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martedì 21 febbraio 2012

Vota bacarospo77 ct: chiedi a 77 se non sai come si fa!

La Nazionale è in crisi a causa di un movimento separatista che minaccia di frantumarla. Il Monarca zagortenay, discutendo con i Maestri Jedi, sta cercando una soluzione alla crisi che non comporti la distruzione della Nazionale.


Intanto, bacarospo77 continua ad avere sogni sul destino della NT che continua ad essere maltrattata e irrisa, mentre Mod-Furiga scopre che è stato creato un imponente esercito di cloni che sarà usato per portare alla salvezza della Nazionale.
A complicare la situazione c'è anche il perfido regia5, il maestro sith di zorro33, passato ora dalla parte del male e alleato con l'ingorda e rediviva Federazione Darth Trader, il cui scopo è sovvertire Hattrick e impossessarsi per sempre della Nazionale.

Per fortuna il giovane Jedi bacarospo77 guiderà la controffensiva per salvare la NT, l’attacco dei cloni sta per avere inizio…

Ne parlano anche alcune testate on-line...


Votate bacarospo77, questo il link per arrivare direttamente alla votazione 

Gas Aperto, bacarospo CT!

giovedì 16 febbraio 2012

Finale - Coppa Petrella XIII

Seconda affermazione per il team sardo, che non lascia nemmeno le briciole all’avversario
IL BLUFF RIESCE SOLO A SCHICCHI:
COPPIA DI PETRELLE
mammuth dice di averlo piccolo a centrocampo ma poi propone valutazioni da superdotato

La coppa più prestigiosa, quanto mai bramata e ambita da tutti, trova infine il suo conquistatore in terra sarda. Le cronache, le emozioni, le curiosità di questo ultimo atto, ampiamente sviscerate in seguito, non sono però sufficienti a far passare in secondo piano la singolare anomalia che caratterizza quest’ultimo atto della competizione. Corre infatti una sola differenza tra la cavalcata trionfale di mammuth e una vittoria nella maratona olimpica……..nella seconda solitamente il vincitore piange DOPO aver tagliato il traguardo. Ma nonostante la cornice nella quale si inserisce l’ultimo scontro di questa edizione sia oscenamente intrisa delle lacrime versate dal preistorico durante tutte le fasi del torneo, i lucciconi fanno della squadra bagnata una squadra fortunata, facendo convolare a (seconde) nozze la Schicchi e Madama Petrella. Ne esce invece duramente sconfitto SirFly, che con un cammino encomiabile aveva portato la sua Bluff Country a giocarsi l’opportunità di scrivere il proprio nome nella storia della coppa, riscattando contestualmente un campionato sfortunato che lo ha visto retrocedere in VI° serie. Onore allo sconfitto dunque, e via ai festeggiamenti per mammuth che, misteriosamente dedito al pianginismo estremo nonostante il valore della sua Dinamo, con l’ultima prova di forza pone la ciliegina su questa coppa dominata, rincorsa, ed infine portata a casa.



Dinamo Schicchi - Bluff Country - La finalissima
La Trinacria si addobba a festa per il più grande evento che quest’isola abbia mai ospitato.
Signore e signori, è la finale della XIII edizione della Coppa Petrella. Dopo Greci, Fenici, Cartaginesi, Islamici, Aperitaviti, Normanni e Spagnoli, chi pianterà la sua bandiera e conquisterà Palermo? La Dinamo Schicchi del piagnucolante preistorico o il Bluff Country del nobile SirFly? Quello che è certo è che il gas è aperto, anzi spalancato. I gasometri sono impazziti da giorni e le motivazioni sono al massimo da entrambe le parti. Così tanta voglia di Petrella che un giretto in rosticceria è sembrato d'obbligo per i due manager: a Marco Caranfa, acquistato da SirFly per rimpolpare il suo reparto centrale, risponde mammuth con Boom, esplosivo difensore teutonico, e Almog, centromediano israeliano dal gran fisico e dall’alito assassino.  
I giocatori delle due squadre nello stretching pre-gara.
Becchi e bargigli per portarsi a casa la Coppa più ambita dell'intero mondo hattrickiano sono pronti.
Lo stadio che ospita la finale è ormai la seconda casa della Dinamo Schicchi, quell'impianto chiamato I Pecoroni che ha visto giocare ogni partita dei sardi in questa manifestazione. I rossoblù ormai ne conoscono ogni filo d'erba, ogni anfratto, ogni open bar.
Sir Fly McMai si presenta puntualissimo nel suo palchetto d'onore, ma deve presto abbandonare lo stadio per non meglio imprecisati impegni che pare riguardino carezze dispensate a orsetti dal pelo tenero e dal cuore grande, sacrifici umani di giovani giocatori e strani accordi con uomini scuri dall'aspetto inquietante e dalla presenza sfuggevole.
Invece, questa volta, mammuth c'è. Il bambolotto cinese dalla lacrima facile, che aveva fatto brutta mostra di sè nella semifinale vinta contro Bandula, sembra scomparso. Oggi la piangina la fa il maestro, che inizia subito a bluffare paventando un centrocampo merdesimo e un risultato largamente a favore di SirFly.
Chi non c'è sono i giornalisti dell'intera carta stampata e delle millemila televisioni collegate per l'evento; il risultato è una specie di oblio federale in cui si rincorrono voci incontrollate pazzesche: si dice che la Dinamo Schicchi stia vincendo per 20-0 e che abbia segnato anche Bento di testa su calcio d'angolo. Ci vuole parecchio tempo perchè la coltre di buio si apra e lasci intravedere il reale andamento della finalissima... Al 32° la Schicchi conduce per 1-0 con il gol di Calamandrei, un condizionale presente con il senso del gol, e piano piano si viene a sapere anche della traversa di Brogna in avvio, dei polli di Schicchi lasciati nel pollaio - ma entrati entrambi a cavallo della mezz'ora -, dell'infortunio al povero Edgado Pancrazi, fresco di nomina di Re per una notte e terzino Country, e dell’apparizione di una decina di scie chimiche.
Ora che i media riescono a raccontare la gara appare molto chiara la supremazia territoriale dei sardi, solidi dietro e pericolosi in avanti con un 3-5-2 collaudatissimo e difficilmente attaccabile. Il 2-5-3 di Bluff non trova le giuste contromisure e il risultato alla fine del primo tempo è 2-0, con la seconda rete di un grande Calamandrei.
Ormai appare evidente che ogni rito perpetuato da SirFly non ha avuto effetto contro le incredibili pianginate del preistorico e che l'incontro con l'uomo vestito di nero, se c'è stato, non ha avuto l'esito sperato. John Random oggi è lontano dalla Sicilia. Magari a casa sua. O imbottigliato sulla Salerno-Reggio Calabria. O in attesa di un traghetto per superare lo stretto. Potrebbe essere ovunque, anche dietro di te....ma non è a Palermo..
Nemmeno l'ingresso in campo di Gabriele Petrella risveglia più di tanto gli uomini di Country, ormai passivi e incapaci di superare la muraglia sarda. A piantare l'ultimo chiodo sulla bara di Bluff è Alexis Hascoët che al 79° sigla il 3-0 finale. Ormai i fazzoletti usati da mammuth per asciugare le finte lacrime di coccodrillo non si contano più, però ora sono lacrime di commozione per l’obiettivo raggiunto.
Con questa partita perfetta la Dinamo Schicchi si laurea così campione della XIII edizione della Petrella, la seconda per il mammuth. Un risultato straordinario, ampiamente previsto da tutti i bookmaker ma meritatissimo e dal sublime gasamento. Antonino dopo Timothy, è sempre un Maggiore a portare in trionfo la coppa. Questa sì che è tradizione familiare!
Onore anche a Sir Fly, un gran percorso il suo, partito in sordina e senza alcuna velleità, è terminato contro uno scoglio veramente arduo da superare. Ma oggi, nella terra che ha dato i natali ad Archimede, a Verga, a ‘Staminchia e a Pirandello, c'è un nuovo, grande personaggio. Da ricordare. Da applaudire. Mammuth, e la sua Dinamo Schicchi! Olè!




Re per una notte cronaca strappalacrime di una favola cibernetica
Venti Luglio duemiladieci.
La nostra storia di oggi non inizia tanti anni fa, tra culle e biberon, tra mamme vacche e turbe adolescenziali.
La nostra storia inizia il 20 Luglio 2010, alle 20:55 circa, e parte da un lurido catino bolognese, il Bottegon Arena, passando via etere per le tv di tutto il mondo sino a finire nel tubo catodico di un vecchio Mivar da 14", sudicio e sporco, messo sopra una cassetta di carciofi vuota in uno squallido monolocale della periferia Milanese.
Finisce nella topaia che da' un riparo al giovane Antonino Maggiore, un nome da bambino e un cognome molto, troppo ingombrante.
La tv trasmette il trionfo della Dinamo Schicchi, la definitiva consacrazione di uno dei piu' grandi talenti che abbiano mai calcato un campo da calcio: Timothy Maggiore, leggendario difensore, capitano e goleador dei sardi, alza al cielo il trofeo inseguito per un'intera carriera in mezzo al tripudio di tifosi, stampa, tv e avversari, andando a scrivere il suo nome nella ristretta cerchia di campionissimi del pallone che comprende i vari Maradona, Pele, Platini', Pozzi, Nainggolan e Cavani.
Antonino, fratello minore del campione rossoblu', ha sempre sofferto la classe cristallina del fratello, senza che anni e anni di terapia di gruppo tra fratelli sfigati riuscisse a cancellare il peso che un cognome del genere comporta.
L'infanzia tutto sommato felice e tranquilla del piccolo Antonino, figlio della casalinga Ines e del gestore di night Tinto, finisce all'eta' di 6 anni quando, durante una partitella di pallone nelle strade polverose di Nuoro, un bambino piu' grande lo irride gettandolo nello sconforto: "tanto tuo fratello Timothy è piu' forte di te, tu rimarrai solo una schiappa. E poi lo sappiamo tutti che tuo babbo è cornuto, e voi siete figli di Mammuth".
Antonino cade in depressione, e viene rinchiuso nella clinica "Fratelli sfigati", dove insieme a Ralf schumacher, Beppe Baresi, Ted Kennedy e Gino Siffredi, un giovane minidotato di Ortona, dove passa le giornate visionando filmati di Joaquin Larrivey, che grazie all'impegno e alla fatica è riuscito a liberarsi dell'ingombrante ombra del fratello Gabriel Batistuta diventando un fuoriclasse nella sua specialita', le gag su prato verde.
Timothy, nel frattempo miete successi nei campi e nelle ovaie di mezzo mondo, violando qualsiasi difesa o fregna che gli si para davanti, ignaro del momento difficile del piccolo Antonino, anche perche', per non rimanere distratto su brutti pensieri, è stato ingannato dalla madre Ines con il solito stratagemma del "tuo fratello sta bene, è in una comunita' Hippie delle barbados, fuma erba di prima qualita' e pratica l'amore libero con esseri umani e animali".
In realta', Antonino cerca faticosamente di rifarsi una vita in silenzio, tra cliniche e antidepressivi, tra lp dei Joy division e saggi di Vincenzo Mollica sul cinema d'autore, tra tribune elettorali a mezzanotte e un contratto da dilettante nella squadra meneghina Trezeworld, squadra bislacca che non aveva nessuna chance di garantire al piccolo Maggiore un futuro.
Ma il destino si sa, è beffardo.
Lo schianto terribile costringe la bandiera rossoblu al coma, con la vita appesa ad un sottile filo che la separa dalla morte, ma è proprio in quel momento che avviene la svolta.
Il resto è storia recente.
Passato un primissimo momento di sbandamento, il piccolo Antonino raccoglie l'eredità di Timothy in campo e fuori, siglando gol a valanga, pennellando chirurgiche punizioni al sette e ingravidando mezza sardegna; le stimmate di gasamento sono evidenti: in gol al suo esordio in petrella, infiammato come pochi sulla fascia, dedito all'alcool come e peggio del fratello, Antonino si carica la squadra sulle spalle in Petrella, in un crescendo di forma e prestazioni degne del vecchio Timothy.
I fratelli maggiore, ricevono la Coppa dal patron Sante.
Doppietta all'esordio, in gol nel decisivo match contro Loss Eleven, Antonino si esalta nei turni ad eliminazione diretta, con un gol ai siciliani di Magia negli ottavi, e due doppiette che sanno di sentenza nei quarti e in semfinale, contro Folkzanna e Bandula, che lo lanciano verso il trionfo finale e lo issano sull'altare degli eroi immortali, insieme al fratello, a Gengis Khan, a Pescosolido e Nargiso, a Schettino e Pippo Franco. Gol quasi sempre di rara bellezza, frutto di una precisione balistica vero e proprio marchio di Fabbrica della famiglia Maggiore, gol che fruttano la tanto ambita Petrella e la scarpa d’oro della manifestazione, rendendo il piccolo Antonino non piu’ fratello di Timothy, ma l’esatta metà di una storia leggendaria.
Il futuro ci dira’ se questa fantastica dinastia di campioni si fermera’ qui o no, ma noi immaginiamo gia’ di vedere un nuovo, piccolo grande Maggiore nei tanti campi polverosi di periferia, intento a spedire all’incrocio dei pali punizioni perfette.
Anche perchè, diciamocela tutta, con tutto quel seme disperso per l’Italia, siamo certi che la storia non sia finita qui.



L’angolo di Spettacoloss
Dove gasare è di casa
Diamo il benvenuto in studio a mammuth, neo campione di Coppa Petrella!
Innanzitutto complimenti! Già non è facile vincere la coppa Petrella una volta, ma fare il bis è riuscito solo a pochi utenti!

-Com'è stato vincerla una seconda volta?
Ti dirò, la prima volta non si scorda mai, fu totalmente diverso, molto più emozionante e appagante. La gioia è grande, sia chiaro, però non c'è paragone tra le due. Chissà come si è sentito il donz alla quarta vittoria...

-Descrivici il tuo giorno della finale.
Nottata agitata, prove su HO sino all'una e mezza e poi a letto. Sveglia presto, lavoro per 8 ore totalmente improduttivo perché ho passato la giornata a guardare aste e a rodermi dal dubbio: pollo o non pollo? alla fine è stato pollo, ma la finale non me la son gustata per nulla per colpa dei giornalisti bastardi che si son dati alla macchia..
-Come hanno preso la notizia le mignotte della zona?
Credo bene, ma non son sicuro, non riuscivano a parlare bene, forse avevano l'ugola impegnata in altre mansioni...

-C'è chi dice che l'hai vinta solo grazie alle piangine e perché non c'era il Donz. Cosa ti senti di rispondere a queste persone?
Avrei asfaltato anche il depor a questo giro. E la vittoria è più che meritata, due edizioni fa ero uscito in maniera incredibile pur essendo una schiacciasassi, diciamo che mi son ripreso quanto tolto da JR in passato.

-In che momento della stagione hai realizzato che eri in lista per la vittoria finale?
Da subito, ero cosciente della mia forza.
-Quale è stata la partita della svolta?
La vittoria contro Scarlino. Lì ho capito che non m'avrebbe fermato nessuno, anche se tutti avrebbero fatto l'impossibile per farlo.

-La Dinamo Schicchi ha sempre dato impressione di continuità. Qual è il tuo segreto?
Non lo so. Non curo il mercato, non curo troppo le tattiche, non alleno in maniera decente. Forse siete voi a dovervi fare delle domande...

-Come hai preparato la finale?
Con le lacrime, ovviamente.

-Cos'hai fatto quando è finita la finale?
Ho mangiato una pizza con patatine fritte + birrone.

-La prima l'hai vinta sotto il segno di Timothy, la seconda di Antonino, per la terza chi dobbiamo aspettarci?
Eh eh eh...chi lo sa, magari c'è già un piccolo Maggiore che batte i campi di provincia tirando punizioni perfette...
-A chi dedichi questa Petrella?
A tutte le gnagne del mondo, purché sdraiabili!
-Di’ qualcosa a Sir_Fly Mc_Mai, a Juri e a chi vuoi tu!
Vi ho proprio rotto il culo. Peccato non aver incrociato Stoppardi, sarebbe stata una mattanza!

Questo era mammuth, il vincitore della XIII Coppa Petrella! Buona serata Mondo!


IL MINI GASOMETRO DELLA PETRELLA

Quelli a Gas Spalancato
Kalleidos: serie alta non è sinonimo di prestazione assicurata in Petrella, ma di certo serie bassa va a braccetto con maggiori difficoltà. Ciononostante, il neopromosso in IX serie Kallos, tra culo, celodurismi e tastiere comprate al mercato delle pulci arriva agli ottavi e dimostra spirito di combattimento ed alto potenziale di gasamento. Sicura promessa.

annikilator: prestazione di altissimo livello e di gran valore per millikan, che sfiora una finale che probabilmente avrebbe anche meritato. Cammino ineccepibile, a volte un po’ fortunato, ma il maratoneta veronese impone il suo passo a cui nessuno riesce a star dietro... peccato inciampi in semifinale. Alex Schwarzer

A.C.Levo: Qualcuno diceva che dal letame nascono i fior… una buona metafora per la Petrella del druido. Parte con la vergogna fecale di non aver organizzato la prima partita del girone. 3-0 a tavolino e gas che pare sceso ai minimi termini. E invece no. Il celtico decide che da quest’inizio da letamaio crescerà un intero roseto. Seppellisce con due 4-0  Strada in Chianti e Folkzanna e si guadagna la fase finale, dove strapazza Lagnagna e non ha pietà per la sorpresa Kalleidos. Deve chinare il capo solo a Bluff Country, ma dopo aver dato vita ad una partita pazzesca da infilare dritta negli annali. Pozione appena un po’ insipida. Mago Merlino.


Quelli Effervescenti
Maltenese: l’inverno frizzantino e innevato risvegliano il miglior cliente della Segafredo dalla paura e dalla ritirata a gambe strette per non farsela addosso che l’aveva contraddistinto nelle precedenti edizioni. Una sfortunatissima partita blocca il sogno agli ottavi, ma torna a esprimere valutazioni e prestazioni che lo allontanano quasi definitivamente dal titolo di coniglietto. Quasi, perché gli mancano ancora due cose: continuità nelle prossime edizioni e il rinnovo del supporter. Attendista.

Fichialsoleimbottite:  lo si aspettava al varco dopo il modo con cui ha centrato la qualificazione, e lui dimostra subito di aver fatto proprio l’insegnamento del salottino bolognese offrendo all’altare commemorativa della Real Spritz uno scalpo che manda in estasi lucaparo. Il tutto dura la descrizione di un attimo, perché agli ottavi le prende secche ma la differenza tra lui e l’avversario era decisamente abissale. Ma sicuramente applausi di gente intorno a lui. Camaleonte


Quelli Sgasati
grosseto city ramblers: dov’è finito il giocata gran tattico e affezionato semifinalista di Petrella? Neanche il tempo di timbrare il biglietto dell’autobus Petrelliano che arriva la sua fermata: zona porto, bar “la brasiliana”, in compagnia di viados. Sparisce anche dalla partecipazione attiva in fed con la stessa facilità con cui un colpo di spugna toglie una goccia d’acqua dall’impermeabile. Lo preferivamo prima, tattico e spammone, così è più impresentabile di un vestito di Lady Gaga. Omino Bianco.

Raccattati Forelocks: l’occhio di J.R. vigila su di lui, ma ciò non toglie che avrebbe potuto fare di più, se perfino diegoth riesce ad arrivare allo spareggio promozione. Gasa a manetta nei panni del presentatore alle feste di laurea, ma in Petrella sembra un fuoricorso qualsiasi. Speriamo gli torni presto la voglia di partecipare più attivamente alla vita di fed e torni a celodureggiare in Petrella. Gerry Scotti

...il pagellone bolle in pentola. Tremate gasatori e sgasati!



Chudiamo l'edizione con una triste nota di cronaca
 ANSA – Palermo - L’autopsia sul corpo del sig. Inutile Utente conferma che il decesso è stato causato dai 77 colpi da arma da fuoco esplosi dalla polizia intervenuta in assetto antisommossa. Pare che l’oramai ex latitante si fosse recato allo stadio “i pecoroni Arena” di Palermo con l’intento di compiere una strage nel corso di un importante evento sportivo. Secondo indiscrezioni investigative, alla base del folle gesto ci sarebbe stata la volontà di assassinare un non meglio identificato sig. Schicchi ritenuto dall’Inutile unico responsabile dell’avvio alla prostituzione di un’attempata amica di infanzia rispondente al nome di Petrella Sonia. Di entrambe le fantomatiche figure più volte evocate dall’ex aspirante kamikaze durante i deliri che hanno preceduto la sparatoria, non si è naturalmente trovata alcuna traccia. - NI.Mo.

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Le donne, i gasator, l'arme, i bardi,
le traversie, i nobili intenti io canto,
che furo al tempo che passaro i sardi
Tirreno il mare, e in Coppa nocquer tanto,
seguendo l'ire avverso i Savoiardi
di Maggiore lor re, che si diè vanto
di emular il frate Timothy in Petrella
contro re Flavio, trevigiana stella.
Dirò di Fabio, che portante fa il pilone
lì nel mezzo, ben fedele al suo casato
Calamandrei, mito è sua Costituzione
Ben 2 le marcature che ha siglato
Se il buon Pupi col regal di Natalone,
al volgo insegna che bluffare l’è azzardato
lo sa bene pure il Flavio ch’è attristato,
pregustava già il colpaccio e fu fregato.

Piacciavi, generosa hattrickiana prole,
ornamento e splendor di coppa nostra,
Petrella, lucente come il sole
domata ai pié di Schicchi ormai si prostra.
Quel ch'io vi dico, e non bastan le parole:
gasar non basta e il Bluff ce lo dimostra;
importa avere John per commensale
poi cedere ad un pianto torrenziale.
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giovedì 9 febbraio 2012

Semifinali Coppa Petrella XIII

SirFly scopre le sue carte e millikan deve abbandonare il tavolo. Ora sarà gara da "all-in"
SARA’ UN GRANDE BLUFF PER SCHICCHI!
Dinamo Schicchi inarrestabile: le lacrime annegano anche Bandula

Bandula porta in salvo il proprio portiere
Ancora una volta è la dura legge della selezione naturale ad avere la meglio. Annikilator e Bandula non si trovano al vertice della scala alimentare, mammuth e Sirfly hanno più fame e zanne bianche come la luna sempre pronte a rosseggiare del caldo sangue avversario. Il che fa riflettere: alla fine è come se vincesse il cattivo. Strano che nei film non sia mai così, ce ne fosse uno nella mia raccolta di dvd in cui vince l’infame. Ok, magari dovrei provare a non guardare solo video hard, ma vi assicuro che i malvagi ci sono pure lì. E trombano pure! 
Qualcuno dovrà spiegarmi un giorno perché se siamo una società civile, quando è ora di dimostrarlo si affilano le lame! Non lo ritengo corretto, è il solito predicare bene e razzolar male. Vedremo se questa finale sarà un inno al tarallucci e vino o l’ennesima riprova che appena c’è da mostrare chi ce l’ha più lungo tutti pronti a fronteggiarsi (io non partecipo, le misure le prenderà lucaparo... e non col metro!). Ma poi, diciamocelo chiaramente: chi vuole vedere una finale con due vincitori? La competizione ce l’abbiamo dentro, così come la selezione naturale! E allora alzate le gabbie, che entrino i leoni! Questo vale per i finalisti. Tutti gli altri si ricordino il peace and love, il volemose bene, il fare beneficenza ai bisognosi. Quest’ultima soprattutto per le donne.


Dinamo Schicchi - Bandula F.C.
Knock, knock, knockin' On Heaven's door... Eh, sì, si bussa. Si bussa per farsi aprire la porta del Paradiso, si bussa per farsi aprire quella soglia che conduce alla finale. E non una finale qualsiasi, macchè; è la finale della XIII edizione della Coppa Petrella. Mica pizza e fichi.
Siamo a Palermo, all'Arena I Pecoroni, in un'afosa (eh?) serata di febbraio. A battere le nocche sulla porta del Paradiso ci sono la Dinamo Schicchi e il Bandula F.C. Due belle squadre, due manager che sanno cosa vuol dire gasare. Ma chi busserà più forte alla porta del Paradiso?
la bambola cinese sosia di mammuth
Gli addetti ai lavori si sono già espressi. Se non sarà l'anno di Stoppardi, nè l'anno degli Indiani Metropolitani, sarà necessariamente l'anno dello Schicchi-bis. E anche gli spalti sembrano confermare questa previsione, con i supporters sardi più in palla tra cinghiali arrosto e litri di ichnusa, e i tifosi lombardi a mangiar polenta liscia, senza nemmeno un funghetto. Eppure, i manager dei due team ribaltano questa idea; Bandula ben seduto al suo posto, voglioso di fare lo sgambetto al favorito, osserva i suoi schierarsi nell'iperoffensivo 2-5-3 con Messuti, Gecele e Minicucci a comporre un tridente dal grandissimo potenziale. Mammuth invece non c'è; al suo posto una di quelle bambole d'importazione cinese che piangono a dirotto appena togli loro il ciuccio. 
Da notare il fatto che un buon 80% dei presenti non ha notato la differenza almeno fino alla mezz'ora di gioco.
Una mezz'ora di partita completamente dominato da Bandula, dall'indemoniato Messuti e da Angel Duarte, l'autore del vantaggio lombardo. Gioia grande, ma effimera. Sette minuti dopo l'1-0, la Dinamo Schicchi trova pareggio e sorpasso in poco più di 180 secondi grazie alle reti di Poschl e Werkhoven; meglio evitare di descrivere le praterie che Bandula lascia nella sua zona difensiva, basti dire che l’area lombarda pareva il set di “Tè nel deserto” di Bernardo Bertolucci.
Ma la squadra del settentrione non ha alcuna intenzione di mollare, e bussa un'altra volta con Gecele che, rapido come una faina, insacca un pallone che aveva colpito il montante. E' il minuto 40. Che il primo tempo possa concludersi in pari? Giammai, e il gol che la Dinamo Schicchi trova a un minuto dalla pausa non è una semplice bussata, ma un uppercut alla Balboa ad una porta che vacilla pericolosamente. E non è solo la porta del Paradiso ad accusare, è soprattutto Bandula a subire psicologicamente la batosta, come sarà chiarissimo nella ripresa, dove la squadra in svantaggio sparisce letteralmente dal campo lasciando in mano alla Dinamo il pallino del gioco. E la Schicchi, equilibrata nel suo 3-5-2 dalle fasce possenti, non fa altro che sfruttarlo mandando in gol per due volte un Antonino Maggiore sempre più vicino al leggendario fratellone Timothy. Altri due colpi di nocche, e la porta della finale si apre.
Mentre Bandula lascia lo stadio un po' deluso ma fondamentalmente soddisfatto del suo stragasante percorso, mammuth - ricomparso al termine del match, e anche qui l'80% dei presenti non si è accorto per un bel po' della sostituzione del bambolotto, almeno fino a quando il preistorico non ha festeggiato la vittoria con un atto impuro perpetuato ai danni di un paio di tifose palermitane - mammuth, dicevamo, oltrepassa la soglia del Paradiso, camminando verso la fulgida luce della finale. Dinamo Schicchi-Bluff Country. Che vinca il migliore.


Bluff Country – Annikilator
Eccoci arrivati alle attese semifinale della XIII edizione di coppa Petrella! Oggi vedremo fronteggiarsi la squadra di SirFly_McMai e Millikan. I tifosi si sono attrezzati di crema solare per la partita, ma in realtà si ritrovano 1 metro di neve al comunale “Filippo Raciti” a Palermo. Le squadre si fronteggiano con due formazioni super-offensive: un 3-4-3 contro un 2-5-3.
Pronti? Via! Le squadre si studiano per il primo quarto d’ora, ma Bluff al 15esimo mette la testa fuori dalla propria area e Jacob Timson la piazza lì dove il portiere non riesce ad arrivare. La panchina non riesce ad esultare che Annikilator pareggia i conti con Stein Holm che buca centralmente la difesa avversaria.
Dopodiché è da segnalare una buona occasione per parte con Paolo Visona e Don Wiebes più pericolosi di tutti, ma non fanno altro che procurare grandi spaventi ai portieri avversari. Al 32esimo, Bluff Country subisce un calcio di punizione, ma il mister deve aver studiato molto gli avversari in quanto i suoi giocatori difendono egregiamente e con un contropiede rapido riescono a ribaltare la situazione procurandosi un calcio di punizione dal limitare dell’area avversaria. Il tiro che ne consegue risulta fiacco e fuori dallo specchio della porta,  e sembra sprecato. Ma è in realtà un'idea studiata a tavolino – la traiettoria sbilenca viene tramutata in un cross verso Gabriele Petrella, appena uscito dal Centro Benessere e appostato in area ad attenderla. Ed è il 2 – 1 che permette al giovane Gabriele di continuare il sogno di impadronirsi della coppa con il suo nome.
Nella pausa fra il primo e il secondo tempo gli allenatori danno una svegliata ai giocatori distribuendo i cataloghi con le schede tecniche e la localizzazione delle mignotte della zona che sono pronte ad attenderli in caso di vittoria. Millikan deve aver avuto i contatti migliori in quanto al 49esimo pareggia i conti spedendo in porta Ulf Robertsson.
I giocatori di Annikilator, galvanizzati dal pareggio istantaneo, spingono cercando il terzo gol per i seguenti 15 minuti, ma si sbilanciano troppo, lasciando le terga scoperte e ampi margini di manovra alla Bluff Country. Infatti tra il 70esimo e l’82esimo si apre il sipario del McMai Show con 4 gol in fila realizzati da Jacob Timson, Andrie Sluiters e da Edgardo Pancrazi, un pensionato che passava di lì per caso e che si ritrova invece autore inconsapevole di una doppietta.
SirFly esulta e se ne và sul 6-2
A questo punto il punteggio è fisso sul 6-2, SirFly convinto di essere a Wimbledon esulta e saluta i giudici di linea e il pubblico del centrale andando verso gli spogliatoi assieme alla propria squadra... millikan ne approfitta subito e con una reazione d’orgoglio getta la squadra all’attacco; tattica opportunista che non trova opposizione e permette a Ulf Robertsson di piazzare due volée vincenti che gli valgono la gloria personale di un bell’hattrick e il 6-4 finale che consente all'annikilator di salvare la faccia.  
Una partita tesa, spettacolare, piena di colpi di classe e gol che sicuramente è valsa il prezzo del biglietto. Da segnalare anche l’infortunio di Gianfranco Moneta che paga dazio al 78esimo per Bluff Country, una brutta tegola per il manager trevigiano che sicuramente peserà nella finale della coppa più amata d’Italia.
Inutile dire che i festeggiamenti con le mignotte della zona,  a cui hanno preso parte entrambe le squadre, gli arbitri, telecronisti, dirigenti, allenatori, tifosi etc… sono durati tutta la notte tra Black Jack, roulette e fiumi di rum.


Principe per una notte
Perché a questo punto la corona se la piglia tra 7 giorni
Edgardo Pancrazi nasce in un luogo non meglio precisato 29 anni fa.
Nessuno sa chi sia la madre: il piccolo, di appena 2 giorni di vita, viene infatti abbandonato davanti ad un convento di suore orsoline dedite alla madonna insanguinata di Tampax, che si trova al confine tra l'Arkansas, il Nebraska e il Molise.
il piccolo Edgardo al suo arrivo in convento
Un biglietto messo all'interno della cesta in vimini sanciva il nome di battesimo del piccolo Edgardo: "sono la madre del bambino, ma non ho un lavoro e non ho i soldi per mantenerlo. Vi prego, abbiatene cura, perché merita tutto l'affetto del mondo. Il padre è morto mentre faceva immersioni al largo di Capri, fatto a pezzi dalle eliche di una nave di crociera Napoletana. Vi chiedo solo una cortesia, chiamatelo con il nome che ho scelto io e che mi ricorda il papà: Anale a secco."
Le suore, poiché il loro ordinamento ammette l'anale solo con l'accompagnamento di sabbione e ghiaia intinto nel miele di castagno, decisero di cambiare il nome in Edgardo, che ricordava tanto quel bravo ragazzo olandese con quegli occhiali un po' retrò che tutte le settimane passava in convento per insegnare alla religiose l'uso della mazza.
Il ragazzo cresce bene e forte, ma l'ambiente di clausura ne soffoca le velleità artistiche confondendolo oltremodo in una chiara identità sessuale: la mancanza di una figura paterna si fa sentire, e l'allontanamento dell'Olandese Edgar dall'Italia fa il resto, rendendo il giovane completamente assessuato ma abilissimo nello sperlinamento di rosari e nella lettura delle sacre scritture.
Raggiunta la maggiore età, decide di confrontarsi con il mondo esterno, abbandonando il convento non prima di aver sterminato ad una ad una le povere suore solo perché una vocina nel sonno glielo aveva detto.
E' nel calcio che il piccolo Edgardo trova la sua valvola di sfogo,trovando un ingaggio in una squadra: non è dato sapere quale sia questa squadra anche perché, non appena si leva i calzini croccanti negli spogliatoi, ammazza l'intera rosa rendendo un bot il suo primo club professionistico.
Le conseguenze sono scontate: Olanda, Polonia, Spagna, ancora Polonia, Uruguay, sono le tappe di una fuga ad oltranza dalla legge, nel tentativo di sfuggire all'accusa di omicidio plurimo volontario ma anche alla richiesta da parte del giudice Chanteclaire di scoprire l'ebbrezza dell'igiene personale e del sapone intimo al profumo di Marsiglia.
L'odissea di Edgardo si conclude in terra sudamericana quando un manager salentino, Astro R., durante una battuta di caccia nella pampa alla ricerca di giovani skillini merinos, lo incontra e ne rimane folgorato.
L'olezzo al roquefort, l'alto grado alcoolico, il capezzolo turgido e invitante sono un chiaro segnale che il giovane Astro coglie al volo: è l'anima gemella, la spranga che ha sempre cercato, il buco nero in cui affogare i dispiaceri di una squadra bannata a vita e una calvizia galoppante che presenta il conto anzitempo, la dolce metà da presentare all'amico Lucaparo.
Il resto è storia nota: l'intermediazione dell'amico Flavio, il rientro in Italia con documenti falsi, le presenze in Petrella per non destare sospetti e il nido d'amore bolognese che fiorisce di passione e sentimento: per Pancrazi è un nuova vita, la felicità tanto cercata che lo rende finalmente un uomo libero e sereno, tanto da renderlo persino un calciatore quasi vero. Chiedete a Millikan se non ci credete.

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Caffè scorretto 
(una rubrica ottimizzata per i motori di ricerca)
Ormai siamo alla finale di Petrella, i bambini sono a letto con i loro sogni innocenti popolati di nani battoni e sodomiti che gremiscono gli spalti degli stadi palermitani mentre una sexyguardalinee sgambetta sull'erba e sventola in faccia a un recidivo Tippete, ricascato ancora una volta nella cocaina, un cartellino rosso con la foto al mare di Maria Giovanna Elmi nuda e quindi, visto che queste giovani anime innocenti dormono abbracciate ai loro orsetti del cuore - dicevo - possiamo finalmente confidarcelo: a chi non piacciono i culi grossi?
Proprio ieri ero a fare il mio solito giro di ricognizione sui viali, alla ricerca di donne che anche loro avessero letto Edmondo De Amicis e che in virtù di questa innegabile affinità intellettuale fossero disposte a farmi uno sconto sui canonici 50 euro accettando un invito a venire da me a bere qualcosa di caldo per parlare del più e del meno ma soprattutto dell'incolmabile dislivello ontologico che separa uno sconto da un'ammucchiata.
E' così che ho incontrato S., una simpatica ragazza dalla vagina sporgente (badate bene sporgente, a scanso di equivoci, niente ‘’sorpresine’’ era solo sporgente, ndr). S., dicevo , una tenera ragazza d'altri tempi e anche piuttosto nostalgica, a giudicare dalla sua passione per le vecchie telecronache di Bruno Pizzul e per il bondage vintage. Dovevate vedere la sua faccia stupita quando a casa mia le ho servito degli shottini di crema di gianduiotto nelle mie tazzine del caffè a forma di cazzo! S. non aveva mai visto prima la crema di gianduiotto, da non crederci.
La serata procedeva bene e dopo un po’ i nostri corpi e le nostre anime erano stretti stretti e teneramente intrecciati come quelli di due gemelli siamesi incestuosi e inseparabili prima dell’operazione in cui uno dei due inevitabilmente dovrà soccombere (speriamo lei).
La finale di Petrella era alle porte, non c'era tempo per il romanticismo; lo scontro epico tra Dinamo Schicchi e Bluff Country rivendicava le giuste attenzioni; anche lì, uno solo sarebbe sopravvissuto.  A questo punto una sola domanda, come un’ossessione,  popolava la mia mente e quella di tutti gli appassionati: che cosa collezionava Otto von Bismark?
Questo testo è stato scritto utilizzando le chiavi di ricerca con cui più frequentemente gli avventori occasionali arrivano a questo blog e, quindi, per aumentare il flusso di depravati verso questa piattaforma.
Se vi interessano le statistiche del blog (o se siete dei depravati), potete trovarle su questo link.


LA FINALISSIMA: un’analisi inutile
In tema filmografico, Dinamo Schicchi - Bluff Country è roba da cineteca. Ed è proprio con la cineteca che vogliamo presentare questa finale, perché sebbene molti di voi lettori siano abituati a vedere solo film a luci rosse, e da quando hanno scoperto youporn non si avvicinano più ad un cinema neanche a pagarli (a meno che non ci siano mignotte da pagare, beninteso), altri coglieranno al volo i riferimenti con la stessa facilità con cui Eva Henger coglieva qualcos’altro.
il manager sardo comanda le operazioni
Cominciamo da mammuth: sembra Dziga Vertov, è l’uomo con la macchina da presa, che gira per Palermo e segue sornione tutto quello che succede in Petrella, dall’alto della sua stessa squadra, che sembra averne più di tutti. Ed è qui che si manifesta la sua obiettiva parzialità: non dovrebbe intervenire e registrare solo quello che succede, ma decide lui cosa registrare, e soprattutto come. Gira le riprese saltando il suo spogliatoio, per vedere quello che succede nello spogliatoio avversario, ma in fondo nemmeno gli interessa, è lui che comanda, è lui che dirige la presa, e se Bandula prova ad affondare di prepotenza, lui molto abilmente cambia inquadratura e il possesso palla diventa suo, e prosegue indisturbato verso il sogno del bis.
SirFly invece si deve accontentare della commedia all’italiana, sfortunatamente nemmeno scollacciata: niente Edwige Fenech nuda per lui (qualche mignotta sì, ma purtroppo non ce le mostra), il nostro Asso decide di farsi la partitella col marsigliese millikan e cogliendo abilmente il suo nervosismo, lo riduce a contendente per il terzo posto. Ora vedremo se l’ultimo superstite del salottino bolognese riuscirà a calare l’asso nella manica anche contro mammuth, o se in ogni caso la sua partita sarà giocata come contro il marsigliese o come contro il buon Dio... di certo c’è che per chi uscirà sconfitto, pioveranno santi e madonne.
Un solo ostacolo prima di arrivare al traguardo, una strettoia lungo la quale una sola sarà la corazzata che passerà indenne i mitragliatori che si trova di fronte. Questa è Petrellaaaaaaa! 


La gufata finale: analisi tennico-tattica
I due contendenti arrivano alla finale con lo spettro della retrocessione sulla chiorba: se SirFly è già sicuro di dover ripartire dalla serie inferiore, Mammuth dovrà affrontare sabato uno spareggio-salvezza quanto mai ostico, che potrebbe distogliere energie ed attenzione dalla finalissima. L’avversario è un CAista, e quindi il preistorico potrebbe anche evitare un mots altrimenti scontato, ma sicuramente non c’è felicità in casa Schicchi per il sorteggio.
Schicchi ha il suo punto di forza in un centrocampo granitico, che non dovrebbe quindi essere scalfito da eventuali mots avversari; la difesa non è certo granitica ma sicuramente rappresenta un ostacolo difficile da superare, mentre l’attacco si concentra sulle fasce, dove pure non raggiunge valori trascendentali. Nonostante questo, l’attacco sardo sembra in grado di sfondare le difese non irresistibili di Bluff Country, un team che fa dell’equilibrio il suo punto di forza. Bluff potrà scegliere se sfidare mammuth a centrocampo, optando per un offensivo 2-5-3, oppure coprirsi un po’ con un guardingo 3-4-3. Mammuth, di contro, ha molta più scelta, potendo passare dal 4-5-1 al 2-5-3, passando per il 3-5-2. Sulla carta la partita non ha storia, ma vediamo cosa ne pensa il  

il nostro sensitivo vede in anticipo la finale
Pendolino della finale! 
Pronti via, stadio stracolmo, squadre infiammate, ospiti d’eccezione in tribuna, presidenti avvinghiati a mignotte della zona, capitani pronti a guidare le rispettive squadre, splendida coreografia da parte delle tifoserie: non succede un cazzo per venti minuti buoni. Il pendolo proprio non si muove, vedete come sta fermo e si fa i cazzi suoi? Probabilmente si domanda come minchia è successo che un’istituzione come lui sia stato soppiantato da un mollusco della ceppa. Rallegrandosi al contempo per la sorte del suddetto, ovviamente andato alla ricerca di patate come tutti i gasatori che si rispettino, ma finito in tutt’altra situazione. Attenzione però, all’improvviso il pendolo si muove, forse a causa del fatto che il tipo che lo regge finalmente si ricorda di doverlo anche muovere, perchè sennò col cazzo che si muove da solo. Cerchi larghi, perfettamente regolari, rimandi ai cerchi nel grano: vantaggio schicchi, 1-0! Antonino Maggiore porta in vantaggio i sardi! Ma Bluff Country non ci sta, e sfiora il pari con Petrella, grande parata del portiere di schicchi che ora non mi ricordo come si chiama e non ho voglia di guardarci. Bluff insiste alla ricerca del pari, ma a centrocampo domina schicchi: passaggio sulla destra e 2-0 di Poschl. A questo punto i giocatori di Schicchi abbassano il ritmo e si concentrano a contenere gli avversari. Il pendolino però non gradisce, come si nota chiaramente dall’andamento ondivago e infastidito, che solo ad un occhio non allenato pare esattamente identico a prima: è Giannone il sottocuoco a segnare il 2-1 che riapre la partita. Il match si infiamma, mammuth pure, il gol preannuncia una battagli immediata: magari dopo, fine primo tempo. Possesso schicchi al 56%.
Secondo tempo spumeggiante: dopo appena 5 minuti viene concesso a schicchi un rigore rubatissimo, a dimostrazione definitiva della fede juventina di mammuth. Maggiore tira un cazzotto al tiratore designato, che deve uscire per infortunio: “lo tiro io”! Palla al capitano Timothy in tribuna, il risultato non cambia. Passano altri 5 minuti e Maggiore completa la sua splendida giornata atterrando Dussol in area di rigore: l’intervento è così duro che si infortuna anche il medico accorso per soccorrerlo. Dussol esce per infortunio, non prima di aver ricevuto un giallo per simulazione. Mammuth riceve una telefonata di complimenti da Moggi e Giraudo, mentre Del Piero gli promette la maglia autografata che sognava da tanto tempo. Schicchi non si accontenta del 2-1: Soldi e Misterek portano il parziale sul 4-1. Arrembaggio finale di Bluff Country, ma c’è solo la soddisfazione del 4-2 segnato da Gabriele Petrella. Finisce 4-2: Schicchi campione, per la gioia di tutti i gobbi del mondo! 

STAY TUNED
martedì 14 febbraio ore 19.10 - i pecoroni arena

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Un dì, s'io non andrò sempre gasando
di blog in fed, nú vedrai seduto
su la tua pietra, o Petrel mia, cantando
l’ardor del tuo millikan caduto.

SirFly può sol con buona sorte,
goder di te a trionfo avvenuto:
Ma pur Bandula a te facea la corte
e se ne torna a casa mesto e muto.

Sento gli avversi Numi, è la Gallura
che al roster tuo oppone il carasau,
s incute col proceddu gran paura.

Questo non tanto come il cannonau!
“versi” possenti, che l’ora si fa dura
Vediamo chi ruggisce e chi fa bau…



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Oltre la Petrella: perchè chi vince se ne va lontano...
COPPA DELLE COPPE: 
FINISCE L'AVVENTURA DEL DEPOR
E martedì prossimo supercoppa di federazione con la Taverna di Boe
il Deportivo arriva al capolinea
Un po' a sorpresa, un po' no, il Deportivo Donkaiserzauker finisce la propria avventuara in Coppa delle Coppe. Nella semifinale contro Idioteque, campione della Coppa Oltremella, un Depor forse sazio della promozione diretta in seconda serie si fa sorprendere da un ottimo contropiede schierato dal suo avversario in modo impeccabile.
Succede tutto nel primo tempo: si capisce che non sarà una passeggiata quando al 20' Drenthen sorprende la retroguardia esorcistica portando il risultato sull'1-0. La reazione del Depor è sterile, e dieci minuti più tardi è Pisano (ironia della sorte...) a fissare il risultato sul 2-0. Segni del destino? La partita sembra chiusa, ma a riaccendere la fiammella ci pensa prima Vanoverschelde, che con un capocciata in pieno volto a Ravera lascia Idioteque in dieci uomini e il Depor senza uno dei suoi migliori giocatori. Passa poco che Amadi, con il gol del 1-2 poco prima dell'intervallo, riapre la partita. Nel secondo tempo Idioteque opera alcuni cambi che gli permettono di rendere meno asfissiante il pressing del Deportivo e resistere senza particolari affanni ma anzi rendendosi pericolosi con contropiedi e tiri dalla distanza che comunque non mutano il risultato.
Tutto sembra filare liscio almeno fino agli ultimissimi minuti, quando un rigore dubbio concesso al Depor potrebbe portare le squadre in parità nuovamente: ma l'espertissimo Christensen si fa prendere da un sorprendente attacco di panico e spreca sparando alle stelle la grande occasione. Finisce quindi 2-1, col Depor e la Coppa Petrella che salutano la competizione, non senza qualche rammarico, ma onore a Idioteque che con un roccioso contopiede è riuscito a resistere senza particolari problemi anche in dieci uomini.
Nell'altra semifinale, a gioire, è longdongsilver, campione della Franco Baresi League, che con un perentorio 3-1 spazza via Bagicalcupo al termine di una partita dai notevoli spunti tecnici. Due ottime squadre che hanno fatto dell'equilibrio e della compattezza le loro armi principali, dando vita a un match molto bello e tirato. Le valutazioni viste in queste semifinali, comunque, rendono onore a una Coppa delle Coppe alla sua prima edizione, sì, ma piena di spunti interessantissimi.
Martedì prossimo saranno quindi la Franco Baresi League e la Coppa Oltremella a contendersi lo scettro della Coppa Regina della stagione 47: a longdongsilver e Idioteque i nostri migliori in bocca al lupo!

Martedì prossimo, inoltre, verrà anche disputata la Supercoppa di Federazioni fra la Taverna di Boe e Quelli che Stragasano: il campione della coppa della Taverna, Quelli di Decima (in realtà squadra di V serie molto molto attrezzata), se la vedrà col nostro Mirari e la sua AC Magia, vicecampione della scorsa Coppa Petrella. Anche qua ci aspettiamo spettacolo e di riuscire a portare a casa almeno questo trofeo dopo la dolorosa eliminazione dalla Coppa delle Coppe!