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giovedì 8 luglio 2010

Editoriale Quarti di finale - VIII edizione


Turboraspy fa fuori anche l’Erode, mentre una SuperSchicchi caccia il Depor
BECCHI E BARGIGLI: IN PETRELLA SI FA BIRD WATCHING
Indiani avanti con i polli. Continua il sogno del cavaliere bianco Sir Fly

a cura della redazione




La vita insegna, da sempre, che ci suono i buoni e i cattivi. E che a volte i buoni cambiano faccia e viceversa. Nella petrella di quest’anno molti puristi dell’etica e dell’hattrick romantico si sono piegati al luccicante canto sirenico del pollo: mammuth lo ha fatto la scorsa settimana contro Materazzi, prendendo il centrocampista Jurca; Sante Pollastri lo ha fatto a questo giro contro i Grosseto city Ramblers, andando a prendere un attaccante e un centrocampista. Così, due puristi dalla faccia buona, si sono piegati al lato oscuro della forza, mettendo in atto gli insegnamenti della scuola  compravendita pollame di ErreA, mentre Donzauker, uno avvezzo al pollo, improvvisamente salta sul carro del bene, cedendo il fianco solo con le proprie forze. Fuori dai due match più chiaccherati SIrFly MacMai continua la sua cavalcata di cavaliere bianco, approdando alle semifinali dopo un match tosto contro la Dinamo Storditi, mentre Raspy taglia la testa anche a Vezzo, confermandosi sempre più matricola terribile e squadra irrispettosa: nel suo curriculum ci sono le vittorie contro Dinamo Scrocco, Ballanza e Erode Scannabelve, insomma gran parte del salotto buono della petrella. Tuttavia, davanti al sipario hanno giocato 22 giocatori con un pallone, e il campo, si sa non mente, da le sue sentenze, che vanno rispettate. In quanto a sudore, voglia e valutazioni il gasamento non è assolutamente mancato, facendo esplodere i gasometri del nostro Friuli. Ma adesso sotto con i racconti di questi quarti, che resteranno nella storia per le valutazioni da capogiro!. 





                      ( la leggenda indiana Victor Dufort durante i festeggiamenti per la vittoria contro i grosseto city ramblers)

Sfida per cuori forti quella tra i Grosseto City Ramblers e gli Indiani Metropolitani. Il cielo è gonfio di pioggia e di scariche elettriche, un vero temporale estivo che si abbatterà per tutta la durata della partita e costellerà il campo di pozzanghere. Una cornice dal sapore epico, di quelle che rendono memorabile un match. E così sarà. I Grosseto City Ramblers cambiano poco rispetto alla vittoria negli ottavi contro Unistar, confermando otto undicesimi della formazione; le varianti si chiamano Almeida in difesa, Bonfigli a centrocampo e Kometer in attacco, per un 3-5-2 ancora più competitivo. Gli Indiani replicano col medesimo modulo e, anche qui, qualche novità: Alfredo Lanci e Jonny Anderlund entrano in campo nella perplessità dell'intero stadio, dei loro compagni e dello stesso allenatore. "E questi chi sono?" sembrano chiedersi un po' tutti, almeno fino a quando non si scorgono bargigli e creste; il segno inconfondibile del pollame, del blitz sul mercato alla ricerca dell'arma letale. Giocata sembra stizzito, Sante Pollastri appare compiaciuto della propria scelta e pronto ad assistere alla partita. Una partita che, in realtà, nei primi 18 minuti regala ben poche emozioni; ad allietare la folla ci pensano Pépin e le sue tragicomiche scivolate sull'erba bagnata ogni volta che tenta di lanciarsi in velocità. A interrompere questo noioso equilibrio ci pensa l'arbitro, assegnando un netto calcio di rigore agli Indiani Metropolitani: Owen non si lascia schiacciare dalla pressione e infila l'1-0. Il gol subito non riesce a scuotere i grossetani che, invece, subiscono il secondo gol: il diretto marcatore di Pépin, impegnato a catturare un video del canadese da mandare a Paperissima, non si cura della prima discesa decente dell'attaccante. Per Pépin, solissimo, è uno scherzo mettere in mezzo per l'accorrente Anderlund, cresta al vento: il tiro del pollo è preciso e si trasforma nel 2-0. Poco dopo la mezzora arriva anche il terzo gol con Weltevreden, abile ad approfittare di un’incomprensione nella frastornata difesa dei Ramblers. Un risultato incredibile per le premesse e i valori che la gara lascia intravedere. Sul 3-0 Stentardo si guarda attorno, vede le macerie della sua squadra e decide di far valere la sua esperienza e la sua grinta, nel tentativo di ricostruire almeno in parte il morale dei suoi; la sua azione sulla destra è irresisitibile e conduce alla rete che abbozza una riapertura del match. Al termine del primo tempo il possesso palla è d'un soffio a favore dei GCR, e la speranza di giocata è quella di un ribaltone sulle ali di un attacco davvero competitivo. Una speranza vana, perchè la ripresa è di una sterilità offensiva imbarazzante per i Ramblers che, incredibilmente, non riescono ad imbastire nemmeno un'azione. Anzi, chi va più vicino al gol sono gli Indiani, con Babičković che coglie in pieno il palo e certifica così una vittoria in una partita da record, che registra i primati di ht-stats globali per il match e di squadra per i Grosseto City Ramblers, in una statistica che non farà altro che aumentare un socamento grossetano già a livelli alterrimi. Gli Indiani Metropolitani si guadagnano così la semifinale per il secondo anno consecutivo, scatenando caroselli alcolici per le strade del Friuli; nota stonata la comparsa di uno striscione dal dubbio gusto sul pullman scoperto della squadra, ostentato in prima battuta da Dufort ma presto ritirato. Un episodio che sporca appena una cavalcata indiana che continua imperterrita e sembra non voler contraddire chi dava Sante come super-favorito di questa Petrella. Il prossimo avversario degli Indiani sarà Bluff Country; riuscirà il Sir a distruggere la profezia della fed? 


(il cappio preparato da apples per mamuth rimane inutilizzato)

Deportivo Donkaiserzauker - Dinamo Schicchi è iniziata la notte dei tempi. I due presidenti si punzecchiano dalle calende greche, sfottendosi e dandosi contro su tutti i frangenti: dal modo di giocare ad hattrick, passando per i complotti politici fino alle scie chimiche. L’arrivo del quarto di finale Dinamo schicchi-Depor non poteva che essere la resa dei conti di questo siparietto lungo e logorante, tanto da assumere tratti stucchevoli, ma la settimana precedente alla partita non si è sviluppata con la solita sarabanda celodurista e il solito attacco all’arma bianca contro il nemico...... Bensì c’è stato un passo indietro dei due presidenti, che lasciando la sboronaggine a casa si sono dilettati in un lungo e insopportabile pianginismo, affermando in continuazione la propria inferiorità e dando l’avversario favorito. In particolare mammuth ha dato sfogo al pianginismo più estremo, arrivando là dove nessuno si aspettava, con perle di rara bellezza per gli amanti del genere e infinito materiale per i manuali pianginisti; d’altro canto donzauker non è stato a guardare, annunciando per tutta la settimana che in campo sarebbero andati gli skillini e che non avrebbe sicuramente rinunciato a tanti slot d’allenamento come al solito, andando in contro alla sua stessa storia scritta, dove gli slot d’allenamento persi sono d’ordinanza. Ma dietro il sipario del teatro, tutti sapevano che sarebbe stata grande partita, in quanto in Petrella si sa, non bisogna credere a nulla, anzi, non bisogna proprio leggere ma chiudersi a riccio! E così al Tergeste Arena si sono schierate due squadre tirate a lucido, infiammate e forse mai in questa competizione così forti: il Depor nel suo 2-5-3 d’ordinanza schiera infatti tutti i pezzi forti facendo impallidire anche la squadra che vinse la coppa due stagioni fa, mentre la Dinamo schicchi in un abbottonatissimo 4-5-1 mostra un possesso palla da elite hattrickiana. La partita è tesa, i presidenti assistono in religioso silenzio allo spettacolo, con i muscoli della faccia talmente allo spasimo che i sussulti non creano la minima smorfia: così che i volti da statue presidenziali rimangono impassibili in un primo tempo ricco di colpi di scena, con la Dinamo al possesso palla ma incapace di concludere nonostante la solita difesa warner bros del Depor, che invece dal canto suo crea tre azioni e fa tre gol, nonostante il muro difensivo dei sardi. Il primo tempo finisce clamorosamente 3-1 dunque, con il Depor cinico e fortunato e la Dinamo a socare, un gran classico della petrella. In tribuna vip le facce di bronzo dei presidenti iniziano ad attivarsi..... Donzauker non crede ai suoi occhi e decide di rinchiudersi in doccia per non assistere al secondo tempo, consapevole che senza difesa e senza possesso palla sarebbe stato un supplizio, mentre Mammuth è disperato e ordina al fido apples di fare un nodo a scorsoio, perchè perdere una partita con quella squadra messa in campo non sarebbe stato possibile. Ma al 50° si apre uno squarcio di sereno per i sardi, infatti una punizione di seconda porta in gol Jakaric, riaprendo partita e bocca di mammuth, cucita ormai in una rappresentazione di sofferenza epica. Dopo 5 minuti Sandholt manca il match point per Depor e salva le mutande di mammuth, portando  l’allenatore rossoblu in evidente stato confusionale a mandare avanti i centrocampisti, per un arrembaggio ancor più veemente che viene premiato al 73° con Siveri. Siamo 3-3, Mammuth finalmente respira e scalcia il cappio da sotto il seggiolino, mentre Donzauker, che in accappatoio sbirciava il match dalla porta del bagno, china la testa come in segno di resa, conscio che gli influssi positivi stanno abbandonando la sua squadra. E mai profezia fu più azzeccata, al 77° Brogna manda in delirio la torcida sarda, emulando Rivera con il gol del 4-3 che mette un’ipoteca ad una partita fantastica. Proprio Brogna, uno dei giocatori più rappresentativi della Schicchi porta all’orgasmo il suo presidente, ormai diventato una scheggia impazzita in tribuna vip, talmente tronfio e gasato da professarsi nuovo e indiscusso re della petrella. Non c’è tempo per altro, la partita finisce e la Dinamo Schicchi entra nell’olimpo, andando a braccetto con le pochissime squadre in grado di battere in petrella i gialloviola papali. Una vittoria meritata, ottenuta con una prestazione immensa e con un centrocampo mostruoso, in grado di superare il Depor proprio nel suo punto più forte, rendendo vano e innocuo il TA d’ordinanza dei gialloviola, che comunque tra trippole e trappole è riuscito a mettere lo stesso la palla tre volte in sacoccia. Adesso c’è la sorpresa Raspiduo per Mammuth, altra squadra dalla mentalità iper offensiva, ma obiettivamente la Dinamo Schicchi vista oggi ha una marcia in più e sarà durissimo per la truppa di Raspy fare il colpaccio.

Erode-Raspiduo non era una partita come le altre: da una parte il team di Vezzo, vero veterano della competizione e sempre a un passo da prestigiosi traguardi, dall’altra raspy e la voglia tremenda di regolare un altro monumento della coppa Petrella. Con queste premesse il pubblico si aspettava una guerra, una vera battaglia sportiva e così è stato: attegiamenti speculati e tanta, tanta, voglia di fare male nei 2-5-3 che entrambi gli allenatori decidono di adottare. Lì, secondo loro, c’è l’essenza del calcio, fatto di rovesciate, gesti tecnici e la ricerca di un gol in più rispetto all’avversario. Detto fatto e gli undici scannabelvici passano in vantaggio: Ambrosi infatti porta l’Erode sull’1-0 con un rasoterra molto angolato. Vezzo gongola in panchina, i suoi giocano a memoria e paiono padroni del campo, soprattutto grazie a Peterseil, leader carismatico e affascinante, che trascina la squadra comandando le operazioni dalla cabina di regia. E’ così che Raspy, dopo un’altra azione pericolosa dei cotechini lardellati, scrive un bigliettino al suo vice, che le telecamere riescono ad inquadrare solo di sfuggita: in un fotogramma si legge solo “Kill Peters...”. Hélder “il mago do” Nascimento fa un veloce numero di telefono, e dopo pochi minuti Peterseil si accascia a terra e deve essere sostituito. Vezzo si gira verso la propria panchina e l’unico giocatore che vede è Jeorge Castro, intento a curarsi le vene varicose. Il cambio sconvolge la squadra, che senza la sua guida va nel panico: Olli Helosvuo e David Fux ne approfittano subito, mettendo a segno un uno-due micidiale anche per i più forti ed esperti come i giocatori di Scannabelve. E il passivo poteva essere anche più pesante se Yordanov non prendesse in pieno la traversa prima e si mangiasse un altro gol subito dopo. L’Erode sembra un pugile suonato all’angolo, che il fischio di fine primo tempo salva momentaneamente. Al rientro dall’intervallo la situazione non migliora: Helosvuo insacca un altro gol e porta Raspiduo sul 3-1. Il presidente Vezzo comincia a piangere, chiedendosi perchè Peterseil ha avuto quel mancamento; di contro Raspy manda sguardi ammiccanti in tribuna, dove gli osservatori della Dinamo Schicchi stanno prendendo appunti. I giocatori dell’Erode però hanno un moto di orgoglio e al grido “Facciamolo per Peter!” si lanciano all’attacco venendo premiati dal gol del 3-2 di Lanier, sfiorando addirittura il pareggio se Pompeo non fosse troppo egoista sotto porta. Ma la pietra tombale al match la mette Mirzet Serjanić che insacca il 4-2 definitivo. Facce lunghe in casa Erode, per l’ennesimo appuntamento mancato con la coppa che più di tutte brama. Per Ac Raspiduo un altra vittima illustre, aspettando martedì prossimo la Dinamo Schicchi, in un match che sulla carta sembra senza storia: ma i ragazzi di Raspy ci hanno abituato a grandi imprese!


(Tifosi Storditi in protesta contro la prioprietà silente)



Bluff Country-Storditi va in scena al Monumental, davanti ad un inafiammatissimo pubblico composto da 1707 sbandati ripartiti in equa ripartizione tra ex-tossicodipendenti, alcolisti e ballerine del night di Spilimbergo. I tifosi di Storditi iniziano la solita cantilena con le loro maledette vuvuzelas, ma ad un certo punto la routine noiosa e assordante del suono afro degli esotici strumenti si interrompe. I tifosi di Storditi espongono un gigantesco striscione con scritto “Ecco perchè qualcuno non voleva la coppa! Au revoir presidente”. La sintonia tra Kama e tifoseria è a livelli estremi. Il match inizia sotto pioggia battente, con gli Storditi che pensano più a massaggiare le caviglie degli avversari più che giocare a calcio. Al 35’ la tattica calci e sputi di Kama, porta i suoi frutti: 1-0. Sir Fly in tribuna già sbraita contro i suoi, non ci sta e si capisce bene quando decide di lanciare un seggiolino verso la panca, per richiamare l’attenzione del suo mister. Ecco risolto il problema, i suoi capiscono subito come proseguire la partita senza imbattersi nell’ira di un incazzatissimo presidente. Arriva così l’1-1 al minuto 44’, e tutti a riposo. Si riparte con Bluff Country in cattedra, che sigla il vantaggio al 69’, e per Kama e tifosi è il momento del dolore. Sette minuti dopo, Storditi si rifà sotto: 2-2 e la partita si infiamma. Ma la gioia dura poco per Kama e co. , Un solo minuto dopo il pareggio ecco la disfatta: Manuel Borrero già ammonito si becca un bel rosso lasciando Storditi in dieci nella parte cruciale del match. Ed ecco che Bluff chiude abilmente l’incontro con due goal che fissano il risultato sul 4-2. Per Kama il rimpianto di un cartellino che pesa, per Bluff una marcia che continua: ora arrivano gli Indiani, in una sfida davvero speciale, una semifinale che assicurerà spettacolo.  


Che sarebbero stati Quarti di finale sopra le righe si respirava nell’aria. Dopo una settimana di polemica e  pretattica, il lunedì silenzioso di tutti i presidenti appariva come la più classica quiete prima della tempesta. E la tempesta è stata forte, con istituzioni della petrella che se ne vanno clamorosamente come il Depor o l’Erode e una Grosseto city ramblers rimasta a vuoto nonostante il premio della critica e il record di sempre come valori. Passato il ciclone,però, è tempo di girare pagina, la tensione e l’adrenalina è stata alta, ma i 4 convalescenti devono tenere i nervi saldi, soprattutto ora che l’ambito premio è ad un passo. Le semifinali sono due scontri alla Davide contro Golia, dove i giganti sono gli Indiani e la Dinamo Schicchi, mentre gli sparring partners rispettivamente Bluff Country e AC Raspiduo. Sulla carta le partite manco andrebbero giocate visti i valori messi in campo dai due giganti nei quarti, ma si sa, la palla è rotonda, in petrella contano le motivazioni, non ci sono più le mezze stagioni, si stava meglio quando si stava peggio e tutto il blablabla d’ordinanza..... ma soprattutto si sa che il random è sempre in agguato, là dietro l’angolo, pronto a far socare qualcuno. Sarà anche il caso delle semifinali? Tutti sintonizzati martedì 13 per le risposte.

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