Non bastano due brecce nel muro issato da Mammuth, la coppa vola in Sardegna
Siveri seppellisce l’ascia indiana: Petrella alla Dinamo Schicchi
Raspiduo al bronzo nella finalina dopo un cammino da Fonzie.
A cura della redazione
Una lunga discesa verso la follia hattrickiana. Questo è stato il percorso dei due finalisti, chiuso con l’apice di una partita equilibratissima dove poteva succedere di tutto, a sottolineare che probabilmente, se la coppa potesse essere smezzata, mai come quest’anno i due manager se la meritavano. Follia hattrickiana perchè Sante, come il colonnelo Kurtz in Apocalypse Now, ha perso la testa iniziando a fare compravendite sonore già dai quarti, accecato dall’idea di portarsi a casa la coppa. D’altro canto Mammuth, come il colonnello Willard, risalendo il fiume alla ricerca di Kurtz si è ammalato della stessa follia. Ecco che un lunedì qualunque di metà Luglio si è trasformato in un delirio di Mammuth, che affetto da Petrellite acuta rilancia e si aggiudica due magici a centrocampo, su cui c’era l’offerta degli Indiani. Ma non finisce qua, gli Indiani con il dente avvelenato piazzano tre colpi al martedì mattina, compreso un nazionale serbo divino in regia, a confermare che ormai non c’è più limite. A chiudere il cerchio ancora Mammuth, con un extraterrestre in difesa acquistato nel pomeriggio. Pazzia dunque, soldi su soldi spesi per una sola partita come mai era successo prima, e valutazioni completamente al buio per i due partecipanti. Tutto ciò a confermare un delirio mai celato, condito da atteggiamenti schizofrenici dei due presidenti verso la comunità: dallo stizzito celodurismo per ignorare le critiche di inizio settimana, al silenzio permaloso in modello bimbo che fa le bizze, alle accuse reciproche sulla gestione del mercato last minute, al solito teatrino di promesse da marinaio di Mammuth, per guadagnare anche quel centimetro in più in vista della partita. Partita che poi spazzerà via quest’atmosfera surreale.
(In foto i tifosi di Dinamo Schicchi rimasti fuori vogliono il sangue di Apples, reo di avergli venduto i biglietti falsi)
(La mascotte della finale: ha consegnato lui la Coppa a Maggiore)
Al “Bottecchia” in Friuli, lontano dalle pressioni della finale si è giocata Bluff Country-Raspiduo. Vigilia completamente diversa dalla finalissima, con presidenti rilassati e scambi di battute al miele, per due squadre ben consapevoli di aver fatto un ottimo cammino e di aver dato tutto. Il clima sereno e amichevole si è trasferito anche sul campo, dove invasioni continue e pacifiche di signorine in nudo integrale e giovanotti col fiasco di vino in mano hanno fatto da cornice alla giornata friuliana. Tra primo e secondo tempo addirittura si sono visti barbecue in mezzo al campo con bistecche, salsicce e tavolini da pic nic, il tutto condito da un dj ben istruito nel mettere canzoni da sagra, per la gran gioia dei due presidenti visibilmente paonazzi in volto. In questa cornice da scampagnata la partita non poteva che essere un inno ai buoni sentimenti, con fair play, strette di mano e toccate varie di culo alle signorine intente alle invasioni di campo. In questo tripudio di volemose bene la difesa della Bluff Country ha perso di vista prima cabaco e poi certeiro, per un 2-0 Raspiduo in 10 minuti. Il resto della partita tra bottigliette di vino camuffate da gatorade tirate in campo ai giocatori e folklore vario non ha regalato che un’abbronzatura ai 1275 tifosi (accorsi più numerosi che alla finale) e un altro gol di Raspiduo. Triplice fischio, saluti e baci, grandi abbracci e pacche sul culo per queste due squadre che hanno onorato alla grande la coppa, ponendosi subito al di sotto delle formula uno a becchime impegnate a “La Fenice”. La medaglia di bronzo va a Raspy, meritatamente, per aver condotto una petrella fantastica da matricola, eliminando uno ad uno molti dei team dell’elite petrelliana, senza perdere concentrazione nella finalina. Ma anche sirfly dal canto suo, non ha demeritato e con questo quarto posto si instaura sempre più nel gotha della coppa.
(Barbecue a fine primo tempo durante Raspiduo-Bluff Country)
Con Timothy Maggiore che alza il trofeo al cielo di Bologna, per un martedì sera regina del calcio italico, si chiude l’edizione VIII della Petrella.
Un’edizione contraddittoria, che ha rischiato di non nascere, che doveva essere balneare e invece ha fatto registrare picchi mediatici e tecnici.
Un’edizione vissuta con un trasporto tale da risultare la più polemica dalla nascita della coppa: con accuse, scambi acidi, manager impermalositi, silenzi stampa e socate epiche.
Un’edizione molto politically uncorrect, con l’inizio nonostante la linea presidenziale di fermare il carrozzone per una stagione, con uno svolgimento caratterizzato dall’ingente e contestato acquisto dei polli in qua e là e con un finale scandito dalle criptiche parole dello sconfitto: “La linea, comunque, è stata tirata, come promesso”.
Un’edizione che senza tanti rigiri di parole ha travalicato quel clima scanzonato e perculatore di sempre, sfociando troppo spesso in scambi acidi ed offese con falso sorriso di circostanza, creando un clima pesante che difficilmente si era respirato finora nella comunità.
Che la coppa sia diventata come l’anello? Un richiamo talmente forte da annebbiare il raziocinio e rendere i manager disposti a tutto? Con questo interrogativo la comitiva se ne va in ferie, dalla vostra redazione un augurio di buone vacanze e un invito a prendersi un pò meno sul serio, ricordando che lo stragasamento è uno stile di vita.
Complimenti a Mammuth per la bella vittoria !
RispondiEliminacomplimenti anche a sante per le valutazioni da capogiro...
mi offrirete da bere entrambi ok? hahahaha