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venerdì 10 giugno 2011

Editoriale sedicesimi di finale - Coppa Petrella XI

La banda del cotechino è decimata, nessun sardo oltre i sedicesimi della Petrella cagliaritana
TUTTI PAZZI PER LAGNAGNA, ANCHE JOHN NON RESISTE
Tragedia Indiana, ma fuori anche Materazzi, Storditi, Erode, Fantamaniacs, Tiuz, Scrocco e Bluff: mattanza in prima fascia



E’ la Petrella del crollo delle certezze: nella calura afosa di Cagliari, infatti, la prima fascia della competizione, diciamo la vecchia guardia e quella con più tradizione, cade e il tonfo è di quelli fragorosi. L’impresa di giornata la firma Lagnagna, che con un secco 2-0 manda a casa quella Dinamo Schicchi vista dai più come la favorita numero uno alla vittoria. Ma non meno notizia fa il fragoroso tonfo degli Indiani Metropolitani, umiliati da un Mucho de Nada sugli scudi, capace di rifilare un risultato tennistico a una delle squadre regine della storia recente. Ma non sono gli unici risultati sensazionali di giornata: i grosseto city ramblers infatti piegano il tricampeon Dinamo Scrocco, Materazzi cede nettamente contro l’Ac Raspiduo, la Dinamo Tiuz piega il capo di fronte a un Ballanza Team finalmente tornato sui suoi livelli, il Niubbagnolo rispedisce a casa gli infiammati Storditi, I Raccattati si prendono una sonora rivincita contro Bluff Country, Bandula piega l’Erode alla fine di un match che definire pirotecnico sarebbe riduttivo e l’Ac Magia si conferma squadra di tutto rispetto capace di eliminare i Fantamaniacs. Tantissima carne al fuoco dunque, in dei sedicesimi che hanno visto la prepotente conferma di Stoppardi come una delle candidate più autorevoli alla vittoria finale, uno Spartak Gonzo ormai diventato una macchina di regolarità, un Real Amendolara che forse, per la prima volta, potrebbe fare sul serio, un agliana che si conferma nelle prime sedici squadre della competizione, un Blue Steel schiacciasassi e un Barry che, al ritorno in Petrella, lo fa con tutti i crismi e controcrismi del caso. Un turno che mescola le carte e risponde, ancora una volta in più, a chi vedeva nell’aristocrazia della coppa un qualcosa di immutabile e infallibile. La potremmo chiamare “La rivoluzione contro la prima fascia”, “La caduta degli Dei”, “La riscossa delle piccole”, ma ormai la vera domanda che tutti, nessuno escluso, si fanno, è la seguente: che sia davvero l’anno di Stoppardi?

The match of the week
Cronache subnormali di partite criptiche

La coppa Petrella entra nel vivo con i sedicesimi di finali, sedicesimi che offrono un menù che definire ricchissimo è riduttivo.
Con la bagarre sportiva, come da tradizione, prende piede anche quella mediatica, con i soliti teatrini maniavantisti, i proclami di vittoria, i portafogli minacciosamente aperti e le immancabili lamentele.
Lamentele che sfociano in rabbia nel caso dei Raccattati Forelocks del vulcanico patron Davor Nuna, che si lamenta per la scarsa copertura mediatica dedicata agli scarlinesi dalla stampa.
Ecco quindi che il match della settimana è senza dubbio Bandula-Erode Scannabelve, che come vedremo è stata una vera e propria montagna russa di emozioni.
Sono 1378 i cacofonici spettatori che decidono di rovinarsi aperitivo e cena per assistere ad uno spettacolo degno del circo Orfei.
Da una parte Bandula, che sceglie l’approccio silenzioso e carico di tensione dei suoi, in maniera da tenere la squadra sulla corda, dall’altra l’Erode che prova un insolito approccio maniavantista in pubblico, salvo poi sfogarsi per tutta la settimana in privato con i suoi piu stretti supporter, come Mammuth, a cui confida che, vista l’assenza del random ormai certa da qui al 2012, sparerà un bello splendido a centrocampo, aggiungendo con tono beffardo un “direi che basterà” che alla luce dei fatti si rivelerà una pia illusione del nostro eterno secondo.
Bandula, dopo aver infiammato le platee nelle passate edizioni, con centrocampi da urlo, non si smentisce nemmeno stavolta, e in onore del suo cogironista illustre Marrundo schiera un 2-5-3 infingardo, improntato si all’attacco e al possesso ma con un occhio alla difesa, perche’ si sa’, hattrick, come la vita, è uguale ad una tempesta, ma prenderlo nel culo è un lampo, e decide quindi di coprire discretamente almeno due lati difensivi, sperando che i settecentonovantaquattro ceri accesi a s.ambrogio facciano il resto. Vezzo, invece, da classico industrialotto dedito al cotechino lardellato qual’è, da buon sborone sbatte sul campo un 2-5-3 porta il righello che vediamo chi ce l’ha piu lungo, e noncurandosi della fase difensiva punta tutto su un centrocampo degno del Barcellona e un attacco centrale discretamente barzotto: la sua presunzione lo portera’ pero’ alla rovina, visto che la solidita’ del pacchetto arretrato è paragonabile a quella del Bari.
I due rivali, seduti in tribuna vip, danno sfoggio di eleganza e sportivita sin da subito, con convenevoli, scambio di gagliardetti e di mignotte e grappa Centerbe rigorosamente ghiacciata divisa in maniera equa. Vezzo, d’altronde, convinto della vittoria, mostra sorrisi smaglianti e augura al rivale un perculante “che vinca il migliore” che 90 minuti piu tardi assume invece il tono della beffa. L’altalena di gol è incredibile, con Erode pronti-via sul 2-0 e poi sul 3-1 dopo un primo accenno di rimonta da parte di Bandula. Siamo vicini alla fine del primo tempo quando Rossetto, con un colpo di guepiere, sembra indirizzare la partita con decisione verso Cremona.
Ma Vezzo non fa nemmeno in tempo ad addentare un contechino lardellato per la felicita che gia’ i cugini lombardi di Bandula si riportano sotto con il 3-2 nello spazio di 60 secondi e sul 3-3 in un’altro rapidissimo minuto, gettando la curva Cremonese nel piu’ totale sconforto, tanto da indurre l’arbitro, il finlandese Minkia Kehstrizza, a sospendere il match per lancio di Zamponi di concorrenza.
A nulla serve la strigliata del presidente ai suoi durante l’intervallo, perche’ al rientro in campo quelli di Bandula, ormai gasati come ricci per l’insperata rimonta, completano il sorpasso sul 4-3 con Richardson, e dopo il momentaneo pareggio cremonese del 4-4 si involano sino al 6-4 che chiude gioco, set e incontro. E’ il tripudio, e a nulla serve l’ace di Durant, che lasciato da solo sul campo tiene contro nessuno la battuta, cercando di portare Bandula al tie-break. Ma per Bandula è ormai tempo di festa, perche’ la partita finisce 6-5 e gli ottavi di finale sono una meravigliosa realta’, celebrata dal presidente con sei casse di campari corretto al Gasolio e una festa sfrenata conclusa la mattina dopo al Crazy Horse di Parigi. Per Vezzo, invece, nulla di nuovo sotto il sole, visto che il navigato manager cremonese, a furia di batoste passate, è ormai abituato a navigare nelle tempeste della Petrella. Che poi, siamo cosi sicuri che alla fine non ne gradisca anche i lampi?


Oltre la luce dei riflettori
Dietro la prima fascia c’è un giardino incantato

Alla Todde Arena, in uno scenario simile a quello delle grandi occasioni, di fronte Algol e agliana92, due fra le sorprese maggiornamente gradite di questa edizione della Petrella XI. Bellissima la coreografia del club dei supporter “Il Diavolo tifa Algol” preparata per l’occasione: un grande striscione nero con sopra scritto a caratteri cubitali e con lettere infuocate “Lasciate ogni speranza o voi che entrate”, rivolto ai supporter avversari, anch’essi presenti in gran numero. Allo scoppiettante match che prende il via sugli spalti a suon di cori già due ore prima della partita, si unisce degnamente quello in campo: formazioni ultraoffensive per entrambe le squadre, un 3-4-3 per agliana e un 2-5-3 per Algol. L’obiettivo di segnare un gol in più dell’avversario è palese fin dall’inizio: passa infatti solo un quarto d’ora che Lars Klinkenberg porta in vantaggio agliana, facendo esplodore l’esultanza di amvs in tribuna. Dopo una fase di sbandamento, col passare dei minuti, la pressione di Algol sale: prima Laivinieks sventa il pareggio con un tuffo prodigioso, ma poi a cavallo della mezz’ora un uno/due letale di Algol ribalta il risultato: prima Piontek e poi Svensson con un netto rigore, portano i Diavoli in vantaggio. Ma la partita è apertissima e le occasioni fioccano: prima Davoli manca il pareggio con una conclusione debole, poi è ancora Laivinieks a scongiurare il 3-1 mettendo in angolo una bordata da lontano di Ribeira Brava. Si va al riposo sul 2-1 per Algol, ma la sensazione è che la partita sia ancora tutta la giocare. Lo sa bene alkcxy, che mette un paio di cornine illuminate sulla testa dei suoi giocatori, per resistere al prevedibile ritorno di agliana. Dal canto suo amvs non tocca nulla dello schieramento tattico, consapevole di poter ribaltare il risultato. La partita si fa tattica, Algol pare controllare agevolmente il match, ma la svolta della partita si ha al 71° quando Nylund si inventa una grande giocata ma il suo tiro finisce sul palo, impedendo così ai Diavoli di chiudere il match. E’ la sveglia che serviva ad agliana: passano pochi minuti e Locatelli si invola nell’area avversaria e riporta il risultato in parità: 2-2 e tutto da rifare! Ma è ancora una volta Laivinieks a salvare agliana un minuto dopo, ancora prodigioso su un Chinaglia che già pregustava il sapore del gol-qualificazione. Si arriva così al 90° in parità: è la roulette russa dei supplementari a decidere chi deve qualificarsi. Sugli spalti i supporter continuano a incitare i propri beniamini, le squadre si affrontano a viso aperto ma le energie scarseggiano. Si scaricano anche le batterie delle cornine dei giocatori di Algol e forse è questo l’evento che decide definitivamente la partita. In questo equilibrio, infatti, serve una giocata, il tocco fatato di un campione per decidere il match: ecco allora Davoli che, con una punizione millimetrica sotto l’incrocio dei pali, fa 3-2 per agliana. Del resto il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi: alkcxy, in tribuna, non si trattiene, gli spuntano la coda e gli zoccoli e lancia fiammate dalle narici per una beffa arrivata a soli 5 minuti dai calci di rigore e alla fine di una partita nella quale Algol ha avuto numerose occasioni per chiudere i conti. Amvs, dal canto suo, si gode una grande vittoria arrivata in un grande match, e lo fa da par suo: Martini bianco in mano, nessuna dichiarazione alla stampa, e un camion di mignotte della zona pronto fuori dallo stadio, per lui e per i suoi giocatori. Fra sette giorni se la vedrà con un lanciatissimo Amendolara, ma adesso è il tempo dei festeggiamenti!

Una ricostruzione disegnata dell'aggressione subita da Jurij



Re per una notte
Cronache tristi di giovani sconosciuti alla ribalta

Gard Stensaas muovi i suoi primi passi nella fredda Norvegia, dove nasce in una famiglia cosi povera ma cosi povera che non potrebbe stare nel portafogli di Stoppardi perche' rischierebbe di impoverirlo. Il piccolo Gard sin da subito dimostra una naturale predisposizione per il colpo di testa, come quando a 6 anni si reca a Berlino con la famiglia, e sfoga tutta la sua rabbia contro un muro pieno di graffiti e filo spinato: è il 1989, e il piccolo Gard entra, per la prima volta nella vita e a sua insaputa nella storia. Dovra' attendere 22 anni, per scrivere un'altra pagina destinata a rimanere nei ricordi da tramandare. Ma andiamo con ordine. Gard dimostra di saperci fare con il pallone sino a diventare calciatore professionista nel Bonbon, formazione di medio-centro-classifica di una media-bassa-sesta serie Norvegese. Una carriera costellata di gol e risse, che ha la sua chiave di svolta nell'agosto del 2010, quando un sagace Lagnagna, grazie ad un milione e spicci e 4 bagasce riesce a portarlo in Italia, e a farlo diventare l'eroe del paolino Pulici. Il nordico Gard non sa che lui, uomo delle nevi, in un afoso pomeriggio Cagliaritano entrera' nella storia, ma lo intuisce in un attimo, quando Lagnagna, durante l'intervallo, gli chiede di scaldarsi per cercare il colpaccio contro la terribile Dinamo Schicchi, in un sedicesimo di finale di coppa Petrella che lo marchiera' a fuoco per l'eternita'. Il resto è cronaca, con la sua fuga verso la porta e la staffilata imparabile che sblocca il risultato e apre le porte dell'impresa ai granata, la corsa verso la panchina per abbracciare le troie che accompagnano la squadra, e l'ovazione della curva amica, piena zeppa di Gnagna con le tette al vento e gli ormoni in delirio. Gard Stensaas è il simbolo del proletariato al potere, è la metafora del dominio della Gnagna nel mondo, l'espressione massima del detto tira piu' un pelo di Gnagna che 300 htstats. Sapra' riconfermarsi, o rimarra' una meteora? Nel frattempo, in attesa di saperlo, benvenuto tra le stelle piccolo Gard.

 

Petrellopoli?
Ecco un articolo arrivato in redazione dai nostri inviati a Cagliari:
http://erin.altervista.org/indagati.htm

Ancora intercettazioni!
Lo scandalo si allarga: ulteriori intercettazioni al vaglio degli inquirenti, sembra che un paio di testimoni chiave a breve riveleranno le loro verità. Per il momento, ecco quanto siamo stati in grado di recuperare con i potenti canali aperti da lucaparo. Non sappiamo i nomi degli intercettati, ma sembra che qualche collegamento lo si possa fare lo stesso.
-Pinco: Pronto John, ma te sei gaio o ti piace lagnagna?
-John (conosciamo il nome per la precedente intercettazione, ma ignoriamo chi possa essere, ndr): che domande del cazzo fai presidé, sono assolutamente etero
-Pinco: allora passa da Cagliari, che c’è una partita che ti interessa. Mi ha troppo rotto i coglioni, è ora che mi prenda una piccola soddisfazione.
-John: ma come, non ti era bastato il girone fuffa e il cammino agevole nelle prossime partite, quanto cazzo vuoi farmi lavorare schiavista di un piscinaro!
-Pinco: beh già che ci sei c’è pure quell’altro che ha rotto i coglioni, quello dei cotechini...
-John: quello del biscotto? quello ha rotto anche a me, parla sempre male di me e non specifica mai che il mio cappello è quello di Chuck Norris e il mio impermeabile è di Dolce&Gabbato...
-Pinco: allora per quella non ti pago!
-John: crepa tirchiaccio, apri il portafoglio una buona volta, o passo da te in campionato, finora ti ho solo minacciato ma giuro che lo faccio!

Gli inquirenti garantiscono di essere sulla buona strada per risolvere in breve tempo questa situazione imbarazzante


Blob della settimana

"Stavo pensando ad una nuova rubrica per l'editoriale, tanto già nell'ultima giornata le randomate non sono state niente di che.."

Vezzo a Mammuth su msn, qualche ora prima di Bandula-Erode 6-5 e Lagnagna-Schicchi 2-0.

“Avevo aperto io il live! E Vezzopoli gli ha dato un colpo d'ascia, ha lucchettato ed aperto sta schifezza per chissà quale motivo! Lui che predica libertà ed anticupolismo ed invece...”

Apples si preoccupa di mantenere il potere amministrativo più che quello calcistico.

“Ah figa, allora annulliamo tutta l'XI edizione della petrella! Ma va va”

Vezzo mantiene un certo aplomb con chi gli fa notare che l’amichevole è stata organizzata nel posto sbagliato.

“dai siamo alle comiche”

L’aplomb mammuthiano.

“a me piacciono tanto le comiche”

Lagnagna gradisce lo spettacolo.



I Top ed i Flop della settimana

Care, ecco i top/flop della settimana

I sedicesimi sono stati una Mazzata con la M maiuscola, niente da dire. E paradossalmente, a sentirla sono stati proprio molti tra i più importanti team storici, quei team che tutti ci saremmo aspettati di vedere arrivare almeno alle semifinali, e che invece escono ai sedicesimi come uno Strada in Chianti qualsiasi. Per la gioia di chi ha perculato, e cercando di tirare un po’ su il morale anche a quelli che sono stati perculati, ecco a voi I TOP E FLOP DELLA SETTIMANA EDIZIONE FASI FINALI DELLA PETRELLA.
Weihzi entra a lavoro dopo la partita

I TOP

Giocata = Il manager dei grosseto city ramblers si è sempre distinto per la sua istituzionalità, i suoi pochi ma buoni interventi, la sua costante presenza nel sottobosco della fed. Come il loro presidente, anche i giocatori dei Ramblers sono sempre stati gran lavoratori, niente nomi altisonanti come Yurdakul o i fratelli Maggiore, ma tanta umiltà e voglia di vincere. E adesso è arrivato il suo momento: la bella vittoria contro il tricampione petrelliano Dinamo Scrocco gli vale l’accesso agli ottavi di finale di una Petrella dove il nome della squadra conta poco, mentre il sudore in campo è tutto e fa vincere le partite. Da ora in poi nessuna squadra è irraggiungibile per i giocatori grossetani (eccezion fatta forse per una galvanizzata Stoppardi), e la finale un sogno raggiungibile. Certo, la strada è ancora lunga e il random da dispensare ancora tanto, ma se chi ben comincia è già a metà dell’opera, Giocata può già dirsi molto soddisfatto. Meritati incoraggiamenti per la squadra, TOP!

Ruan Weizhi = Una storia strappalacrime quella dell’esperto attaccante cinese della Mucho De Nada; una storia fatta di speranza e sogni infranti, ma anche di grandi gioie, la più grande delle quali si è coronata martedì sera, quando il ragazzo ha segnato nientemeno che una quadrupletta ai mostri storici della Petrella, gli Indiani Metropolitani. Cresciuto negli squallidi sobborghi di XinXiao, sconosciuta città cinese nota solo ai locali e a qualche esperto del turismo del sesso, il piccolo talento giocava a pallone fin dalla tenera età di 5 anni con grande disappunto dei genitori, che avrebbero voluto mandarlo subito a lavorare nei campi di riso. Ma ben presto la sua passione divenne un lavoro, e Weizhi dopo una breve parentesi in una squadra locale, fece il grande salto in Svizzera. Lì cominciò a formarsi come l’attaccante che sarebbe diventato, e dopo tanta fatica ed un trasferimento milionario in Portogallo, eccolo approdare alla corte di Furetto82. Da sempre un punto di riferimento per l’attacco della squadra, Ruan aveva sempre dichiarato che il suo sogno rimaneva quello di partecipare e diventare decisivo nella Petrella... un sogno avveratosi in maniera perfetta, con una partita da oscar del calcio che rovina la cena al povero Sante, che oramai non sa più chi pregare per tenere lontano John. Adesso è da vedere quanto la squadra di Furetto riuscirà ad andare avanti nel torneo anche perchè, è bene sottolinearlo, John Random ha voluto decisamente dare una mano a Weizhi e compagni: come ha giustamente fatto notare il buon Sante, il motore di gioco di hattrick è ancora capace di regalarci perle di rara bruttezza, come quella vista martedì nel match imputato; a fronte di un 50 e 50 % di possesso palla in entrambi i tempi (quindi possesso identico per tutte e due le squadre durante tutta la partita), gli Indiani si sono visti dare in tutto 2 azioni di cui una trasformata (peraltro un SE), mentre i simpatici avversari della Mucho si sono visto regalare generosamente da John ben 8 azioni, di cui 6 realizzate. Questa non è una stampa di parte, ma oltre al goliardismo che celebra la prova di un attaccante che in una partita ha segnato 4 reti (roba che oltre hattrick è difficile vedere), rimane un po’ l’amaro in bocca nel vedere una partita gestita così male dal motore di gioco; come è successo agli Indiani, potrebbe succedere a tutti quindi Occhio a John! Tornando a noi, resta però la gioia di un martedì sera da ricordare per Ruan, che va dritto tra i TOP!




Sante Pollastri raccoglie la sua racchetta malconcia

I FLOP

John Random = Flop meritato per il padrone di hattrick, il signore delle perculate, lo schiavizzatore sadomaso degli svedesi. Proprio quando tutti quanti speravamo in un turno di Petrella pulito e senza polemiche (tutti quanti?), eccolo apparire con il suo sguardo freddo e il dito puntato verso le prossime vittime. Chi si aspettava una settimana tranquilla, purtroppo rimarrà deluso: è stata una mattanza!! Senza andare a vedere nel dettaglio molte delle partite che hanno portato la maggior parte della prima fascia (quella storica) ad abbandonare anticipatamente la competizione, vorrei menzionare oltre alla già menzionata Indiani-Mucho, quell’inno al random, quel concerto in siBemolle di John Random opera 23esima, che sono state le partite Schicchi-Lagnagna e Bandula-Erode. Senza togliere niente ai manager vincenti che, visti i risultati conseguiti, avranno sicuramente e giustamente festeggiato a mignotte e champagne, c’è da registrare il crollo psicologico di due perni della fed; Vezzo che, pure se circondato dai suoi orsetti del cuore, ha perso le staffe e l’aplomb, come ci testimoniano le sue lapidarie frasi in fed: frasi aggressive, cariche d’odio, per le quali gli stessi orsetti si sono spaventati “La petrella è una merda”, “Tutto per niente” e “Vorrei tagliarmi le vene (visto anche il nuovo avatar molto emo) ma quelle merde degli orsetti me lo impediscono”... un uomo che la Petrella ha cambiato, e tutto per colpa di John.
Il giurassico ,certo, oltre che a rosicare per una sconfitta immeritata e sopratutto inaspettata che lo elimina da una competizione che quest’anno doveva essere facilmente sua (complice anche l’assenza del Depor), deve anche farsi un esame di coscienza. Con l’abbandono volontario dell’ormai nota e comprovata tattica del pianginismo pre-paritita, Mammuth si è tirato come si suol dire la zappa sui piedi, finendo per soccombere alla gnagna, LUI, che a letto sta sempre sopra per dimostrare la sua superiorità, lui, che martedì è diventato impotente come un pensionato qualsiasi senza Viagra di fronte alla deblacle dei suoi giocatori. La sua rosa sborona da quasi 300htstats si è dissolta come neve al sole di fronte a quel misero 1,99% di possibilità di vittoria per lagnagna (almeno a quanto dice il pillolone), ma sopratutto di fronte alla prepotenza inaudita ed ingiustificata di John. Al contrario di Vezzo, però, il giurassico sembra averla presa meglio, e risponde con simpatici smile al suo vincente avversario che continua a sfotterlo sul forum. Che stia covando odio per il futuro? Di sicuro se c’è una giustizia e se davvero “il random è uguale per tutti”, John dovrà colpire anche agli ottavi e impietosamente, così almeno pensano Sante, Vezzo e Mammuth, il trio dell’apocalisse. Questa volta John ha esagerato, e si è fatto in un colpo solo 3 nemici duri da mandare giù : FLOP!



La Randomata della settimana
Habemus Random

Flop dei sedicesimi della Coppa Petrella, John Random non può lagnarsi per il giudizio affibiatogli visto la perseveranza con cui ha fatto visita a più gasatori in questo turno, dopo aver fatto credere di essersi placato a seguito della scorsa giornata. In realtà nel tranello ci cascano solo Vezzo e Mammuth che baldanzosi e sicuri dei propri mezzi hanno assistito a due disfatte sorprendenti visto il calibro dei soggetti e le aspettative che tutto il roster poneva su di loro.
Ma concentriamoci sul match del sardo, chiamato a fronteggiare lagnagna. La gnagna piace a tutti, proprio a tutti, e quindi non può che piacere moltissimo anche a John che si siede in poltrona a fianco dei due presidenti, visibilmente scossi dall'inquetante presenza: chi di loro due dovrà subire la randomata della giornata? Lagnagna per non sbagliare schiocca le dita rivolto ad una voluttuosa morettona 90-60-90 che immediatamente sgambetta fino da John e gli si siede in braccio. Le forme procaci della ragazza sembrano piacere a John date che nemmeno lo splendido impermeabile Dolce&Gabbato che lo avvolge riesce a mascherare del tutto il suo piffero barzotto. Mammuth per non essere da meno si affretta a far servire una Ichnusa ghiacciata allo sgradito ospite che però dopo averne bevuto un sorso la sputa inveendo contro il preistorico: "Ma che cos'è sta brodaglia?!".
La partita inizia e le cose sembrano non andare così male per mammuth nonostante la gaffe della birra: la sua squadra attacca e mette in seria difficoltà lagnagna, che però può contare sul portierone Néstor Carcer in giornata di grazia. Il giurassico quindi inizia ad intuire che il destino beffardo lo può colpire da un momento all'altro ed allo scadere del primo tempo, nonostante un possesso palla più che incoraggiante, comincia delle piangine allucinanti. Piagnistei che non fanno altro che irritare ulteriormente John Random, a questo punto seriamente impegnato a polipare la procace fanciulla procurata da lagnagna, il quale intuisce che può far sua una partita impossibile sulla carta ed inserisce Gard Stensaas al posto di un assente Persicchio.
Il cambio (e soprattutto la ragazza ormai concentrata a fare un intervista approfondita a John) è azzeccato perchè proprio Stensaas al 63esimo si smarca benissimo in posizione centrale ed insacca il gol dell'1 a 0.
Mammuth si accascia a terra, inveisce, piange, urla non facendo altro che infastidire John che lo fulmina con lo sguardo e lo punisce permettendo il raddoppio a lagnagna per merito di Wienus van Steensel al 79imo.
Finisce 2 a 0, un risultato alquanto inaspettato considerando che mammuth aveva ben il 90.43% di chances di vittoria contro l'1.99% di lagnagna che però pesca il jolly e festeggia assieme a John con una biondona, dando inizio ad orgia da cui, purtroppo per il giurassico, la birra Ichnusa pare completamente esclusa.

Lagnagna festeggia la vittoria a sorpresa



L’ angolo tattico

Il match of the week della tattica della fase finale di questa XI edizione della coppa Petrella è un match assolutamente pazzo tra due inutili mattacchioni che sotto le loro vesti da spammer nascondono un’ ottima sagacia tattica. Stiamo ovviamente parlando del match fra AC Ma.gia ed i Fantamaniacs dei manager Mirari, astro nascente dello spam e della tattica, e bacarospo ormai colonna portante delle due facce di hattrick.
I Fantamaniacs da sempre si affidano ad un atteggiamento molto solido in difesa, ma mai banale grazie ai tocchi di pennello del proprio manager, mentre l’ AC Ma.gia si distingue per l’ ecletticità dimostrata in tutta la stagione, senza mai comunque rinunciare alle tre punte.
Per questi sedicesimi i Fantamaniacs scelgono un 5-3-2 contropiede solido dietro e pungente su due lati davanti, aspettandosi di essere ben sotto con il possesso; non hanno però fatto i conti con l’ imprevedibilità dell’ AC Ma.gia che scende in campo con un 5-2-3 che presenta un solo centrocampista, senza però scegliere di utilizzare la tattica contropiede.
Se da un lato questa mossa può sembrare una pazzia, dall’ altro si rivelerà una lucida scelta dell’ allenatore.
Nel primo tempo i Fantamaniacs non possono usufruire dei contropiedi, ma possono sfruttare un largo 63% del possesso che si va però a scontrare con valutazioni difensive avversarie superiori a quelle offensive proprie che limitano ad un solo gol su azione più un SE angolo+colpo di testa lo score dei Fantamaniacs, mentre l’ AC Ma.gia va a segno su calcio piazzato indiretto.
Ma le pazzie non finiscono qui! Nell’ intervallo l’ AC Ma.gia viene stravolta: fuori un difensore centrale e due terzini, dentro due centrocampisti centrali ed un’ ala verso il centro a motivare l’ assenza della tattica contropiede ad inizio match.
Il match si ribalta: adesso l’ attacco dei fantamaniacs è perforante, ma il possesso cambia il proprio padrone (64% AC Ma.gia), lasciando comunque la possibilità dei contropiedi alla squadra di bacarospo.
Gli attacchi dell’ AC sono però fortunati e la difesa avversaria non abbastanza forte, tanto che prende tre gol su azione senza dare il via ad alcun contropiede; i Fantamaniacs si devono accontentare di un gol su azione che dà l’ illusione di poter rimanere attaccati al match, ma il terzo gol del secondo tempo degli avversari sancisce il definitivo 4-3 che chiude il sipario su due match all’ interno di uno solo con la vittoria dell’ AC Ma.gia e del coraggio di Mirari.




Aggiugni un posto a tavola

Oggi l’intervista a vessy non ha partecipato alla Petrella XI ma ha partecipato nelle edizioni precedenti e soprattutto ci delizia con la sua presenza femminile in fed ingentilendo un po' un ambiente che altrimenti sarebbe l'incrocio tra una banchina di un porto e una caserma di najoni e siccome è stata così gentile da concederci l’intervista noi la pubblichiamo (mica come qualcuno che voleva farsi pagare per concedere l’intervista del vincitore della Petrella ma che ora non potrà più rilasciarla)

Iscritto dal: 08-12-2004 (9/24)
Genere: Donna
Presentazione: Sono quì per vincere mica scherzo.....
Se mi dovessi accontentare solo di partecipare allora andrei alla ruota della fortuna......
Basta con i soliti detti "gli ultimi saranno i primi"
Gli ultimi rimmarranno ultimi e solo i primi saranno ricordati.
Squadra: Gufo
Serie: 3° in VII.131
Stadio: Barbagianni (capienza 21 000)
Tifosi: Giovani Ultras Fedeli Orgogliosi (1595)

La mia squadra nasce nel dicembre del 2004, all'epoca bisognava aspettare alcuni giorni prima di poterne entrare in possesso, quindi ho avuto del tempo per pensare che nome darle. Scartata dall'inizio l'ipotesi di dare nome di squadre reali, e consapevole che all'inizio sarebbe stata dura avere una squadra competitiva, ho pensato così di puntare sulla scaramanzia, così nasce Gufo ( se non riesco a vincere io spero che perdano gli altri ). Il nome dello stadio doveva avere attinenza con il nome della squadra, così ho scelto un nome che forse non è originale ma rispecchia in pieno la squadra " Barbagianni " Una squadra che si rispetti deve avere un tifo organizzato, l'anima della squadra, il 12° uomo,un nome che metta timore agli avversari. Qui ho dato il massimo della fantasia, i miei tifosi si chiamano Giovani Ultras Fedeli Orgogliosi. Detto così sembrano un gruppo di alcolizzati allo sbaraglio, ma prendendo l'iniziale delle parole esce di nuovo lui GUFO.
Ora che sapete della mia squadra vi dico qualcosa della presidentessa,una donna che ha sposato un patito per il calcio, e che si è fatta convincere ad avere una squadra in hattrick, e che poi è stata costretta ad assumere il consorte come DS. Una presidentessa che dopo parecchie stagioni in VII° ha deciso di scendere fino negli inferi, per poi risalire sperando di arrivare in VI° e magari in V°, e che invece si ritrova da dove era partita....in VII°. A questo punto credo che difficilmente riuscirò nel tentativo, quindi viviamoci la VII° meglio che possiamo, cerchiamo di toglierci più soddisfazioni possibili, ma soprattutto divertiamoci

3 commenti:

  1. ahahahhahahahahahahaha!!!

    "hattrick, come la vita, è uguale ad una tempesta, ma prenderlo nel culo è un lampo, e decide quindi di coprire discretamente almeno due lati difensivi, sperando che i settecentonovantaquattro ceri accesi a s.ambrogio facciano il resto."

    Grandissimi ragazzi!!

    Questa frase mi ha fatto veramente morire! Sono al lavoro e sto ridendo da solo come un coglione!

    Oh comunque capolavoro, davvero!

    Anche le immagini sono stupende (come l'aggressione di iuri, che mi ha piegato dal ridere!!)

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  2. Attenti, non voltatevi troppe volte, io sono sempre in agguato...

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