne
approfitta subito e con una reazione d’orgoglio getta la squadra
all’attacco; tattica opportunista che non trova opposizione e permette a
Ulf Robertsson di piazzare due volée vincenti che gli valgono la gloria
personale di un bell’hattrick e il 6-4 finale che consente all'annikilator di salvare la faccia.
Una
partita tesa, spettacolare, piena di colpi di classe e gol che
sicuramente è valsa il prezzo del biglietto. Da segnalare anche
l’infortunio di Gianfranco Moneta che paga dazio al 78esimo per Bluff
Country, una brutta tegola per il manager trevigiano che sicuramente
peserà nella finale della coppa più amata d’Italia.
Inutile
dire che i festeggiamenti con le mignotte della zona, a cui hanno
preso parte entrambe le squadre, gli arbitri, telecronisti, dirigenti,
allenatori, tifosi etc… sono durati tutta la notte tra Black Jack,
roulette e fiumi di rum.
Principe per una notte
Perché a questo punto la corona se la piglia tra 7 giorni
Edgardo Pancrazi nasce in un luogo non meglio precisato 29 anni fa.
Nessuno
sa chi sia la madre: il piccolo, di appena 2 giorni di vita, viene
infatti abbandonato davanti ad un convento di suore orsoline dedite alla
madonna insanguinata di Tampax, che si trova al confine tra l'Arkansas,
il Nebraska e il Molise.
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il piccolo Edgardo al suo arrivo in convento |
Un
biglietto messo all'interno della cesta in vimini sanciva il nome di
battesimo del piccolo Edgardo: "sono la madre del bambino, ma non ho un
lavoro e non ho i soldi per mantenerlo. Vi prego, abbiatene cura, perché
merita tutto l'affetto del mondo. Il padre è morto mentre faceva
immersioni al largo di Capri, fatto a pezzi dalle eliche di una nave di
crociera Napoletana. Vi chiedo solo una cortesia, chiamatelo con il nome
che ho scelto io e che mi ricorda il papà: Anale a secco."
Le
suore, poiché il loro ordinamento ammette l'anale solo con
l'accompagnamento di sabbione e ghiaia intinto nel miele di castagno,
decisero di cambiare il nome in Edgardo, che ricordava tanto quel bravo
ragazzo olandese con quegli occhiali un po' retrò che tutte le settimane
passava in convento per insegnare alla religiose l'uso della mazza.
Il
ragazzo cresce bene e forte, ma l'ambiente di clausura ne soffoca le
velleità artistiche confondendolo oltremodo in una chiara identità
sessuale: la mancanza di una figura paterna si fa sentire, e
l'allontanamento dell'Olandese Edgar dall'Italia fa il resto, rendendo
il giovane completamente assessuato ma abilissimo nello sperlinamento di
rosari e nella lettura delle sacre scritture.
Raggiunta
la maggiore età, decide di confrontarsi con il mondo esterno,
abbandonando il convento non prima di aver sterminato ad una ad una le
povere suore solo perché una vocina nel sonno glielo aveva detto.
E'
nel calcio che il piccolo Edgardo trova la sua valvola di
sfogo,trovando un ingaggio in una squadra: non è dato sapere quale sia
questa squadra anche perché, non appena si leva i calzini croccanti
negli spogliatoi, ammazza l'intera rosa rendendo un bot il suo primo
club professionistico.
Le
conseguenze sono scontate: Olanda, Polonia, Spagna, ancora Polonia,
Uruguay, sono le tappe di una fuga ad oltranza dalla legge, nel
tentativo di sfuggire all'accusa di omicidio plurimo volontario ma anche
alla richiesta da parte del giudice Chanteclaire di scoprire l'ebbrezza
dell'igiene personale e del sapone intimo al profumo di Marsiglia.
L'odissea
di Edgardo si conclude in terra sudamericana quando un manager
salentino, Astro R., durante una battuta di caccia nella pampa alla
ricerca di giovani skillini merinos, lo incontra e ne rimane folgorato.
L'olezzo
al roquefort, l'alto grado alcoolico, il capezzolo turgido e invitante
sono un chiaro segnale che il giovane Astro coglie al volo: è l'anima
gemella, la spranga che ha sempre cercato, il buco nero in cui affogare i
dispiaceri di una squadra bannata a vita e una calvizia galoppante che
presenta il conto anzitempo, la dolce metà da presentare all'amico
Lucaparo.
Il
resto è storia nota: l'intermediazione dell'amico Flavio, il rientro in
Italia con documenti falsi, le presenze in Petrella per non destare
sospetti e il nido d'amore bolognese che fiorisce di passione e
sentimento: per Pancrazi è un nuova vita, la felicità tanto cercata che
lo rende finalmente un uomo libero e sereno, tanto da renderlo persino
un calciatore quasi vero. Chiedete a Millikan se non ci credete.
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Caffè scorretto
(una rubrica ottimizzata per i motori di ricerca)
Ormai
siamo alla finale di Petrella, i bambini sono a letto con i loro sogni
innocenti popolati di nani battoni e sodomiti che gremiscono gli spalti
degli stadi palermitani mentre una sexyguardalinee sgambetta sull'erba e
sventola in faccia a un recidivo Tippete, ricascato ancora una volta
nella cocaina, un cartellino rosso con la foto al mare di Maria Giovanna
Elmi nuda e quindi, visto che queste giovani anime innocenti dormono
abbracciate ai loro orsetti del cuore - dicevo - possiamo finalmente
confidarcelo: a chi non piacciono i culi grossi?
Proprio
ieri ero a fare il mio solito giro di ricognizione sui viali, alla
ricerca di donne che anche loro avessero letto Edmondo De Amicis e che
in virtù di questa innegabile affinità intellettuale fossero disposte a
farmi uno sconto sui canonici 50 euro accettando un invito a venire da
me a bere qualcosa di caldo per parlare del più e del meno ma
soprattutto dell'incolmabile dislivello ontologico che separa uno sconto
da un'ammucchiata.
E'
così che ho incontrato S., una simpatica ragazza dalla vagina sporgente
(badate bene sporgente, a scanso di equivoci, niente ‘’sorpresine’’ era
solo sporgente, ndr).
S., dicevo , una tenera ragazza d'altri tempi e anche piuttosto
nostalgica, a giudicare dalla sua passione per le vecchie telecronache
di Bruno Pizzul e per il bondage vintage. Dovevate vedere la sua faccia
stupita quando a casa mia le ho servito degli shottini di crema di
gianduiotto nelle mie tazzine del caffè a forma di cazzo! S. non aveva
mai visto prima la crema di gianduiotto, da non crederci.
La
serata procedeva bene e dopo un po’ i nostri corpi e le nostre anime
erano stretti stretti e teneramente intrecciati come quelli di due
gemelli siamesi incestuosi e inseparabili prima dell’operazione in cui
uno dei due inevitabilmente dovrà soccombere (speriamo lei).
La
finale di Petrella era alle porte, non c'era tempo per il romanticismo;
lo scontro epico tra Dinamo Schicchi e Bluff Country rivendicava le
giuste attenzioni; anche lì, uno solo sarebbe sopravvissuto. A questo
punto una sola domanda, come un’ossessione, popolava la mia mente e
quella di tutti gli appassionati: che cosa collezionava Otto von
Bismark?
Questo
testo è stato scritto utilizzando le chiavi di ricerca con cui più
frequentemente gli avventori occasionali arrivano a questo blog e,
quindi, per aumentare il flusso di depravati verso questa piattaforma.
Se vi interessano le statistiche del blog (o se siete dei depravati), potete trovarle su questo link.
LA FINALISSIMA: un’analisi inutile
In
tema filmografico, Dinamo Schicchi - Bluff Country è roba da cineteca.
Ed è proprio con la cineteca che vogliamo presentare questa finale,
perché sebbene molti di voi lettori siano abituati a vedere solo film a
luci rosse, e da quando hanno scoperto youporn non si avvicinano più ad
un cinema neanche a pagarli (a meno che non ci siano mignotte da pagare,
beninteso), altri coglieranno al volo i riferimenti con la stessa
facilità con cui Eva Henger coglieva qualcos’altro.
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il manager sardo comanda le operazioni |
Cominciamo
da mammuth: sembra Dziga Vertov, è l’uomo con la macchina da presa, che
gira per Palermo e segue sornione tutto quello che succede in Petrella,
dall’alto della sua stessa squadra, che sembra averne più di tutti. Ed è
qui che si manifesta la sua obiettiva parzialità: non dovrebbe
intervenire e registrare solo quello che succede, ma decide lui cosa
registrare, e soprattutto come. Gira le riprese saltando il suo
spogliatoio, per vedere quello che succede nello spogliatoio avversario,
ma in fondo nemmeno gli interessa, è lui che comanda, è lui che dirige
la presa, e se Bandula prova ad affondare di prepotenza, lui molto
abilmente cambia inquadratura e il possesso palla diventa suo, e
prosegue indisturbato verso il sogno del bis.
SirFly
invece si deve accontentare della commedia all’italiana,
sfortunatamente nemmeno scollacciata: niente Edwige Fenech nuda per lui
(qualche mignotta sì, ma purtroppo non ce le mostra), il nostro Asso
decide di farsi la partitella col marsigliese millikan e cogliendo
abilmente il suo nervosismo, lo riduce a contendente per il terzo posto.
Ora vedremo se l’ultimo superstite del salottino bolognese riuscirà a
calare l’asso nella manica anche contro mammuth, o se in ogni caso la
sua partita sarà giocata come contro il marsigliese o come contro il
buon Dio... di certo c’è che per chi uscirà sconfitto, pioveranno santi e
madonne.
Un
solo ostacolo prima di arrivare al traguardo, una strettoia lungo la
quale una sola sarà la corazzata che passerà indenne i mitragliatori che
si trova di fronte. Questa è Petrellaaaaaaa!
La gufata finale: analisi tennico-tattica
I
due contendenti arrivano alla finale con lo spettro della retrocessione
sulla chiorba: se SirFly è già sicuro di dover ripartire dalla serie
inferiore, Mammuth dovrà affrontare sabato uno spareggio-salvezza quanto
mai ostico, che potrebbe distogliere energie ed attenzione dalla
finalissima. L’avversario è un CAista, e quindi il preistorico potrebbe
anche evitare un mots altrimenti scontato, ma sicuramente non c’è
felicità in casa Schicchi per il sorteggio.
Schicchi
ha il suo punto di forza in un centrocampo granitico, che non dovrebbe
quindi essere scalfito da eventuali mots avversari; la difesa non è
certo granitica ma sicuramente rappresenta un ostacolo difficile da
superare, mentre l’attacco si concentra sulle fasce, dove pure non
raggiunge valori trascendentali. Nonostante questo, l’attacco sardo
sembra in grado di sfondare le difese non irresistibili di Bluff
Country, un team che fa dell’equilibrio il suo punto di forza. Bluff
potrà scegliere se sfidare mammuth a centrocampo, optando per un
offensivo 2-5-3, oppure coprirsi un po’ con un guardingo 3-4-3. Mammuth,
di contro, ha molta più scelta, potendo passare dal 4-5-1 al 2-5-3,
passando per il 3-5-2. Sulla carta la partita non ha storia, ma vediamo
cosa ne pensa il
 |
il nostro sensitivo vede in anticipo la finale |
Pendolino della finale!
Pronti
via, stadio stracolmo, squadre infiammate, ospiti d’eccezione in
tribuna, presidenti avvinghiati a mignotte della zona, capitani pronti a
guidare le rispettive squadre, splendida coreografia da parte delle
tifoserie: non succede un cazzo per venti minuti buoni. Il pendolo
proprio non si muove, vedete come sta fermo e si fa i cazzi suoi?
Probabilmente si domanda come minchia è successo che un’istituzione come
lui sia stato soppiantato da un mollusco della ceppa. Rallegrandosi al
contempo per la sorte del suddetto, ovviamente andato alla ricerca di
patate come tutti i gasatori che si rispettino, ma finito in tutt’altra
situazione. Attenzione però, all’improvviso il pendolo si muove, forse a
causa del fatto che il tipo che lo regge finalmente si ricorda di
doverlo anche muovere, perchè sennò col cazzo che si muove da solo.
Cerchi larghi, perfettamente regolari, rimandi ai cerchi nel grano:
vantaggio schicchi, 1-0! Antonino Maggiore porta in vantaggio i sardi!
Ma Bluff Country non ci sta, e sfiora il pari con Petrella, grande
parata del portiere di schicchi che ora non mi ricordo come si chiama e
non ho voglia di guardarci. Bluff insiste alla ricerca del pari, ma a
centrocampo domina schicchi: passaggio sulla destra e 2-0 di Poschl. A
questo punto i giocatori di Schicchi abbassano il ritmo e si concentrano
a contenere gli avversari. Il pendolino però non gradisce, come si nota
chiaramente dall’andamento ondivago e infastidito, che solo ad un
occhio non allenato pare esattamente identico a prima: è Giannone il
sottocuoco a segnare il 2-1 che riapre la partita. Il match si infiamma,
mammuth pure, il gol preannuncia una battagli immediata: magari dopo,
fine primo tempo. Possesso schicchi al 56%.
Secondo
tempo spumeggiante: dopo appena 5 minuti viene concesso a schicchi un
rigore rubatissimo, a dimostrazione definitiva della fede juventina di
mammuth. Maggiore tira un cazzotto al tiratore designato, che deve
uscire per infortunio: “lo tiro io”! Palla al capitano Timothy in
tribuna, il risultato non cambia. Passano altri 5 minuti e Maggiore
completa la sua splendida giornata atterrando Dussol in area di rigore:
l’intervento è così duro che si infortuna anche il medico accorso per
soccorrerlo. Dussol esce per infortunio, non prima di aver ricevuto un
giallo per simulazione. Mammuth riceve una telefonata di complimenti da
Moggi e Giraudo, mentre Del Piero gli promette la maglia autografata che
sognava da tanto tempo. Schicchi non si accontenta del 2-1: Soldi e
Misterek portano il parziale sul 4-1. Arrembaggio finale di Bluff
Country, ma c’è solo la soddisfazione del 4-2 segnato da Gabriele
Petrella. Finisce 4-2: Schicchi campione, per la gioia di tutti i gobbi
del mondo!
 |
martedì 14 febbraio ore 19.10 - i pecoroni arena |
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Un dì, s'io non andrò sempre gasando
di blog in fed, nú vedrai seduto
su la tua pietra, o Petrel mia, cantando
l’ardor del tuo millikan caduto.
SirFly può sol con buona sorte,
goder di te a trionfo avvenuto:
Ma pur Bandula a te facea la corte
e se ne torna a casa mesto e muto.
Sento gli avversi Numi, è la Gallura
che al roster tuo oppone il carasau,
s incute col proceddu gran paura.
Questo non tanto come il cannonau!
“versi” possenti, che l’ora si fa dura
Vediamo chi ruggisce e chi fa bau…
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Oltre la Petrella: perchè chi vince se ne va lontano...
COPPA DELLE COPPE:
FINISCE L'AVVENTURA DEL DEPOR
E martedì prossimo supercoppa di federazione con la Taverna di Boe
 |
il Deportivo arriva al capolinea |
Un
po' a sorpresa, un po' no, il Deportivo Donkaiserzauker finisce la
propria avventuara in Coppa delle Coppe. Nella semifinale contro
Idioteque, campione della Coppa Oltremella, un Depor forse sazio della
promozione diretta in seconda serie si fa sorprendere da un ottimo
contropiede schierato dal suo avversario in modo impeccabile.
Succede
tutto nel primo tempo: si capisce che non sarà una passeggiata quando
al 20' Drenthen sorprende la retroguardia esorcistica portando il
risultato sull'1-0. La reazione del Depor è sterile, e dieci minuti più
tardi è Pisano (ironia della sorte...) a fissare il risultato sul 2-0.
Segni del destino? La partita sembra chiusa, ma a riaccendere la
fiammella ci pensa prima Vanoverschelde, che con un capocciata in pieno
volto a Ravera lascia Idioteque in dieci uomini e il Depor senza uno dei
suoi migliori giocatori. Passa poco che Amadi, con il gol del 1-2 poco
prima dell'intervallo, riapre la partita. Nel secondo tempo Idioteque
opera alcuni cambi che gli permettono di rendere meno asfissiante il
pressing del Deportivo e resistere senza particolari affanni ma anzi
rendendosi pericolosi con contropiedi e tiri dalla distanza che comunque
non mutano il risultato.
Tutto
sembra filare liscio almeno fino agli ultimissimi minuti, quando un
rigore dubbio concesso al Depor potrebbe portare le squadre in parità
nuovamente: ma l'espertissimo Christensen si fa prendere da un
sorprendente attacco di panico e spreca sparando alle stelle la grande
occasione. Finisce quindi 2-1, col Depor e la Coppa Petrella che
salutano la competizione, non senza qualche rammarico, ma onore a
Idioteque che con un roccioso contopiede è riuscito a resistere senza
particolari problemi anche in dieci uomini.
Nell'altra
semifinale, a gioire, è longdongsilver, campione della Franco Baresi
League, che con un perentorio 3-1 spazza via Bagicalcupo al termine di
una partita dai notevoli spunti tecnici. Due ottime squadre che hanno
fatto dell'equilibrio e della compattezza le loro armi principali, dando
vita a un match molto bello e tirato. Le valutazioni viste in queste
semifinali, comunque, rendono onore a una Coppa delle Coppe alla sua
prima edizione, sì, ma piena di spunti interessantissimi.
Martedì
prossimo saranno quindi la Franco Baresi League e la Coppa Oltremella a
contendersi lo scettro della Coppa Regina della stagione 47: a
longdongsilver e Idioteque i nostri migliori in bocca al lupo!
Martedì
prossimo, inoltre, verrà anche disputata la Supercoppa di Federazioni
fra la Taverna di Boe e Quelli che Stragasano: il campione della coppa
della Taverna, Quelli di Decima (in realtà squadra di V serie molto
molto attrezzata), se la vedrà col nostro Mirari e la sua AC Magia,
vicecampione della scorsa Coppa Petrella. Anche qua ci aspettiamo
spettacolo e di riuscire a portare a casa almeno questo trofeo dopo la
dolorosa eliminazione dalla Coppa delle Coppe!