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giovedì 27 ottobre 2011

Editoriale Finale e Finalina - Coppa Petrella XII

Mirari retrocede pur di gasare in finale ma contro la corazzata non c'è nulla da fare
E' QUASI MA.GIA, MA NON BASTA: DONZ ANCORA CAMPIONE!
Nella finalina, JR gioca con mpingitore ed insieme costringono _otto_ alla medaglia di legno


donzauker festeggia con il roster della Petrella la sua quarta coppa


Al termine della dodicesima edizione, giocata sotto l’ombra della Mole Antonelliana per festeggiare i 150 anni dell’unità d’Italia, la Coppa Petrella torna delle mani del suo amante più caloroso: è il Deportivo donkaiserzauker a candidarsi per la quarta volta campione, battendo ogni record e scrollandosi di dosso mpingitore con cui condivideva fino all’altro ieri il record di competizioni vinte. Una coppa ampiamente meritata, sia per la forza espressa in campo, sia per le valutazioni irraggiungibili sfoggiate lungo tutta la competizione, sia per simpatia innata e l’umiltà con cui ha abbracciato lo spirito della competizione. Il finalista sconfitto, Mirari, non deve abbacchiarsi più di tanto però, e può godersi gli elogi della critica che ha apprezzato enormemente la scelta di sacrificare il campionato (retrocessione per lui) per dedicarsi anima e corpo alla coppa più amata dalla gnagna. E’ certo che il nome Ma.Gia ricorrerà frequente nelle Petrelle a divenire.
Nella finale per il terzo posto, vino e tarallucci fra mpingitore ed _otto_, con a sorpresa anche John Random presente al conviviale. La Blue Steel però questa volta vede il cul … ehm, il random volgersi verso mpingitore che lenisce le ferite ancora lacere dalla settimana scorsa con la pomata della medaglia di bronzo.
Ma ora spazio alle stragasanti cronache dei nostri super-editorialisti.




Quattro volte Depor: per la polleria Ma.gia non c’è nulla da fare.
Il Deportivo Donkaiserzauker si conferma cannibale: ennesima finale senza storia.

Il cannibale colpisce ancora ma forse sarà stata la sua ultima vittima Petrelliana.


Il nuovo che avanza, il vecchio che stanca, la finale di Petrella mette in scena il piu' classico degli scontri in quella che tutti i commentatori sportivi della Cambogia definiscono "la madre di tutte le sfide".
Al Filadelfia di Torino scendono infatti in campo due squadre differenti in tutto, partendo dallo stile di vita, passando per la bacheca e finendo con la storia: Ac Ma.gia, nuova promessa del firmamento petrelliano, si affaccia alla finalissima un po' a sorpresa grazie ad un cammino costellato di grinta, sudore e culo; Il Deportivo Donkaiserzauker invece, forte dei 3 trionfi gia' in bacheca, non ha bisogno di presentazioni ma al massimo di riti voodo, visto che persino il re degli scettici Jurij, ospite nel salotto di Marta Marzotto per il collegamento in diretta di un noto programma tv, è sicuro della vittoria giallo-viola.
La tribuna d'onore, gremitissima,non tradisce le attese:Scillipoti, con indosso la maglietta di Berte', guida gli ultras del Depor al grido di "vogliamo i superpoteri, ma li vendiamo comunque a buon mercato", mentre Gualtiero Marchesi tiene banco nella curva siciliana, trasformata in un'enorme grigliata a basa di Mc Chicken e Nuggets di pollo.
L'approccio alla gara dei due presidenti, cosi come quello delle due squadre, è diametralmente opposto.
Mirari passa la settimana a lavorare duramente, alla ricerca di nuovi talenti, battendo con ferocia e determinazione tutti i punti vendita di Paolino, il mago dello spiedo a legna, in cerca di volatili ruspanti in grado di reggere la forza d'urto dell'avversario; Donzauker, d'altro canto, non se la passa certo meglio, intento com'è a districarsi tra un summit a palazzo Grazioli per limare la lettere d'intenti da mandare a Bruxelles e la direzione dei lavori nella sede sociale, con Sousinha e Siri che per tutta la settimana hanno litigato con l'intonaco da utilizzare nella nuova cripta realizzata nella sala trofei, visto che la bacheca standard era gia' finita.
I giocatori di Ma.gia scendono in campo con un 2-5-3 garibaldino all'insegna del proviamo a farne uno in piu'. Il loro sguardo, concentrato e fiero, sprizza carica agonistica e voglia di emergere in quantita' industriali. In realta', è tutta una messa in scena per nascondere il pesante carico di merda che gia' imbarazza i loro pannoloni, mentre il mister dei siciliani cerca di tranquillarli prima del fischio d'inizio dispensando becchime a piene mani.
I giocatori del Depor, invece, scendono in campo e basta, schierandosi a casaccio perche tanto come li metti cambia poco.Bicipiti scultorei, abbronzature perfette, sorrisi smaglianti e un TSI complessivo che supera di gran lunga il Pil di Cina, Germania e Uzbekistan messi insieme.
Il signor Cinciripini di Bassano del Grappa non fa in tempo a fischiare l'inizio che Aniello Federico, l'uomo con due nomi ma di padre ignoto, da' il via alle danze: 1-0 e Depor avanti, per la disperazione dell'intera provincia di Trapani, che piange lacrime allo zibibbo amarissime e premonitrici.
Il Depor infatti, nonostante il vantaggio non domina come suo solito, ma gli avanti siciliani,vuoi per il becchime stantio, vuoi per il chilo e mezzo di merda nelle mutande che ostacolano i loro movimenti, iniziano a beccare il pallone anziche' il grano,divorandosi palle gol a ripetizione.
E' cosi che Bertè, stufo del tresette a bordo campo con Sousinha, Donzauker e Napolitano, rientra un secondo in campo, ruba palla agli avversari, e dopo averne scatato diciotto mette a sedere anche il portiere, e dopo averlo deriso per 5 minuti abbondanti deposita in rete il gol del 2-0.
Paghi del risultato, i giocatori gialloviola rientrano anzitempo negli spogliatoi, non prima di aver rubato il pallone agli avversari per depositarlo sulla loro linea di porta: "Vediamo se riuscite a fare almeno questo" - sghignazza Sousinha, imboccando il tunnel a bordo campo.
I polli di Ma.gia si avventano sulla sfera, senza riuscire a spingerla in rete: fortunatamente per loro Michael Arcuri, mentre va via sconsolato per l'ennesima occasione persa, nel girarsi con le sue enormi tette provoca uno spostamento d'aria in grado di mandare la palla in gol, spegnendo nello stesso momento il principio d'incendio nella curva amica, causato da un petto di pollo troppo flambe' dato in pasto allo scatenato Marchesi.
La ripresa riprende con lo stesso canovaccio del primo tempo: Berte', sempre a bordo campo, s'incazza come una biscia con Sousinha, reo di non aver giocato il 3 di coppe al momento giusto, subendo gli sberleffi di Donzauker e Napolitano, assoluti dominatori della contesa, che tra un cicchetto e una troia a basso costo fanno man bassa di punti.
Sconfitti e rassegnati, i due fuoriclasse del Deportivo gettano le carte a terra, rientrando stizziti al 60mo. Cacciano via i compagni di squadra e soli contro gli 11 avversari archiviano la pratica con un gol a testa: è il 4-1 finale che consegna la quarta Petrella al team piu' forte di tutti i tempi.
L'esultanza è composta: d'altronde, questa Petrella inizia a stare un po' stretta al deportivo, ormai pronto per sollevare al cielo trofei molto piu prestigiosi, come il Luigi Berlusconi e il Birra Moretti.
Tanta delusione per Ma.gia, che pur tenendo testa per lunghi tratti del match all’avversario esce con le ossa malconce dal match: tra becchime, carbonella per la grigliata in curva e svalutazione dei polli dovuta all'imminente aviaria, il dissesto delle finanze sicule è pesante. Riuscira' Mirari a risollevarsi, per puntare immediatamente alla rivincita?


I giocatori dell’A.C. Magia si godono il meritato riposo dopo la battaglia persa.


E’ ufficiale: Il caro e vecchio bucio de culo ha girato le spalle a Otto.
Ingiusta medaglia di legno per la Blue Steel, che dopo la beffa della finale perde anche il bronzo.

La finalina di Petrella storicamente assomiglia più ad una sagra paesana che ad una partita di calcio. E anche quest’anno le tradizioni vengono rispettate, così al “Mauro "Maui44" Benedetti” l’odore di brusta sale alto nell’aria, i volontari con bicchiere di vino mettono a posto il maxischermo per vedere la finalissima e i calciatori si aggirano stanchi in mezzo al campo tra un torneo di freccette e una partita a poker. Fondamentalmente della partita non frega un cazzo a nessuno, anche perchè la sconfitta in semifinale è forse il piatto più duro da digerire per un manager, e una medaglietta di bronzo cartonato non può certo rappresentare una consolazione adeguata. Disinteresse che in primis hanno proprio i manager, infatti Mpingitore si fa montare un divanetto di pelle con tanto di copertina termica davanti al maxischermo, per gufare apertamente e violentemente il Depor, che con una vittoria andrebbe a 4 coppe vinte mettendo la freccia sulla Dinamo Scrocco; mentre Otto prende un botillon di Gin Lemon e abbandona lo stadio, intento a vedere la 1a edizione della “Supermaratona equina di Torino”. In questo clima, e con il prato verde imbastito di tavolini, banchi, maxischermi, campi di bocce e quant altro inizia il match (quello del Depor) e i 22 giocatori si mettono a sedere davanti al maxischermo con lupini e spuma all’arancia invocando cori anti Donzauker. Peccato che, dopo 4 minuti di incessante “Depor merda alè”, Federico porta in vantaggio i gialloviola, creando una crisi nevrotica a mpingitore che addirittura fa lo sforzo di togliersi la copertina e invocare alla platea con i lupini: Giocate cialtroni! Così inizia la partita anche qua, con ritmi blandissimi e portieri palesemente ubriachi a cui passano bicchieri di vino da dietro le porte. Tuttavia, essendoci il presidente a bordo campo inviperito per lo spodestamento in corso da parte di donzauker, la Dinamo corricchia e prova ad imbastire qualche azione grazie ad un rimpallo qua e là, mentre la Blue Steel approfittando dell’assenza del presidente continua a tracannare e a vomitare in mezzo al campo. Si va così alla pausa sul risultato di 2-0 in favore dei verdi, ma clamorosamente i giocatori non ritornano nel tunnel, bensì continuano a stare in campo e organizzano un bel torneone di dama ubriaca. 15 minuti a farsi shottini e anche tutta la Dinamo è ciucca persa, compreso il presidente (ormai datosi all’alcolismo in ricordo dei bei tempi quando era il Real Madrid), così quando l’arbitro lascia la palla in mezzo al campo si assiste al sequel di “La notte dei morti viventi”, con giocatori zombizzati che vagano col fiasco evitando il pallone. L’arbitro, in preda a delle convulsioni, decide di tirare la palla un pò in qua e un pò in là per far succedere qualcosa, così in modo del tutto fortuito, tra gente che inciampa nelle zolle e picchia craniate nel palo si vedono due gol, uno per porta. Finisce così la sagra sul 3-1, con cerimonia di consegna delle medaglie di bronzo e di legno finita in una zuffa colossale con rottura del maxischermo, lancio di molotov e bandiere del Depor bruciate.
L’impressione è che la Blue steel, nel suo anno migliore a livello tecnico, abbia sofferto l’assenza della sua arma migliore, quel bucio de culo che tanto era stato importante negli anni passati. Un peccato per il team di otto, che magari senza la legge del contrappasso oggi poteva giocarsi la finale, forse con qualche chance. Mentre per quanto riguarda la Dinamo Scrocco siamo di fronte ad uno stallo tecnico che ha dell’incredibile, considerando che a livello di valutazioni la squadra sembra la solita della ultima vittoria in petrella di ormai 5 stagioni fa. Un limite troppo grande, considerando che le altre squadre invece crescono vorticosamente, come la Blue Steel, che avrebbe ampiamente meritato il bronzo.


mpingitore non si accontenta della partita e ruba anche le ruote alla macchina di _otto_



Oltre la Petrella
Luci e ombre per i gasatori in uscita esterna

Bicchiere mezzo pieno per i gasatori impegnati nelle manifestazioni extracomunitarie. Porta alta la bandiera del gasamento naked, che ringalluzzito dal ritorno del BBOW piazza un TA old school cinico e cattivo, che fa soccombere per 7-2 l’AC MAntova 1911, nella partita valevole la supercoppa tra Quelli Che stragasano e la Taverna di Boe.
Va peggio a RayAllen, infatti la sua Barry FC crolla nel mundialito sotto i colpi dell’equilibrata Athletic UC per 5-2. Partita abbastanza scialba e rinunciataria in realtà per i neroverdi, che schierando un 2-5-3 atipico, con accenno di difesa e attacco centrale sgonfio, subiscono la compattezza e l’efficienza dell’avversario, gasato anche nel morale per lo spareggio appena vinto.



Cambia città, ma la storia si ripete, ciclicamente, come diceva Giambattista Vico. Dopo Firenze, Aosta e Campobasso anche Torino vede incoronare Donzauker84, ormai sempre più re di Petrella e incubo per qualsiasi manager con il sogno di alzare la coppa. Un cammino quello della squadra gialloviola impeccabile, coronato da 8 vittorie (la prima a tavolino) valanghe di gol segnati e avversari illustri scacciati via come fossero mosche. Tra le vittime Ma.Gia, Spartak Gonzo, Apples, Amendolara e soprattutto quella Dinamo Scrocco che ai nastri si presentava con 3 vittorie iridate come il Depor, e messa sotto senza colpo ferire proprio a sottolineare che c’è solo un re di Petrella.
Si chiude il sipario dunque a questa 12a edizione al gianduiotto, iniziata con una ventata d’aria fresca portata da molte nuove compagini e snodatasi in un clima di cambiamento, visto che mentre si giocava ai quartieri alti si strutturava la transizione dei poteri in federazione. Adesso non resta che aspettare la 13a edizione per vedere come anche la coppa più amata di hattrick Italia saprà lanciarsi nel futuro e intraprendere la voglia di novità che aleggia nell’aria.
State caldi, Petrella is burning!

4 commenti:

  1. Esigo un gruppo di Responsabili che prenda in mano la curva del Depor, Scilipoti ha chiesto due noccioline e io non accetto certi rilanci:una era e una doveva restare!

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  2. La citazione di Giambattista Vico denota un livello culturale altissimo.

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  3. qualcuno ha parlato di bucio de culo?

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