Link alla piattaforma ufficiale

giovedì 2 febbraio 2012

Editoriale Quarti - Coppa Petrella XIII

Quattro Candidi non fanno un Maggiore, Schicchi passa di forza.
IL TRAMONTO DEL COTECHINO LARDELLATO: 
MILLIKAN, È IMPRESA VERA!
Sir Fly al cadiopalma, Bandula schiaccia il Verm8 e guarda avanti: ecco a voi i Magnifici 4!
Mentre ancora qualcuno si lamenta del sorteggio integrale, mentre altri si scagliano contro la malasorte per la loro fuoriuscita, mentre quasi tutti si chiedono cosa (gli) stesse facendo la moldava a fianco di Schettino, la Petrella va avanti incurante di tutto il resto, il palcoscenico è solo suo, è la stella più brillante che illumina a giorno qualsiasi team di hattrick. Ecco che arriva la resa, con l’onore delle armi, per Levo, un cammino che con un pizzico di fortuna non sarebbe stato interrotto, ironia della sorte, proprio da Petrella. Ecco che arriva lo stop per folkzanna, una Schicchi troppo Maggiore sulla sua strada. Esce anche Verm8 dopo l’impresa sulla Maltenese contro un Bandula col coltello tra i denti. Annikilator completa il quartetto dei semifinalisti, coloro che hanno saputo interpretare al meglio la giusta priorità degli eventi. Ed è per loro infatti che The show must go on. In bocca al lupo, e che vinca il migliore. 
 
Dinamo Schicchi - Folkzanna Team 4-2
È uno scontro tra titani quello andato in scena al pecoroni arena martedì sera, con un Folkzanna Team che non aveva nessuna intenzione di fare la figura della vittima designata contro la Schicchi del preistorico che non piangeva così tanto dal tempo dell’estinzione dei suoi simili!
il preistorico ritratto durante il lungo prepartita
Le squadre vengono schierate con due cazzuttissimi 3-5-2 con entrambe le formazioni che puntano sugli attacchi laterali per asfaltare la difesa avversaria. Nel frattempo mammuth, nonostante tra una piangina e l’altra mostri una certa boria di superiorità, per sicurezza prende accordi con un manipolo di poliziotti che vanno sugli spalti ad accerchiare i soliti numerosi parenti dei Candido in campo, nell’evidente tentativo di intimorire i punti di forza della squadra veneta. Questa losca mossa sembra dare i suoi frutti visto che i giocatori di Folkzanna risultano fermi sulle gambe e, prima Beksultanov poi il solito Antonino Maggiore, portano la Dinamo sul 2 a 0. Ma a questo punto i canti FOLKloristici dei tifosi accerchiati contagiano anche i celerini che si mettono ad inneggiare insieme a loro alle imprese degli alpini a suon di grappa.
la tattica pianginista prende piede ovunque
Impauriti dal frastuono gli uomini di Schicchi arretrano, mentre uno dei Candido, il bel Giovannone per l’esattezza, riprende vigore e va ad accorciare di testa su calcio d’angolo. Sulle ali dell’entusiasmo Folkzanna sfiora il pareggio ad inizio ripresa, ma è un fuoco fatuo visto che ancora Maggiore allunga per i suoi con un bel tiro a volo. È la svolta della partita, perché mentre poco prima Folkzanna aveva rinforzato il centrocampo con un paio di sostituzioni ad hoc e mettendo offensivo anche il portiere, una volta sul 3 a 1 la compagine sarda ha serrato le fila delle fasce difensive con altrettanti cambi.
Tattica perfetta per mammuth che tra un “complimenti a Folkzanna” e un “che stagione di merda, non vinciamo un cazzo” vede Misterek segnare anche il quarto gol. Una punizione fin troppo dura per la squadra dei Candido e l’acuto di Aristotele a dieci minuti dalla fine per il definitivo 4 a 2 sembra proprio l’ultimo grido di un campione che non vuole accettare la resa. Ma ormai è tardi e la corazzata Dinamo Schicchi centra la semifinale di Petrella e, dopo quest’ultima impresa, quella che gli si apre davanti pare essere un’autostarda verso la gloria finale, con tanto di telepass a bordo!

Annikilator - Ballanza 
Collica arena, a.d. 2012... ma 2011 tifosi presenti per godersi lo spettacolo. quello che manca, l’ad appunto, è proprio millikan, ancora seduto sulla tazza per lo spauracchio di dover affrontare un veterano della competizione come Sine, il cui nome incute timori in tutti i suoi avversari per il noto ardore che immette nel nobile intento della Petrella.
2-5-3 speculari per le due squadre, per una partita  che promette di far vincere chi segnerà un gol in più piuttosto che subirne uno in meno, come Zeman insegna. Ma per segnare un gol in più, bisogna avere fame ed essere un po’ pazzi.
Ecco quindi che millikan agghinda i suoi di un’improbabile maglietta, che però lancia molto bene il messaggio “Petrella, sei il mio tessoro!”
E’ comunque partita maschia e Ballanza non esita certo a gettarsi nella mischia. Se ne accorge millikan quando dopo 23 minuti dall’inizio sente bussare alla porta del bagno: è il veterano Eivind Overholdt che piagnucola qualcosa sul suo catetere staccato. Incazzatissimo il suo compagno di squadra Stein Holm che 4 minuti più tardi tenta di azzoppare Tynskä, ma finirà insieme al compagno in una camera d’ospedale dopo 10 minuti della ripresa. Non tutti i mali vengono per nuocere comunque: al posto del nonnetto entra il palestrato ciclista svizzero dalla spiccata passione musicale Ulrich Schwarzenbach che dopo il vantaggio insaccato dal brasileiro Leão schiaffa dentro di prepotenza il raddoppio, Piszczyło poco più tardi insaccherà il 3 a 0, per un primo tempo che vede gli uomini di Ballanza passarsi la palla a centrocampo senza mai riuscire ad affondare il colpo.
Al rientro negli spogliatoi Sine, sin qui impegnato a sgozzare maiali, arriva tra gli armadietti senza proferir verbo, ma grondante di sangue e col coltello in mano. La sua squadra sembra capire il riferimento ma per essere più chiaro tiene Krzysztof Jurski negli spogliatoi e fa entrare il turco Zerak, sperando in un immediato impatto vista la minaccia (il giovane turco ha già rischiato di dover convertirsi a causa dell’elevata presenza di suini anche nei campi di allenamento della squadra, ndr). Il primo impatto invece, l’abbiamo già anticipato prima, lo subisce Holm e millikan, alla ricerca di un rotolone Regina per poter uscire dal bagno, ordina a Willy Wollank di far fare un giro alle proprie fabbriche ai giocatori avversari. Il manager veronese riesce a raggiungere la tribuna giusto in tempo per godersi una giocata da Maradona del suo Mcdaniel vanificata da un prodigioso intervento del portiere avversario, imprecando contro il talentuoso giocatore per non aver segnato. Forse, nonostante i ripetuti insegnamenti, non ha ancora capito cosa significhi imprecare contro Sua Specialità l’Imprevedibile? Ecco servito quindi l’uno-due che porta le firme di Spompato e Gàrriz e costringono millikan ad una maratona a  chiappe strette verso la toilette. Che cerca di interrompere, fiero di sé e delle sue offese, all’82’ quando Ballanza resta in dieci per l’infortunio di Sambri, subentrato 12 minuti prima a Lanzi, e si ritrova nell’impossibilità di sostituirlo. Basta però un minuto per rendergli necessario un cambio di mutande: Kuzka infatti sigla il 3 a 3. Esterrefatto, dilaniato dal terrore, il veronese scoppia in un pianto a dirotto chiedendo scusa all’Imprevedibile ma anche al proprietario della tintoria che dovrà lavare le sue mutande, e visto il suo redimersi verso la fede, è proprio il suo Don a siglare il definitivo 4-3: Don Wiebes infatti incitato dall’intero stadio (quindi da poco meno di 46.000 seggiolini vuoti), si invola sulla sinistra e tra una preghiera e un salmo, lascia partire una barbogia sulla quale il portiere avversario non può nulla.
Don Wiebes mostra i gol segnati ai tifosi avversari
Semifinale quindi per annikilator, complimenti a lui, e i migliori auguri all’omino bianco che avrà l’arduo compito di sistemare le mutande del patron del team veronese.



A.C. Levo - Bluff Country
Cielo grigio, triste. Sembra stia per piovere. Un vecchietto passa sul piazzale del Santiago "Ghito" Vernazza, diretto a casa; si alza il bavero per contrastare il freddo pungente. Un freddo che si scioglie appena varcate le soglie dell'impianto, un freddo che si trasforma in fretta nel calore gasante delle due tifoserie.
Signori, sono i quarti di Petrella, e l'entusiasmo è oltre l'immaginabile. A.C. Levo contro Bluff Country. L'armata celtica che ha schiantato il niubbo esercito greco di Kallos affronta il manager che non si è lasciato abbindolare dall'espressione facciale più suggestiva di Zoolander. Partita che promette scintille e che sfodererà un intero arsenale di fuochi d'artificio.
Al calcio d'inizio il druido schiera i suoi uomini in un 3-5-2 bello compatto, mentre Sir Fly si affida ad un 2-5-3 che ha tutta l'intenzione di segnare un gol in più degli altri, grazie anche all'aiuto del tridente composto da Dussol, da Marmora e dal nomen omen Gabriele Petrella.
Pronti, via. E Levo passa in vantaggio con Strandberg. Prime avvisaglie di una partita non proprio noiosa, e di un primo tempo in cui ogni azione pericolosa si tramuta in rete. Difficile capire dove inizi il cinismo degli attacchi e dove inizi la svagatezza del reparto arretrato, ma sta di fatto che dopo 10 minuti dal primo gol arriva il pari Bluff con la capocciata di Arigò, quindi il nuovo vantaggio celtico con Belloni. E prima del duplice fischio, tre minuti pazzeschi la cui risultante è il 3-3 (Dussol e Petrella per Sir Fly, Manrique per il druido) con cui le squadre vanno a riposo. Ma non c'è nessun tè caldo per i 22 scesi in campo nel primo tempo, perchè l'atmosfera sempre più infuocata dello stadio è più adatta per una bella granita al tamarindo, gentilmente offerta da uno degli sponsor di questa Petrella palermitana. Una simpatica iniziativa che rischia di trasformarsi in tragedia, perchè Guarino Marmora di Bluff si ricorda d'essere allergico al tamarindo solo dopo aver consumato tredici granite. Portato urgentemente in ospedale, se la caverà. Al posto di Marmora entra Timson, ed è l'unico avvicendamento durante la pausa. Vogliosi di dedicare la vittoria allo sfortunato compagno, i ragazzi di Sir Fly iniziano alla grande il secondo tempo, sfiorando il gol al 46° per poi metterlo a segno nove minuti più tardi ancora con Arigò. Un vantaggio da difendere, e il manager di Country mette forze fresche a centrocampo per contrastare la prevedibile reazione di Levo, che non si fa attendere e per la quale ogni contromossa risulta inutile. E' Oland a trasformare un'azione solitaria nel 4-4 dopo soli cinque minuti dal gol di Bluff; e sull'onda lunga dell'entusiasmo per il pareggio raggiunto, unitamente al cambio di modulo (fuori un difensore, Oland, dentro un attaccante, Drzewiecki), Belloni trova anche la 5° rete per l'A.C. Levo. E siamo al 73°.
Country non ci sta, e torna a premere il piede sull'acceleratore. Con ottimi risultati, perchè all'80° minuto Timson trafigge per la quinta volta Baranik, impattando ancora il match. Gol con dedica a Marmora.
Dopo una nuova opportunità per Levo, il fattaccio: il terzino celtico Rosario Clerici, cugino dell'Antonella nazionale, appesantito dopo il cappone ripieno preparatogli dalla parente prima della partita, incassa il secondo giallo e si ritrova sotto la doccia ancor prima d'aver ben capito cosa sia successo. Levo in dieci, ma negli ultimi cinque minuti del tempo regolamentare Bluff non riesce ad approfittarne.
Clerici inveisce contro l’arbitro dopo l’espulsione
Supplementari. Con l'espulsione di Clerici il team del druido è praticamente senza difesa, con la propria fascia sinistra completamente scoperta. E La Mucca, coach di Bluff, tra un muggito e l'altro l'ha notato; ordina ai suoi di portare ogni azione da quella parte del campo. Basta la prima. Condotta magistralmente da un uomo il cui destino è scritto nel nome. Gabriele Petrella. Doppio passo a saltare uno dei pochi celtici rimasti a sorvegliare la porta di Baranik, qualche metro di corsa e staffilata a gonfiare la rete. Il Golden Gol, la Sudden Death. Lo stadio rimane ammutolito un nanosecondo, per poi esplodere; chi in un pianto, chi in una gioia irrefrenabile. Petrella viene portato in trionfo, un paio lo trascinano anche per le orecchie quasi assaporando già il momento in cui sarà l'omonima coppa ad essere mostrata ai propri tifosi.
Il druido dovrà rivedere la composizione della sua pozione per la prossima edizione, ma è sulla buonissima strada; un paio di ingredienti qua, qualche ingrediente in meno là, e la vittoria non sarà così lontana.
La gloria immediata è però di Sir Fly, proiettato in semifinale dove affronterà un annikilator con un paio di infortuni da smaltire. Match dal grandissimo gasamento, dalla temperatura bollente. Magari senza granite al tamarindo per Marmora.




Verm8 - Bandula F.C.

Racing P-ark di Palermo, 1029 spettatori, numerose le personalità presenti. In tribuna vip c'è anche lucaparo, tra gli altri, che posa per i fotografi e sorride bonario. Come se avesse una zucchina su per il culo. Le impietose moviole serali dimostreranno la reale presenza dell’ortaggio.
Daveth dà le ultime indicazioni ai suoi 
centrocampisti prima del fischio d’inizio
Nelle attese della vigilia Verm8 - Bandula si presenta come una partita equilibrata, sarà il campo a dirimere questo equilibrio; non è una sfida semplice, le due squadre si studiano guardinghe e circospette, come sareste voi se io vi chiedessi qual è il participio passato di dirimere.
In campo prevale un tatticismo spregiudicato, Verm8 schiera tutti i suoi centrocampisti (otto) e riempie i due buchi che rimangono scoperti con un difensore e un attaccante a caso. Un ''tutti al centro'' d'altri tempi, una gang bang verde-hattrick che aspetta solo la benedizione di John Random e intanto strizza l'occhio a marrundo e al motore di gioco.
Dall'altra parte Bandula non si lascia intimidire, mette in campo un 2-5-3 speculare, ma alleggerisce il centrocampo a favore dell'attacco e non si scopre troppo in difesa, dove invece copre oltremodo un lato abbandonandosi all'antica tattica del ''cazzo di cane''.
A dispetto dell’atteggiamento arrembante delle formazioni in campo, la partita è un inno al minimalismo. Tre azioni e altrettanti gol, uno da una parte e due dall'altra, saranno le uniche note di cronaca. La spunta Bandula con una precisione chirurgica: l'operazione quarti porta la firma del dottor Scali e del dottor Finkers, che col loro bisturi amputano i sogni di gloria di Verm8. 2 a 1 e accesso alle semifinali.
In tanti tra gli specialisti già indicavano Daveth come vincitore morale della competizione dopo l'eliminazione del suo maestro ErreA. Purtroppo per lui però, c'è solo un requisito per essere dei vincitori morali: perdere. E comunque è dalle sconfitte che si trae la forza d’animo per reagire e conseguire futuri successi. Prendete Jurij per esempio. No va bè, prendetene un altro...
Bandula invece, dal canto suo, si gode l'accesso alle semifinali e il meritato ingresso nei magnifici quattro, che consegue per la prima volta, a coronamento di un cammino in Petrella che negli anni è stato sempre contraddistinto dall'impegno costante. Ad attenderlo ci sarà la Schicchi di mammuth. La favola continua.


Re per una notte
cronache pornografiche di algoritmi difettosi
Gabriele Petrella nacque 19 anni fa, in un freddo pomeriggio d'inverno. Frutto di una sveltina in Curva Maratona in seguito ad un gol di Walter Casagrande, il piccolo Gabriele sin da piccolo vive nell'imprevedibilità: bimbo di padre incerto, madre maiala, Gabriele spende i primi anni della sua vita nel cercare di capire chi sia il padre biologico, visto che la madre Ines, 5a abbondante e fianchi sodissimi, quando segnava il Toro perdeva ogni freno inibitore dispensando patata ad interi settori del vecchio stadio Comunale.
Ecco dove trascorse la sua infanzia il giovane Petrella
Bambino timidissimo e portato al silenzio, Petrella (che deve il suo cognome al nome della via di casa, il bordello clandestino "Centro benessere Punta lucida") si appassiona da subito all'unica squadra di calcio della città, il Torino per l'appunto, mentre sviluppa un innato e viscerale odio nei confronti di un'associazione massonica a fini di furto con scasso, la Juventus FC, che diventa il bersaglio perfetto verso il quale scaricare tutte le ansie e i patemi dovuti alla mancanza di una figura paterna, che cerca inutilmente nella chiesa, servendo messa per tutta la sua giovinezza, ma senza scordarsi di rubare le offerte.
Bambino vivace e chiacchierone, Gabriele in realtà non parla con nessuno, facendosi apprezzare per il carattere solare e disponibile a suon di bestemmie e vaffanculo a chiunque gli si parasse davanti. Cliente affezionato degli studi psichiatrici, Gabriele è contrario ai medicinali ma va ghiotto di Xanax, non disdegna il Tavor e non manca mai di condire ogni piatto cucinato con un pizzico di Prozac. Si convince sin dall'adolescenza che è cosa buona e giusta dare una mano ai più bisognosi: per questo motivo, tutte le mattine, si reca in un campo rom a caso per stuprare le giovani ed ammazzare i vecchi.
Dedito alle mignotte dall'età di 11 anni, Gabriele è convinto che non ci sia sesso senza amore, e mai cederebbe al richiamo del sesso a pagamento. E' per questo motivo che i suoi rapporti con le prostitute si trasformano puntualmente in stupro con borseggio aggravato. L'imprevedibilità, insomma, fa del giovane Petrella un soggetto difficile da inquadrare. Persino in campo, il ragazzo alterna partite da pallone d'oro a dormite colossali. Sir Fly, durante un raid torinese alla ricerca di mignotte a buon prezzo, lo incontra in tangenziale mentre fugge via con l'ennesimo incasso frutto del sudore delle chiappe extracomunitarie: è subito amore a prima vista, un'intesa reciproca che sfocia nell'approdo in maglia veneta del piccolo Petrella, pagato 1 milione di euro sonanti. E' tra le fila di bluff che la favola di Gabriele conosce la svolta definitiva: il sorteggio della coppa Petrella, la foto del vecchio compositore nella hall dell'albergo Palermitano, l'incredibile somiglianza svelano al giovane quella verità rincorsa per tutta la vita. E' Alessandro Petrella, pronipote del deceduto compositore, guardalinee di serie A, il suo vero padre. Leggenda narra infatti che il Petrella, alla vista della maialissima Ines intenta a soddisfare le voglie di tutta la curva granata, si fosse ingrifato al punto da squarciare i pantaloncini a bordo campo, raggiungendo con uno schizzo involontario da bordo campo la fregna spalancata della vacca, ingravidandola al limite dell' off-side e dando vita al miracolo del concepimento umano.
La degna conclusione di questa favola metà hard e metà porno si ha in quel di Palermo quando Gabriele, dopo aver siglato un gol di stinco, durante i tempi supplementari decide di mettere il timbro personale su un quarto di finale storico, portando Bluff Country all'ennesima semifinale: doppio passo ubriacante, scatto imperioso, bestemmia conclusiva con palla nel sette e golden goal da consegnare agli annali. Petrella profeta in patria, goleador nella coppa del trisavolo, padrone a casa propria: riuscirà il giovane a sollevare la coppa intitolata al suo antenato? La madre Ines, che festeggia ogni gol del figliolo a modo suo, spera di sì, e con lei tutta Palermo, che si accalca speranzosa in tribuna come nelle peggiori gang bang. Sarebbe l'ennesima, incredibile favola sfornata dalla competizione più stragasante di tutti i tempi. Schizzi permettendo.


Il punto: gufate verso la finale
Mentre mammuth si avvia senza problemi verso il suo secondo trofeo, i quarti appena giocati hanno offerto uno spettacolo entusiasmante, sovvertendo pronostici, facendo esplodere i gasometri e soprattutto causando notevoli travasi di bile e socamenti in chi è già stato escluso dalla competizione, magari causa randomata: quel “ah, se ci fossi io farei il culo a tutti, maledetto JR” risuona in numerosi bordelli e case di massaggi, dove i tanti gasatori esclusi si sono rifugiati per consolarsi dopo l’esclusione. 
Proprio la partita di mammuth non ha tradito le attese: Folkzanna ha schierato una formazione di tutto rispetto, assolutamente in grado di vincere contro chiunque. Tranne mammuth. Ormai il sardo pare non avere rivali: tutto già detto, tutto già scritto, inutile ripetersi. E’ l’anno di mammuth, e il freddo polare sceso sull’Italia non fa altro che confermarlo. Assente donzauker, mammuth ha visto bene di prenderne le veci e diventare il cannibale di questa petrella, come già Stoppardi due edizioni fa: certo in quel caso ci pensò JR a ristabilire l’equilibrio nell’universo, ma c’è un limite anche al random.
Un vecchio gasatore nel "suo" cantiere Palermitano
Ormai il cannibalismo sembra essere diventato la regola in Petrella: ormai sono in pochi quelli vecchi abbastanza da ricordarsi la finalissima Indiani-Schicchi, vuoi per il tempo che passa, per l’alzhaimer galoppante o per il rincoglionimento da osservatore di cantieri.  
Bandula, l’avversario del preistorico in semifinale, non pare in grado di rappresentare un serio problema: un conto è dover affrontare un Verm8 stile gang bang, con tutti i giocatori ammonticchiati al centro del campo e del tutto disinteressati rispetto a quel che succede da altre parti, ma affrontare la squadra granitica del pelosone è tutt’altra storia. Certo Bandula ha un palmares di tutto rispetto, e l’arrivo in semifinale non è casuale, ma per vincere probabilmente ci vorrà ben altro: preghiere al Dio Random e sacrifici umani difficilmente saranno sufficienti. 
Dall’altra parte del tabellone, la sfida è decisamente più interessante: Bluff Country-Annikilator si presenta come una sfida dall’alto contenuto gasatorio. Entrambi hanno dato vita a due quarti come non se ne vedevano da anni, ravvivando addirittura qualche gasatore che si trovava lì per caso, avendo scambiato lo stadio per un cantiere. Annikilator sembra avere qualcosa in più dello storico membro del salottino bolognese, compreso il favore di JR manifestatosi chiaramente nella partita contro Ballanza. Certo il buon Sir_Fly esce da una delle partite più belle mai viste in Petrella: il 6-5 contro Levo avrà sicuramente fatto contento Zeman e fatto suicidare Trapattoni, Mazzone e Juri, oltre a far rivoltare nella tomba Nereo Rocco, ma difficilmente basterà per aver ragione dell’ottimo team di Millikan. Insomma, la finale sarà Annikilator-Schicchi. Certo un ottimo risultato per millikan, ma a meno di corruzione di JR, gambizzazione di Maggiore o pollizzazione estrema la coppa ha già un padrone. E’ l’anno di mammuth!




----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
ANSA – Evaso dal carcere di Palermo il sig. Inutile Utente. Al momento non si conoscono i dettagli sulle modalità che hanno reso possibile il rocambolesco gesto. Benché non armato, il soggetto è molto pericoloso. Le autorità invitano la cittadinanza alla massima prudenza.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


Tanto vicina e tanto bella pare
Petrella mia quand’ella altrui asseconda
ch’oggi ferma la cremonese onda
e i 4 non la smetton di sbavare


Ella lo sa, sentendosi laudare,
malignamente da John scortata,
e par che favorisca la sculata
se il fausto è disposto a stragasare.


Mostrasi sì piacente come Musa,
a Bandula speranza dà qualcuna
e strizza l’ occhi al Flavio Trevigiano


che contendere la può al prode Indiano;
ma par che senza colpi di fortuna
già senta in ventre suo sapor d’ichnusa.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~


Oltre la Petrella: perchè vincendo, si va lontano...
COPPA DELLE COPPE: IL CANNIBALE NON SI FERMA
E' ancora un super Deportivo quello che sbanca anche il secondo turno

Secondo turno di Coppa delle Coppe, e seconda affermazione perentoria del Deportivo Donkaiserzauker, che asfalta con un inequivocabile 7-0 il malcapitato Romagnolo DOC, campione appunto della Coppa di Romagna.
Non c'è assolutamente stata partita fra le due squadre, con il Cannibale che termina il primo tempo sul 4 a 0, gestendo una partita mai in discussione. E quando poi segna anche mister Zeman si ha la misura di come la partita sia stata a senso unico. Negli altri match, risalta la prestazione di Idioteque FC (Coppa Oltremella), che al termine di una bella partita, piega per 5-3 il Bagnor Regis, campione della Coppa TNG. Una discreta sfilata di ht-stats che dimostrano come il Depor debba, dalla prossima partita, mettere maggiore impegno se vuole veramente cannibalizzare anche questa manifestazione.
Sarà infatti proprio la rappresentante della Coppa Oltremella a sfidare la nostra Coppa Petrella, in quella che si preannuncia come una sfida dall'esito incerto e per nulla scontato. Bella anche l'affermazione del Bagicalupo (Pavia e Provincia Cup) sul Maccari (Coppa Veneto) per 6-3, anche qui al termine di una partita che ha registrato discrete valutazioni in campo e che ha onorato al massimo questa neonata competizione. Ma la partita che ha tenuto tutto gli ascoltatori col fiato sospeso è stata senza dubbio TEMPIO DEL TIFO contro Longdondsilver: i campioni delle coppe Memorial Pallì e Franco Baresi League hanno dato vita alla partita più bella della settimana, con valutazioni veramente alte ed equilibrate. I fortunati spettatori hanno quindi goduto di un match tiratissimo e incerto, deciso dal gol di Duvachelle che ha regalato la vittoria a longdongsilver per 1-0.
Sicuramente, chi vorrà aggiudicarsi questa coppa dovrà fare i conti con l'agguerritissima compagine della Franco Baresi League!

Appuntamento a martedì prossimo con le semifinali, Depor-Idioteque e longdongsilver-Bagicalupo: esemplari le parole del patròn trotti “Sara' un caso ma vanno in semifinale 3 delle coppe che la scorsa stagione disputarono il mundialito per fed, cioe' la vecchia versione della CdC. O magari e' solo che le nuove fed hanno bisogno di metabolizzare maggiormente lo spirito di questa nuova competizione...”
Una cosa è certa: chi vuole vincere, dovrà sudare e parecchio!


~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

STAY TUNED! DOMENICA SERA NUMERO SPECIALE 
 CON LA PRESENTAZIONE DEI SEMIFINALISTI DELLA COPPA PETRELLA XIII

2 commenti:

  1. Babbo di ChemicalFather2 febbraio 2012 alle ore 23:07

    Ah niente.......

    RispondiElimina
  2. E' più forte la mia squadra delle tutte vostre messe insieme!

    RispondiElimina