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venerdì 8 giugno 2012

Finale - Coppa Petrella XIV

Dopo aver raggiunto la terza serie, il preistorico ottiene anche la Petrella
PER SCHICCHI E’ UNA TERZA ABBONDANTE!
un ottimo raspy76 vende cara la pelle ma deve inchinarsi a cotanta abbondanza
Siamo giunti quindi all'epilogo di questa QUATTRODICESIMA edizione della Coppa Petrella, un edizione caratterizzata dal dominio del nuovo cannibale ma un'edizione segnata anche dall'affacciarsi di nuove terribili matricole. Sfacciate e stragasanti, incuranti della serie d'appartenenza, hanno dato battaglia fino alla fase calda...in cui si sono sciolte come la cacarella prima dell'esame di maturità. Una maturità dimostrata invece fino alla fine dall'outsider di turno, un gasatissimo raspy che ha fatto tremare anche il favoritissimo mammuth con la sfrontatezza che è tipica di chi non ha niente da perdere. Un risultato finale scontato per mammuth che, eliminato l'avversario più temibile agli ottavi, è arrivato rilassatissimo all'appuntamento con la storia. Un risultato però in bilico fino alla fine anche grazie ad un avversario dimostratosi meno materasso di quanto potesse prevedere anche il miglior Mastrota (o le zizze dell'Estrada) e grazie forse anche al campo di gioco al limite della praticabilità vista la quantità di lacrime di coccodrillo versate dal manager sardo prima dell'inizio del match. Vi lasciamo ora alla lettura dell'editoriale, confidando che nel frattempo qualcuno di voi possa aver trovato dov'è localizzata la misteriosa, torronica e lardellata Cremona.


IL MATCH
Dinamo Schicchi - AC Raspiduo 2 - 1: Martedì 5 giugno è andata in scena la finalissima della XIV edizione della coppa Petrella tra la corazzata Dinamo Schicchi e l’imberbe formazione AC Raspiduo, in quella che aveva tutta l’aria della sfida tra Davide e Golia, dove l’astuzia deve sopperire all’incolmabile differenza di forze in campo.
mammuth mostra subito i muscoli e il suo nuovo tatuaggio
Il palcoscenico per vedere compiere il miracolo poteva in effetti essere perfetto: il PoloFlitoPoloMandole di Cremona chiamava il manager Raspy all’unica mossa plausibile, vale a dire quella di riempirsi dei ben noti pennuti da Petrella. Invece il Davide dei giorni nostri, a parte il giovane neo acquisto svizzero Gehmann, si è affidato alla solida ossatura che ha condotto Raspiduo sino in finale dopo uno sfolgorante cammino. Il preistorico più lacrimoso dell’era mesozoica, invece ha mandato in campo i suoi undici eroi che hanno trascinato la Dinamo in serie C, non senza benedirli con il suo solito pianto propiziatorio pre-partita.
Sta di fatto che un miracolo c’è stato, ma non quello della vittima sacrificale che ribalta il pronostico, bensì quello consueto che vede i fiumi di lacrime scendere dagli spalti per tramutarsi in trincee di fiamme lungo le fasce offensive sarde. Da qui il filo conduttore di un film già visto, con Schicchi padrone del centrocampo sin dall’inizio e pericoloso in ogni momento con ficcanti azioni sui corridoi laterali. E come se ciò non bastasse all’occorrenza la squadra di mammuth può avvalersi dell’esperienza di campioni del calibro di Pöschl, che infatti già al 10’ può portare in vantaggio la sua squadra, ma col suo nuovo scintillante bastone stecca il putt vincente da sottoporta.
Il cartonato di raspy76 apparso in tribuna d'onore
Poco male perché è Beksultanov a siglare l’uno a zero per la Dinamo al 23’ direttamente su calcio di punizione. Tra l’altro a questo punto del match il patron sardo è già completamente sfatto di ichnusa , infatti lo si sente urlare frasi sconnesse del tipo: ”Tira la punizione uno che non è il tiratore e fa gol. Ihihihihih”. Dall’altro lato, AC Raspiduo risulta ancora non pervenuta, tant’è che al posto di Raspy (andato nel frattempo a mignotte) in tribuna d’onore è comparso un cartonato mal disegnato del manager,  in una strana posa che l’allenatore interpreta in modo suicida dicendo a Melato, nipote della celebre Mariangela, di lasciar perdere il centrocampo e dedicarsi alla fase offensiva. Fatto sta che nel primo tempo non succede più nulla e al rientro dagli spogliatoi il coach di Raspiduo getta un’altra occhiata agli spalti e non contento affida gli stessi compiti anche all’altra ala Caterina, che a dispetto del nome non è una bella figa e non ottiene nemmeno l’effetto di distrarre i difensori cagliaritani.
Anzi è ancora Beksultanov al 58’ a mettere a segno, dopo una corsa a perdifiato sulla destra, la seconda pesantissima rete per Schicchi. La rivelazione della competizione Raspiduo sembra un pugile suonato e incapace di rispondere ai colpi incassati dal strabordante avversario, che potrebbere affondare ancora con Brogna prima e con Maggiore poi, ma i due campioncini regalano errori gratuiti manco avessero il loro culo pesante poggiato su una slitta trainata da renne volanti.
lucaparo protagonista del finale di partita, viene braccato
e prontamente placcato dal servizietto d'ordine
Ancora peggio fa la difesa sarda che negli ultimi minuti della sfida raggiunge mammuth sugli spalti, per aiutarlo a finire l’ennesima cassa di birra di cui si era rifornito, lasciando così via libera a Daddario per segnare il 2 a 1 finale. 
Infatti ormai non c’è più tempo per sperare nell’impossibile, nemmeno l'improvvisa invasione di campo di un giovane tifoso può modificare l'andamento del match, il triplice fischio sancisce il manifestarsi della realtà che nemmeno il miglior John Random poteva mettere in discussione, ovvero che la Dinamo Schicchi è per la terza volta campione della Coppa Petrella. Il cielo è rosso-blu sopra Cremona, con buona pace per Vezzo, Vezzino o Vezzaccio.  



Le pagellone di sta gran ceppa

Dinamo Schicchi
Simao Bento: Se a quanto pare è vero che il 34enne cileno non vede l'ora, in questa pausa, di giocare altrove, la noia di Schicchi - Raspiduo lo rafforza nella convinzione: per ’86 minuti spettatore disinteressato, e alla prima azione infilato come un babbeo, se quello che cerca è la cessione, beh ci è riuscito. Il fu sentinella.

Vincenzo Brogna: il figlio della sardegna  è lo Stakanowv della Petrella 14, sempre presente, uno stantuffo inesauribile, il Mario Martiradonna de noartri, si guadagna ancor di più la conferma con una discesa al ’74, quando maggior fortuna lo avrebbe reso eroe in questo orgasmico finale di stagione. Duracell

Abdel Perez, I cronisti dei tempi che furono avrebbero parlato di duello rusticano, in effetti tra l’ argentino e Daddario è stato davvero un match da Madison Square Garden, stile Alì - Frazier, con il rossoblu – per una volta – in evidente fatica fisica… Da Hall of Fame

Alexis Hascoët : Come cantava Arturo Testa nel 1959: “Io sono il vento”. È un tornado, sul suo binario, il 28enne diversamente capellone di Schicchi: personaggio poco strombazzato ma mai sufficientemente lodato. Sulla sua corsia spazzachiunque gli capiti davanti, tenergli dietro è impossibile. Nel finale, con già la testa ai festeggiamenti si dimentica come i colleghi di Daddario...Impetuoso

Kristoffer Aamodt: Se David Linch fosse appassionato di calcio, oggi senz’ altro lo scritturerebbe per girare il suo prossimo lungometraggio, “Prova a prendermela”: la palla, naturalmente. Meglio di Cristopher Walken. Da Golden Globe .

Fabio Calamandrei  in Sardegna da 3 anni ed è in perfetto isolano che al minuto 87 smoccola al cielo dopo un fuorigioco che nemmeno Ceccarini avrebbe fischiato contro la Juve. Svarione a parte, oggi il rossoblù più infiammato e pimpante è lui, il numero 6 tricolore che viaggia spedito verso le 32 primavere. Lui va a mille, i suoi compagni altrettanto. Lunga vita.

Nir Almog: Campane a festa per Mammy: il 33enne israelita, che in rossoblu – finora – si era allenato per giocare al piccolo trotto, sfodera la sua prima, bella partita  da un anno a questa parte. Non risparmia, e non si risparmia, un'esultanza polemica nei confronti del pubblico che martedì, con Materazzi, nel finale l'aveva subissato di fischi. Questa è Dinamo Schicchi, bellezza! Vendicato
 
Luca Werkhoven: ciao mi chiamo Luca e oggi ti randello, è questa la presentazione che fa, prima di ogni match il centrocampista olandese di Schicchi….Scure in spalla e in silenzio comincia a fare legna al primo minuto…. e la smette solo con il triplice fischio. Terminator

Antonino Maggiore: Farebbe fatica Giobbe: figuriamoci se a portare pazienza, davanti ai buuu razzisti dei tifosi pugliesi, deve provarci lui, il 26enne ipersensibile gioiellino di Schicchi. Il 28 aprile, dopo una punizione bella come una folgore, aveva zittito la curva di Bellaguarda; ieri, come in un deja-vu, ecco il quasi bis di Milano. Unica differenza: eccesso di presunzione e sguardo pericolosamente orientato verso il seggiolino del presidente in tribuna-vippe. Sant’Antonino martire .


Charles Pöschl : Zagni nel primo tempo perde un anno di vita per cercare di contenerlo, la disperata voglia di porre il sigillo in questa finale lo porta a fare errori che neanche –Jurij a fifa2012. Fortuna per lui ci pensa il compagno di reparto a mettere a posto le cose…. Polveri bagnate


Kayrat Beksultanov: Come di consueto, il galateo, per una tavola bene imbandita, prevede forchetta, coltello e cucchiaio: ma Kayrat Beksultanov, non è un tipo che va tanto per il sottile e una bomba in stile Gigi Riva basta e avanza per risolvere il problema della tensione sul prato di Milano, che Kayrat bacia dopo aver siglato in solitaria il raddoppio. La retroguardia di Raspy ancora vaga senza meta ottenebrata dai fumi sprigionati dall assenzio fatto in casa dal ¾ Kazako. In stato di grazia.

AC Raspiduo
Tzetzo Rodev: Il pericolo ora adesso è che il magazziniere dell A.C. Raspiduo gli cambi nottetempo il nome sulla maglia: non più Rodev – che non riempie la bocca – ma Buffon. O Jaschin. O Zoff. Le parate che ha sfoderato oggi, al PoloFlitoPoloMandole , il 20enne portiere bulgaro, hanno dell'incredibile. Nel solo primo tempo, Rodev ha disinnescato almeno 3, chiare, nette palle gol dai piedi (o dalla testa) degli avversari: dando fondo, a profusione, all'intero campionario del grande portiere. Come si dice in questi casi: saranno famosi. Marziano.

Augusto Baggio: Guardate la classe, e la non-chalance, con cui il 23enne capitano esce dalla sua area, palla al piede, suonando la carica ai compagni di battaglione, di questi tempi un po' addormentati. E guardate la caparbietà, e la vitalità, che l’ Augusto sfodera sul finire del secondo tempo, quando si lancia all'inseguimento di Maggiore, che è una freccia - ma per fortuna non è Sau – dando ancora un briciolo di speranza ai Biancoverdi. I suoi acuti, e le giocate di Daddario, sono le uniche luci di un Raspiduo che ormai naviga a vista. Bussola.

Flavio Zagni Gioca così male il 24 enne difensore napoletano, che Gambaro – e diciamo Gambaro – oggi al confronto sembra Nilton Santos. La dormita che Zagni si fa sul gol – peraltro bellissimo – di Kayrat Beksultanov non ha bisogno di commenti. Ma è dal pronti-via che il numero 5 di Raspy è in pennichella continua: con controlli di palla che nemmeno nei film del ragionier Fantozzi e del ragionier Filini. Da fermare dopo il primo tempo. Sciagura.

Károly Csukás: Va beh che Charles Pöschl  ha steso da solo Materazzi ed è annunciato in formissima; ma l'ansia con cui Karoly, affronta il duello col bomber del rossoblù è esagerata. Preoccupato di non farlo segnare,  finisce col fare tutto da solo: e la palla in porta moralmente ce la manda lui. Si perde l'attaccante anche nell'azione, letale, del gol del 2-0 di Kayrat Beksultanov: il gol del tracollo. Sventato

Casimiro Melato: La Settimana Enigmistica direbbe: “Seguite l'azione e indovinate dov'è l'errore”. In pratica, c'è la Raspiduo che attacca, Daddario che serve palla a Melato e Melato che prova a far gol facendo “il cucchiaio”: ne esce un mestolino bucherellato. L'avrete capito: a ruoli invertiti , forse l'azione sarebbe venuta meglio. Tarocco .

Giachen Gehmann: C'è lo straniero predestinato, tutto lustrini, Palloni d'Oro e griffe Armani, come CR/; e lo straniero diseredato, tutto gavetta, sudore e lacrime: come Gehmann, appunto. Che arriva in Italia da Berna, Svizzera, estate 2012, e comincia la sua esperienza con Raspiduo nientepopodimeno che con LA finale di coppa Petrella, infiammato come mai lascia solchi nell erba, i tifosi hanno un nuovo idolo! Forrest Gump .

Michele Paratore: Come dicevano gli Abba: “Mamma mia!”. Mamma mia che giocatore questo 20enne che Raspy  è andato a scovare in Norvegia, ma proveniente dalla fruttuosa cantera dell' Apples Dream Team : un uragano che si abbatte sulla difesa di Schicchi ogni volta che il ragazzo tocca palla. Purtroppo l’ avversario è proibitivo, ma ci prova fino alla fine, dimostrando che i 3kk spesi per il suo cartellino sono stati un ottima scelta . Fiammeggiante.

Gerlando Favasuli Il Giotto di Raspy, negli ultimi tempi un po' a corto d'ispirazione, si ripresenta in finale col pennello fremente: e i suoi lanci profondi a scatenare le scorribande di Daddario & co sono, davvero, piccole opere d'arte. Sembra Pirlo del mondiale di Germania: l'uomo per il quale Stoppardi e F.C Abruzzobeach sono disposti a fare follie. PRINCIPE .

Maurizio Caterina: Sembra che giochi con la palla legata al piede da un invisibile filo tipo yo-yò: provate voi a toglierglielo! Niente male il 22enne campioncino Abruzzese che Zanellato
– in questa sua seconda stagione – ha dosato con il contagocce, forse esagerando in prudenza. Il ragazzo ci mette qualità e quantità: e se evita di emulare Larrivey inventandosi sgambetti mai avvenuti, potrebbe diventare qualcuno. Sangue blu.

Benedetto Daddario: Fosse nato ai tempi dell'Antica Roma sarebbe stato l'incontrastato eroe del Colosseo. Come si dice in questi casi, folla in delirio quando Benny sale al proscenio, qualunque sia la cosa che decide di fare: scontri da gladiatore contro due o più avversari, tocchi di tacco a scatenare applausi a scena aperta, assalti all'arma bianca con inzuccate e ribattute a rete come nell'azione, stordente, del 2-1 contestato. Un artista dell'arena, un genio per cui vale – sempre - spendere il prezzo del biglietto. Purosangue.

Carlo Regini Toccato dalla grazia fino a tre giorni fa, si presenta all'appuntamento con la storia in versione-scorfano. Accanto a lui c'è un Daddario straripante, è vero, ma Carlo si vede pochissimo e quando si vede è sempre, regolarmente in fuorigioco. Da dimenticare: i cori dei tifosi che lo invitano a tagliare la zazzera sono ahinoi il modo peggiore di finire la stagione. Imbolsito

raspy76 riceve il premio di consolazione dalle mani del presidente Jurij.

Re per una notte
Vacanze immaginarie nella nuova Cambogia frantumano l’assalto al cielo di Parigi
Vincenzino Brogna nasce in un sobborgo malfamato di Cagliari.
Figlio di emigranti nuoresi in cerca di lavoro nel capoluogo, la vita del piccolo Vincenzo scorre felice e spensierata sin dalla tenera età: ottimi voti a scuola, l'amore incondizionato dei genitori, il primo lavoro da pusher nei palazzoni di S.Elia, il rispetto incondizionato dell'intero quartiere, che vede man mano crescere il piccolo vedendolo diventare autoritario, rispettabile e onesto faticatore.
Il giovane Brogna immortalato con gli amici d'infanzia
Brogna si guadagna il rispetto della sua gente sul campo, distinguendosi costantemente in buone azioni: a 6 anni è lui ad appiccare il fuoco alla macchina del parrocco, reo di aver denunciato il dilagante traffico di droga. A 8 anni gestisce gia' la riscossione della tangente per le pizzerie della zona ovest della città, a 9 è il boss dei furti d'autoradio, a 11 festeggia il primo stupro mentre a 12 entra in maniera definitiva nel cuore dei cagliaritani guadagnandosi 6 anni per aggressione e lesioni aggravate a pubblico ufficiale.
Le stimmate del campione, insomma, sono evidenti: la madre Giuseppina, una vita di sacrifici passata in ginocchio a lustrare ottoni e sverniciare manici, e il padre Ignazio, una carriera trentennale d'alto livello nelle squadre di Roma (Regina Coeli fc), Napoli (AC Poggioreale), Milano (AS San Vittore) e Cagliari (SS Buoncammino) decidono di puntare su di lui per riscattare il nome della famiglia.
E cosi, scontata la pena in un carcere minorile, il piccolo Vincenzo, uscito dopo soli 4 anni per buona condotta, viene subito iscritto alla scuola calcio "Timothy Maggiore", dove mostra doti importanti nel ruolo di terzino, di centrale difensivo ma soprattutto nel ruolo di ubriacone, al punto da convincere lo stesso Timothy Maggiore a portarlo con se prima al Bar, poi al pub, in seguito in enoteca, poi al night, infine direttamente in Slovacchia per presentarlo al patron Schicchi, che lo ingaggia subito in squadra dando il via ad una carriera straordinaria.
Brogna cresce all'ombra di Maggiore, carpendone i segreti e diventando man mano il leader di una squadra che segnera' la storia della coppa Petrella.
I due formano una coppia indivisibile: è Brogna il prediletto di Timothy, è Timothy il mito di Brogna.
Un duo che raggiunge l'apice sportivo nella torrida estate 2010, quando insieme conquistano la loro prima coppa Petrella issando la Dinamo Schicchi sul tetto del mondo.
I festeggiamenti proseguono per giorni e giorni: alcool, droghe e prostitute fanno da contorno alla festa per i campioni, che si conclude con il celebre stupro di gruppo all'ex bomber di Stoppardi Gangemi; un piccolo neo in un contesto perfetto, dovuto all'ubriachezza, che comunque Gangemi ricorda ancora con affetto.
Ma Brogna dimostra di non essere solo la spalla di Maggiore quando questo abbandona il campo per passare dietro la scrivania: e cosi, dopo essersi assicurato che sotto la scrivania dell'amico ci sia sempre qualcuna, Brogna indossa la fascia da capitano e guida il team sardo in III serie ma sopratutto in Petrella, dove vince altre due coppe che lo issano sul gradino piu alto dell'immaginario podio delle leggende.
Una carriera da far tremare i polsi che pare avere ancora davanti a se' tante stagioni dense di successi e mignotte: chi fermera' il piccolo Vincenzino?

Karo Kampione T Skrivo
Jimmy, assieme agli amici del Fun Clubbe di Daddario


ANCHE BLUFF CALA IL TRIS: LA SUPERCOPPA PARLA PETRELLESE
In concomitanza con l’attesissima finale tra Raspy e Mammuth, a qualche centinaio di chilometri dalla finalissima della Petrella, va in scena la sfida per la Supercoppa tra Quelli che Stragasano, rappresentati da Sirfly e la sua Bluff Country, e La Taverna di Boe, difesa da Torpedo Ghiaie
Che sarà una partita spettacolare lo si capisce già dal nome dello stadio: Gabbia dji Mat, un nome un programma (no, non politico). Due filosofie opposte per i due manager: Bluff punta tutto sull’attacco centrale, Torpedo sul laterale. In effetti nel complesso la formazione tavernicola si presenta più solida ed equilibrata, ma Bluff stavolta l’asso nella manica ce l’ha: Gabriele Petrella, un nome una garanzia 3 anni o 100mila chilometri. 
Il giusto premio per i giocatori di Bluff Country
Tre minuti e Brito colpisce a freddo per Bluff, un’incursione centrale che penetra come un attore porno con la baldracca di turno. Torpedo pur prediligendo le fasce trova pochi spazi, e per giunta centrali, ed è così infatti che riesce a raggiungere il pareggio su un rigore molto dubbio assegnato dal guardalinee (sul quale si è aperta un’indagine per trasferimenti sospetti di denaro ad una tabaccheria di Parma). Ma un ottimo schema su calcio di punizione permette a Petrella, sicuramente il migliore dei suoi, di ripassare in vantaggio, anche se solo per 5 minuti perché una discesa sulla fascia permette a Reecke di arrivare al the di metà tempo sul risultato di parità, così come predetto da Mauri e Milanetto.
Il secondo tempo subisce il calo fisico condizionato dall’afa: Torpedo ci prova su punizione che fa la barba al signor Gillette, seduto in tribuna, poi anche da fuori ma senza impensierire più di tanto i trevigiani che, nell’unica volta da inizio ripresa che si affacciano nell’area avversaria, trovano i difensori impegnati in una briscola a chiamata, ci pensa quindi Kos a distrarli abilmente chiamando “la vecia”, il due di spade. Risultato: si crea un buco che lo stesso Kos sfrutta andando a riportare in vantaggio (stavolta duraturo) la sua compagine. 
Da lì in avanti è solo un pro forma: Sirfly in tribuna si agita al telefono perché l’amico lucaparo gli ha rimediato sì le mignotte per festeggiare, ma di quelle che piacciono a lui, cioè con la sorpresa; Petrella e compagni che fanno melina, per poi farsi Melina e tutti i tifosi pronti per l’invasione di campo finale nel tentativo di arraffare qualche cimelio della gara. 
L’unico che invece di tentare di avere qualche indumento se li toglie è sempre lui, il pelato procuramignotte di cui sopra, lucaparo, mentre Sirfly pur esultante cerca di capire com’è che ErreA non riesce a schiodarsi dalla stazione di Bologna...




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LA CANZONE DELLA PETRELLA

Questa della Petrella è la storia vera
che si giocò a Cremona in primavera
e il sardo che la vide così bella
col mirto la sognò sua pastorella

Sola pensa al giurassico ardore
viveva con il sogno di Maggiore
che un dì senza ritegno la palpogna
girò tre volte un porno co’ Enzo Brogna

Brutto manco se fosse Billy Ballo
ma come era grosso il suo tarallo
tu lo seguisti levandogli le braghe
sbattendotelo con forza nel nuraghe

Ma non era solo, avevi altri uccelli
Timothy, compare Rocco e i suoi fratelli
c'era anche Roberto Carta da Casteddu
che come è noto a tutti è il più porceddu

Furono pianti furono orgasmi
poi furono soltanto i pianginismi
e dopo aver sbafato il carasau
bicchiere al vento pien di cannonau

Dicono poi che mentre barcollavi
nel letto chissà come scivolavi
e Raspy che ti vide sbronza e sporca
trombò per ore ancora la tua sorca

Questa è la tua canzone, oh Petrella
che hai portato a mammy terza stella
e come tutte le più belle muse
tracanni tutto il giorno, fiumi d’ ichnusa

e come tutte le più belle muse
tracanni tutto il giorno, fiumi d’ ichnusa
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In attesa del Pagellone finale, un saluto a tutti i nostri lettori ma soprattutto lettrici.
In particolare un saluto và al vero ed indiscusso protagonista di questa edizione: LUI

11 commenti:

  1. Spettacolare! Ma l'Imu l'avete pagata?

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    1. No caro Monti, e non abbiamo pagato nemmeno Melina!
      Tié.

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    2. Avete ancora qualche giorno, fate bene i conti. Melina potete non pagarla, ma pagate le tasse che fa bene!

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  2. Prandelli porta Brogna!

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    1. chiiiiiiiiiiiiiiiiii?

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    2. Daniele Gastaldello8 giugno 2012 alle ore 17:23

      Non hai pensato che potesse serviti un difensore con CdT come me? 'gnurant!

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  3. Le pagelle sono veramente belle, e colme di richiami culturali e radical chic degni di un cronista uscito da Harvard. Bravo davvero l'autore.

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  4. Il titolo è una vera merda.

    Come quel traditore che s'è firmato a mio nome.

    Anche adesso.

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  5. Sono commosso..grazie a tutti per il supporto. Mammuth l'anno prossimo ti spezzo le gambette ^_^

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  6. Complimenti al preistorico! una terza sicura ormai! meglio di lucaparo, e anche di melina...
    grazie dal Bluff per il pezzo sulla supercoppa! ho tenuto alta la bandiera del gasamento!

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