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giovedì 9 febbraio 2012

Semifinali Coppa Petrella XIII

SirFly scopre le sue carte e millikan deve abbandonare il tavolo. Ora sarà gara da "all-in"
SARA’ UN GRANDE BLUFF PER SCHICCHI!
Dinamo Schicchi inarrestabile: le lacrime annegano anche Bandula

Bandula porta in salvo il proprio portiere
Ancora una volta è la dura legge della selezione naturale ad avere la meglio. Annikilator e Bandula non si trovano al vertice della scala alimentare, mammuth e Sirfly hanno più fame e zanne bianche come la luna sempre pronte a rosseggiare del caldo sangue avversario. Il che fa riflettere: alla fine è come se vincesse il cattivo. Strano che nei film non sia mai così, ce ne fosse uno nella mia raccolta di dvd in cui vince l’infame. Ok, magari dovrei provare a non guardare solo video hard, ma vi assicuro che i malvagi ci sono pure lì. E trombano pure! 
Qualcuno dovrà spiegarmi un giorno perché se siamo una società civile, quando è ora di dimostrarlo si affilano le lame! Non lo ritengo corretto, è il solito predicare bene e razzolar male. Vedremo se questa finale sarà un inno al tarallucci e vino o l’ennesima riprova che appena c’è da mostrare chi ce l’ha più lungo tutti pronti a fronteggiarsi (io non partecipo, le misure le prenderà lucaparo... e non col metro!). Ma poi, diciamocelo chiaramente: chi vuole vedere una finale con due vincitori? La competizione ce l’abbiamo dentro, così come la selezione naturale! E allora alzate le gabbie, che entrino i leoni! Questo vale per i finalisti. Tutti gli altri si ricordino il peace and love, il volemose bene, il fare beneficenza ai bisognosi. Quest’ultima soprattutto per le donne.


Dinamo Schicchi - Bandula F.C.
Knock, knock, knockin' On Heaven's door... Eh, sì, si bussa. Si bussa per farsi aprire la porta del Paradiso, si bussa per farsi aprire quella soglia che conduce alla finale. E non una finale qualsiasi, macchè; è la finale della XIII edizione della Coppa Petrella. Mica pizza e fichi.
Siamo a Palermo, all'Arena I Pecoroni, in un'afosa (eh?) serata di febbraio. A battere le nocche sulla porta del Paradiso ci sono la Dinamo Schicchi e il Bandula F.C. Due belle squadre, due manager che sanno cosa vuol dire gasare. Ma chi busserà più forte alla porta del Paradiso?
la bambola cinese sosia di mammuth
Gli addetti ai lavori si sono già espressi. Se non sarà l'anno di Stoppardi, nè l'anno degli Indiani Metropolitani, sarà necessariamente l'anno dello Schicchi-bis. E anche gli spalti sembrano confermare questa previsione, con i supporters sardi più in palla tra cinghiali arrosto e litri di ichnusa, e i tifosi lombardi a mangiar polenta liscia, senza nemmeno un funghetto. Eppure, i manager dei due team ribaltano questa idea; Bandula ben seduto al suo posto, voglioso di fare lo sgambetto al favorito, osserva i suoi schierarsi nell'iperoffensivo 2-5-3 con Messuti, Gecele e Minicucci a comporre un tridente dal grandissimo potenziale. Mammuth invece non c'è; al suo posto una di quelle bambole d'importazione cinese che piangono a dirotto appena togli loro il ciuccio. 
Da notare il fatto che un buon 80% dei presenti non ha notato la differenza almeno fino alla mezz'ora di gioco.
Una mezz'ora di partita completamente dominato da Bandula, dall'indemoniato Messuti e da Angel Duarte, l'autore del vantaggio lombardo. Gioia grande, ma effimera. Sette minuti dopo l'1-0, la Dinamo Schicchi trova pareggio e sorpasso in poco più di 180 secondi grazie alle reti di Poschl e Werkhoven; meglio evitare di descrivere le praterie che Bandula lascia nella sua zona difensiva, basti dire che l’area lombarda pareva il set di “Tè nel deserto” di Bernardo Bertolucci.
Ma la squadra del settentrione non ha alcuna intenzione di mollare, e bussa un'altra volta con Gecele che, rapido come una faina, insacca un pallone che aveva colpito il montante. E' il minuto 40. Che il primo tempo possa concludersi in pari? Giammai, e il gol che la Dinamo Schicchi trova a un minuto dalla pausa non è una semplice bussata, ma un uppercut alla Balboa ad una porta che vacilla pericolosamente. E non è solo la porta del Paradiso ad accusare, è soprattutto Bandula a subire psicologicamente la batosta, come sarà chiarissimo nella ripresa, dove la squadra in svantaggio sparisce letteralmente dal campo lasciando in mano alla Dinamo il pallino del gioco. E la Schicchi, equilibrata nel suo 3-5-2 dalle fasce possenti, non fa altro che sfruttarlo mandando in gol per due volte un Antonino Maggiore sempre più vicino al leggendario fratellone Timothy. Altri due colpi di nocche, e la porta della finale si apre.
Mentre Bandula lascia lo stadio un po' deluso ma fondamentalmente soddisfatto del suo stragasante percorso, mammuth - ricomparso al termine del match, e anche qui l'80% dei presenti non si è accorto per un bel po' della sostituzione del bambolotto, almeno fino a quando il preistorico non ha festeggiato la vittoria con un atto impuro perpetuato ai danni di un paio di tifose palermitane - mammuth, dicevamo, oltrepassa la soglia del Paradiso, camminando verso la fulgida luce della finale. Dinamo Schicchi-Bluff Country. Che vinca il migliore.


Bluff Country – Annikilator
Eccoci arrivati alle attese semifinale della XIII edizione di coppa Petrella! Oggi vedremo fronteggiarsi la squadra di SirFly_McMai e Millikan. I tifosi si sono attrezzati di crema solare per la partita, ma in realtà si ritrovano 1 metro di neve al comunale “Filippo Raciti” a Palermo. Le squadre si fronteggiano con due formazioni super-offensive: un 3-4-3 contro un 2-5-3.
Pronti? Via! Le squadre si studiano per il primo quarto d’ora, ma Bluff al 15esimo mette la testa fuori dalla propria area e Jacob Timson la piazza lì dove il portiere non riesce ad arrivare. La panchina non riesce ad esultare che Annikilator pareggia i conti con Stein Holm che buca centralmente la difesa avversaria.
Dopodiché è da segnalare una buona occasione per parte con Paolo Visona e Don Wiebes più pericolosi di tutti, ma non fanno altro che procurare grandi spaventi ai portieri avversari. Al 32esimo, Bluff Country subisce un calcio di punizione, ma il mister deve aver studiato molto gli avversari in quanto i suoi giocatori difendono egregiamente e con un contropiede rapido riescono a ribaltare la situazione procurandosi un calcio di punizione dal limitare dell’area avversaria. Il tiro che ne consegue risulta fiacco e fuori dallo specchio della porta,  e sembra sprecato. Ma è in realtà un'idea studiata a tavolino – la traiettoria sbilenca viene tramutata in un cross verso Gabriele Petrella, appena uscito dal Centro Benessere e appostato in area ad attenderla. Ed è il 2 – 1 che permette al giovane Gabriele di continuare il sogno di impadronirsi della coppa con il suo nome.
Nella pausa fra il primo e il secondo tempo gli allenatori danno una svegliata ai giocatori distribuendo i cataloghi con le schede tecniche e la localizzazione delle mignotte della zona che sono pronte ad attenderli in caso di vittoria. Millikan deve aver avuto i contatti migliori in quanto al 49esimo pareggia i conti spedendo in porta Ulf Robertsson.
I giocatori di Annikilator, galvanizzati dal pareggio istantaneo, spingono cercando il terzo gol per i seguenti 15 minuti, ma si sbilanciano troppo, lasciando le terga scoperte e ampi margini di manovra alla Bluff Country. Infatti tra il 70esimo e l’82esimo si apre il sipario del McMai Show con 4 gol in fila realizzati da Jacob Timson, Andrie Sluiters e da Edgardo Pancrazi, un pensionato che passava di lì per caso e che si ritrova invece autore inconsapevole di una doppietta.
SirFly esulta e se ne và sul 6-2
A questo punto il punteggio è fisso sul 6-2, SirFly convinto di essere a Wimbledon esulta e saluta i giudici di linea e il pubblico del centrale andando verso gli spogliatoi assieme alla propria squadra... millikan ne approfitta subito e con una reazione d’orgoglio getta la squadra all’attacco; tattica opportunista che non trova opposizione e permette a Ulf Robertsson di piazzare due volée vincenti che gli valgono la gloria personale di un bell’hattrick e il 6-4 finale che consente all'annikilator di salvare la faccia.  
Una partita tesa, spettacolare, piena di colpi di classe e gol che sicuramente è valsa il prezzo del biglietto. Da segnalare anche l’infortunio di Gianfranco Moneta che paga dazio al 78esimo per Bluff Country, una brutta tegola per il manager trevigiano che sicuramente peserà nella finale della coppa più amata d’Italia.
Inutile dire che i festeggiamenti con le mignotte della zona,  a cui hanno preso parte entrambe le squadre, gli arbitri, telecronisti, dirigenti, allenatori, tifosi etc… sono durati tutta la notte tra Black Jack, roulette e fiumi di rum.


Principe per una notte
Perché a questo punto la corona se la piglia tra 7 giorni
Edgardo Pancrazi nasce in un luogo non meglio precisato 29 anni fa.
Nessuno sa chi sia la madre: il piccolo, di appena 2 giorni di vita, viene infatti abbandonato davanti ad un convento di suore orsoline dedite alla madonna insanguinata di Tampax, che si trova al confine tra l'Arkansas, il Nebraska e il Molise.
il piccolo Edgardo al suo arrivo in convento
Un biglietto messo all'interno della cesta in vimini sanciva il nome di battesimo del piccolo Edgardo: "sono la madre del bambino, ma non ho un lavoro e non ho i soldi per mantenerlo. Vi prego, abbiatene cura, perché merita tutto l'affetto del mondo. Il padre è morto mentre faceva immersioni al largo di Capri, fatto a pezzi dalle eliche di una nave di crociera Napoletana. Vi chiedo solo una cortesia, chiamatelo con il nome che ho scelto io e che mi ricorda il papà: Anale a secco."
Le suore, poiché il loro ordinamento ammette l'anale solo con l'accompagnamento di sabbione e ghiaia intinto nel miele di castagno, decisero di cambiare il nome in Edgardo, che ricordava tanto quel bravo ragazzo olandese con quegli occhiali un po' retrò che tutte le settimane passava in convento per insegnare alla religiose l'uso della mazza.
Il ragazzo cresce bene e forte, ma l'ambiente di clausura ne soffoca le velleità artistiche confondendolo oltremodo in una chiara identità sessuale: la mancanza di una figura paterna si fa sentire, e l'allontanamento dell'Olandese Edgar dall'Italia fa il resto, rendendo il giovane completamente assessuato ma abilissimo nello sperlinamento di rosari e nella lettura delle sacre scritture.
Raggiunta la maggiore età, decide di confrontarsi con il mondo esterno, abbandonando il convento non prima di aver sterminato ad una ad una le povere suore solo perché una vocina nel sonno glielo aveva detto.
E' nel calcio che il piccolo Edgardo trova la sua valvola di sfogo,trovando un ingaggio in una squadra: non è dato sapere quale sia questa squadra anche perché, non appena si leva i calzini croccanti negli spogliatoi, ammazza l'intera rosa rendendo un bot il suo primo club professionistico.
Le conseguenze sono scontate: Olanda, Polonia, Spagna, ancora Polonia, Uruguay, sono le tappe di una fuga ad oltranza dalla legge, nel tentativo di sfuggire all'accusa di omicidio plurimo volontario ma anche alla richiesta da parte del giudice Chanteclaire di scoprire l'ebbrezza dell'igiene personale e del sapone intimo al profumo di Marsiglia.
L'odissea di Edgardo si conclude in terra sudamericana quando un manager salentino, Astro R., durante una battuta di caccia nella pampa alla ricerca di giovani skillini merinos, lo incontra e ne rimane folgorato.
L'olezzo al roquefort, l'alto grado alcoolico, il capezzolo turgido e invitante sono un chiaro segnale che il giovane Astro coglie al volo: è l'anima gemella, la spranga che ha sempre cercato, il buco nero in cui affogare i dispiaceri di una squadra bannata a vita e una calvizia galoppante che presenta il conto anzitempo, la dolce metà da presentare all'amico Lucaparo.
Il resto è storia nota: l'intermediazione dell'amico Flavio, il rientro in Italia con documenti falsi, le presenze in Petrella per non destare sospetti e il nido d'amore bolognese che fiorisce di passione e sentimento: per Pancrazi è un nuova vita, la felicità tanto cercata che lo rende finalmente un uomo libero e sereno, tanto da renderlo persino un calciatore quasi vero. Chiedete a Millikan se non ci credete.

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Caffè scorretto 
(una rubrica ottimizzata per i motori di ricerca)
Ormai siamo alla finale di Petrella, i bambini sono a letto con i loro sogni innocenti popolati di nani battoni e sodomiti che gremiscono gli spalti degli stadi palermitani mentre una sexyguardalinee sgambetta sull'erba e sventola in faccia a un recidivo Tippete, ricascato ancora una volta nella cocaina, un cartellino rosso con la foto al mare di Maria Giovanna Elmi nuda e quindi, visto che queste giovani anime innocenti dormono abbracciate ai loro orsetti del cuore - dicevo - possiamo finalmente confidarcelo: a chi non piacciono i culi grossi?
Proprio ieri ero a fare il mio solito giro di ricognizione sui viali, alla ricerca di donne che anche loro avessero letto Edmondo De Amicis e che in virtù di questa innegabile affinità intellettuale fossero disposte a farmi uno sconto sui canonici 50 euro accettando un invito a venire da me a bere qualcosa di caldo per parlare del più e del meno ma soprattutto dell'incolmabile dislivello ontologico che separa uno sconto da un'ammucchiata.
E' così che ho incontrato S., una simpatica ragazza dalla vagina sporgente (badate bene sporgente, a scanso di equivoci, niente ‘’sorpresine’’ era solo sporgente, ndr). S., dicevo , una tenera ragazza d'altri tempi e anche piuttosto nostalgica, a giudicare dalla sua passione per le vecchie telecronache di Bruno Pizzul e per il bondage vintage. Dovevate vedere la sua faccia stupita quando a casa mia le ho servito degli shottini di crema di gianduiotto nelle mie tazzine del caffè a forma di cazzo! S. non aveva mai visto prima la crema di gianduiotto, da non crederci.
La serata procedeva bene e dopo un po’ i nostri corpi e le nostre anime erano stretti stretti e teneramente intrecciati come quelli di due gemelli siamesi incestuosi e inseparabili prima dell’operazione in cui uno dei due inevitabilmente dovrà soccombere (speriamo lei).
La finale di Petrella era alle porte, non c'era tempo per il romanticismo; lo scontro epico tra Dinamo Schicchi e Bluff Country rivendicava le giuste attenzioni; anche lì, uno solo sarebbe sopravvissuto.  A questo punto una sola domanda, come un’ossessione,  popolava la mia mente e quella di tutti gli appassionati: che cosa collezionava Otto von Bismark?
Questo testo è stato scritto utilizzando le chiavi di ricerca con cui più frequentemente gli avventori occasionali arrivano a questo blog e, quindi, per aumentare il flusso di depravati verso questa piattaforma.
Se vi interessano le statistiche del blog (o se siete dei depravati), potete trovarle su questo link.


LA FINALISSIMA: un’analisi inutile
In tema filmografico, Dinamo Schicchi - Bluff Country è roba da cineteca. Ed è proprio con la cineteca che vogliamo presentare questa finale, perché sebbene molti di voi lettori siano abituati a vedere solo film a luci rosse, e da quando hanno scoperto youporn non si avvicinano più ad un cinema neanche a pagarli (a meno che non ci siano mignotte da pagare, beninteso), altri coglieranno al volo i riferimenti con la stessa facilità con cui Eva Henger coglieva qualcos’altro.
il manager sardo comanda le operazioni
Cominciamo da mammuth: sembra Dziga Vertov, è l’uomo con la macchina da presa, che gira per Palermo e segue sornione tutto quello che succede in Petrella, dall’alto della sua stessa squadra, che sembra averne più di tutti. Ed è qui che si manifesta la sua obiettiva parzialità: non dovrebbe intervenire e registrare solo quello che succede, ma decide lui cosa registrare, e soprattutto come. Gira le riprese saltando il suo spogliatoio, per vedere quello che succede nello spogliatoio avversario, ma in fondo nemmeno gli interessa, è lui che comanda, è lui che dirige la presa, e se Bandula prova ad affondare di prepotenza, lui molto abilmente cambia inquadratura e il possesso palla diventa suo, e prosegue indisturbato verso il sogno del bis.
SirFly invece si deve accontentare della commedia all’italiana, sfortunatamente nemmeno scollacciata: niente Edwige Fenech nuda per lui (qualche mignotta sì, ma purtroppo non ce le mostra), il nostro Asso decide di farsi la partitella col marsigliese millikan e cogliendo abilmente il suo nervosismo, lo riduce a contendente per il terzo posto. Ora vedremo se l’ultimo superstite del salottino bolognese riuscirà a calare l’asso nella manica anche contro mammuth, o se in ogni caso la sua partita sarà giocata come contro il marsigliese o come contro il buon Dio... di certo c’è che per chi uscirà sconfitto, pioveranno santi e madonne.
Un solo ostacolo prima di arrivare al traguardo, una strettoia lungo la quale una sola sarà la corazzata che passerà indenne i mitragliatori che si trova di fronte. Questa è Petrellaaaaaaa! 


La gufata finale: analisi tennico-tattica
I due contendenti arrivano alla finale con lo spettro della retrocessione sulla chiorba: se SirFly è già sicuro di dover ripartire dalla serie inferiore, Mammuth dovrà affrontare sabato uno spareggio-salvezza quanto mai ostico, che potrebbe distogliere energie ed attenzione dalla finalissima. L’avversario è un CAista, e quindi il preistorico potrebbe anche evitare un mots altrimenti scontato, ma sicuramente non c’è felicità in casa Schicchi per il sorteggio.
Schicchi ha il suo punto di forza in un centrocampo granitico, che non dovrebbe quindi essere scalfito da eventuali mots avversari; la difesa non è certo granitica ma sicuramente rappresenta un ostacolo difficile da superare, mentre l’attacco si concentra sulle fasce, dove pure non raggiunge valori trascendentali. Nonostante questo, l’attacco sardo sembra in grado di sfondare le difese non irresistibili di Bluff Country, un team che fa dell’equilibrio il suo punto di forza. Bluff potrà scegliere se sfidare mammuth a centrocampo, optando per un offensivo 2-5-3, oppure coprirsi un po’ con un guardingo 3-4-3. Mammuth, di contro, ha molta più scelta, potendo passare dal 4-5-1 al 2-5-3, passando per il 3-5-2. Sulla carta la partita non ha storia, ma vediamo cosa ne pensa il  

il nostro sensitivo vede in anticipo la finale
Pendolino della finale! 
Pronti via, stadio stracolmo, squadre infiammate, ospiti d’eccezione in tribuna, presidenti avvinghiati a mignotte della zona, capitani pronti a guidare le rispettive squadre, splendida coreografia da parte delle tifoserie: non succede un cazzo per venti minuti buoni. Il pendolo proprio non si muove, vedete come sta fermo e si fa i cazzi suoi? Probabilmente si domanda come minchia è successo che un’istituzione come lui sia stato soppiantato da un mollusco della ceppa. Rallegrandosi al contempo per la sorte del suddetto, ovviamente andato alla ricerca di patate come tutti i gasatori che si rispettino, ma finito in tutt’altra situazione. Attenzione però, all’improvviso il pendolo si muove, forse a causa del fatto che il tipo che lo regge finalmente si ricorda di doverlo anche muovere, perchè sennò col cazzo che si muove da solo. Cerchi larghi, perfettamente regolari, rimandi ai cerchi nel grano: vantaggio schicchi, 1-0! Antonino Maggiore porta in vantaggio i sardi! Ma Bluff Country non ci sta, e sfiora il pari con Petrella, grande parata del portiere di schicchi che ora non mi ricordo come si chiama e non ho voglia di guardarci. Bluff insiste alla ricerca del pari, ma a centrocampo domina schicchi: passaggio sulla destra e 2-0 di Poschl. A questo punto i giocatori di Schicchi abbassano il ritmo e si concentrano a contenere gli avversari. Il pendolino però non gradisce, come si nota chiaramente dall’andamento ondivago e infastidito, che solo ad un occhio non allenato pare esattamente identico a prima: è Giannone il sottocuoco a segnare il 2-1 che riapre la partita. Il match si infiamma, mammuth pure, il gol preannuncia una battagli immediata: magari dopo, fine primo tempo. Possesso schicchi al 56%.
Secondo tempo spumeggiante: dopo appena 5 minuti viene concesso a schicchi un rigore rubatissimo, a dimostrazione definitiva della fede juventina di mammuth. Maggiore tira un cazzotto al tiratore designato, che deve uscire per infortunio: “lo tiro io”! Palla al capitano Timothy in tribuna, il risultato non cambia. Passano altri 5 minuti e Maggiore completa la sua splendida giornata atterrando Dussol in area di rigore: l’intervento è così duro che si infortuna anche il medico accorso per soccorrerlo. Dussol esce per infortunio, non prima di aver ricevuto un giallo per simulazione. Mammuth riceve una telefonata di complimenti da Moggi e Giraudo, mentre Del Piero gli promette la maglia autografata che sognava da tanto tempo. Schicchi non si accontenta del 2-1: Soldi e Misterek portano il parziale sul 4-1. Arrembaggio finale di Bluff Country, ma c’è solo la soddisfazione del 4-2 segnato da Gabriele Petrella. Finisce 4-2: Schicchi campione, per la gioia di tutti i gobbi del mondo! 

STAY TUNED
martedì 14 febbraio ore 19.10 - i pecoroni arena

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Un dì, s'io non andrò sempre gasando
di blog in fed, nú vedrai seduto
su la tua pietra, o Petrel mia, cantando
l’ardor del tuo millikan caduto.

SirFly può sol con buona sorte,
goder di te a trionfo avvenuto:
Ma pur Bandula a te facea la corte
e se ne torna a casa mesto e muto.

Sento gli avversi Numi, è la Gallura
che al roster tuo oppone il carasau,
s incute col proceddu gran paura.

Questo non tanto come il cannonau!
“versi” possenti, che l’ora si fa dura
Vediamo chi ruggisce e chi fa bau…



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Oltre la Petrella: perchè chi vince se ne va lontano...
COPPA DELLE COPPE: 
FINISCE L'AVVENTURA DEL DEPOR
E martedì prossimo supercoppa di federazione con la Taverna di Boe
il Deportivo arriva al capolinea
Un po' a sorpresa, un po' no, il Deportivo Donkaiserzauker finisce la propria avventuara in Coppa delle Coppe. Nella semifinale contro Idioteque, campione della Coppa Oltremella, un Depor forse sazio della promozione diretta in seconda serie si fa sorprendere da un ottimo contropiede schierato dal suo avversario in modo impeccabile.
Succede tutto nel primo tempo: si capisce che non sarà una passeggiata quando al 20' Drenthen sorprende la retroguardia esorcistica portando il risultato sull'1-0. La reazione del Depor è sterile, e dieci minuti più tardi è Pisano (ironia della sorte...) a fissare il risultato sul 2-0. Segni del destino? La partita sembra chiusa, ma a riaccendere la fiammella ci pensa prima Vanoverschelde, che con un capocciata in pieno volto a Ravera lascia Idioteque in dieci uomini e il Depor senza uno dei suoi migliori giocatori. Passa poco che Amadi, con il gol del 1-2 poco prima dell'intervallo, riapre la partita. Nel secondo tempo Idioteque opera alcuni cambi che gli permettono di rendere meno asfissiante il pressing del Deportivo e resistere senza particolari affanni ma anzi rendendosi pericolosi con contropiedi e tiri dalla distanza che comunque non mutano il risultato.
Tutto sembra filare liscio almeno fino agli ultimissimi minuti, quando un rigore dubbio concesso al Depor potrebbe portare le squadre in parità nuovamente: ma l'espertissimo Christensen si fa prendere da un sorprendente attacco di panico e spreca sparando alle stelle la grande occasione. Finisce quindi 2-1, col Depor e la Coppa Petrella che salutano la competizione, non senza qualche rammarico, ma onore a Idioteque che con un roccioso contopiede è riuscito a resistere senza particolari problemi anche in dieci uomini.
Nell'altra semifinale, a gioire, è longdongsilver, campione della Franco Baresi League, che con un perentorio 3-1 spazza via Bagicalcupo al termine di una partita dai notevoli spunti tecnici. Due ottime squadre che hanno fatto dell'equilibrio e della compattezza le loro armi principali, dando vita a un match molto bello e tirato. Le valutazioni viste in queste semifinali, comunque, rendono onore a una Coppa delle Coppe alla sua prima edizione, sì, ma piena di spunti interessantissimi.
Martedì prossimo saranno quindi la Franco Baresi League e la Coppa Oltremella a contendersi lo scettro della Coppa Regina della stagione 47: a longdongsilver e Idioteque i nostri migliori in bocca al lupo!

Martedì prossimo, inoltre, verrà anche disputata la Supercoppa di Federazioni fra la Taverna di Boe e Quelli che Stragasano: il campione della coppa della Taverna, Quelli di Decima (in realtà squadra di V serie molto molto attrezzata), se la vedrà col nostro Mirari e la sua AC Magia, vicecampione della scorsa Coppa Petrella. Anche qua ci aspettiamo spettacolo e di riuscire a portare a casa almeno questo trofeo dopo la dolorosa eliminazione dalla Coppa delle Coppe!




11 commenti:

  1. Vincerò sicuramente la finale

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  2. Bello bello bello, come sempre...

    La redazione non stecca mai.

    Grandissimi

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  3. Risposte
    1. Senti bel bambino. Stai lontano dalla Petrella, non è roba che si mangia. Stai composto a tavola e soprattutto vai a dormire! Ogni ora di sonno in più è un'ora in meno in cui mangi o canti una delle tue orribili nenie.
      Ah. Avverti papà che domani arrivano i servizi sociali.

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  4. Grande editoriale! applausi come sempre!

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  5. Se non vinco questa Petrella mi ritiro da Hattrick, è impossibile perdere contro Sircoso!

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  6. che figura di merda che ho fatto fare alla Petrella... merito la crocifissione in sala mensa.

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    1. Indubbiamente è stata una delusione la tua dipartita...

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  7. dai primi editoriai non avrei mai detto che vi potevate migliorare,
    ed invece......

    ma che facevoprima senza gasare e senza i gasatori?

    vince schicchi ma tifo buffy perchevince.
    eh eh eh!!!


    kallos di kalleidosil migliore

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