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giovedì 24 giugno 2010

Editoriale sedicesimi - VIII ed.

Ballanza piega Bandula in una partita da record, a Unistar e Erode i derby del gasamento. Montezuma, che bella sorpresa!

DINAMO SCROCCO BATTUTA E UMILIATA: IN PETRELLA BRILLA UNA NUOVA STELLA, QUELLA DELL'AC RASPIDUO

Surreale girandola di rigori, ma la Dinamo Storditi si qualifica. Deportivo al cardiopalma contro la Dynamo. Materazzi, una rimonta in stile Reds!



di giocata, Ray Allen, Sante Pollastri, pete85, Davor Nuna, mammuth, Jurij, donzauker


Siamo entrati nel vivo della competizione. L'esordio nel tabellone finale di questa ottava edizione della Coppa Petrella non poteva cominciare in modo più esaltante: risultati clamorosi, colpi di scena degni di un film di Dario Argento, valutazioni da capogiro e gasometri esplosi ieri in Friuli per un sedicesimo di finale forse mai così duro da affrontare. Da tutto ciò derivano risultati difficilmente pronosticabili, come il 5-1 con cui la matricola terribile Ac Raspiduo umilia il campione in carica Dinamo Scrocco rispedendolo a casa con un passivo durissimo. Ma non è stata l'unica sorpresa di giornata: il Montezuma, dopo la storica qualificazione al tabellone finale non si accontenta e batte il veterano Blue Steel, gli Storditi tornano grandi in Petrella eliminando lo Spartak Gonzo dopo una surreale girandola di calci di rigore e la Dinamo Tiuz conferma quanto di buono fatto vedere nei gironi eliminatori sbattendo fuori un altro veterano della competizione come il Real Festina. Un turno, quello appena giocato, che ha sconvolto pronostici e aspettative, ma che ha riconsegnato alla Petrella la stella dei Ballanza Team, che in una partita da record battono uno dei favoriti come Bandula nel match più infiammato di giornata, o Materazzi23 team, capace di recuperare una partita che sembrava persa e aggiudicarsela ai tempi supplementari. Bella e intensa anche la sfida fra Barry e Unistar, mentre le banane di Castagnaccio issano bandiera bianca alla Maltenese ancora prima di scendere in campo. Per il resto pronostici rispettati, aspettando gli ottavi di finale: se il buongiorno si vede dal mattino, questa Petrella si annuncia durissima e combattutissima, e di balneare pare avere ben poco. Fra una settimana, in Friuli, ci aspettano molti scontri epici e dai finali incerti, grandi classici e sfide inediti ma intriganti: il gasamento parte da una base solida, ma se come sembra è destinato a crescere, gli ingegneri dovranno inventarsi gasometri più potenti per cercare di registrare il gasamento dei prossimi turni.



(Uno scatto dei difensori del Depor in azione contro la Dynamo)

Dynamo Balatro - Deportivo Donkaiserzauker è una partita classica della petrella, una di quelle partite all'insegna della tradizione. Tradizionale infatti è la Dynamo, con quel suo fascino teutonico e con quel modulo 3-5-2 ala TM un pò vintage. Ma ancor più tradizionale è il Depor, che come  di norma al posto dei difensori schiera due muratori trovati fuori dallo stadio con le moretti in mano, affidandosi solo al collaudatissimo modulo tutto centrocampo e attacco 2-5-3. Tuttavia, rispetto al solito tram tram, Donzauker stupisce tutti, quando al fischio d'inizio invece di attaccare sui corridoi laterali come fa dalla Primavera di Praga ordina ai suoi di attaccare nel mezzo, tra gli uuuuu di stupore di pubblico, critica e dei muratori colleghi dei difensori. La Dynamo è lucida e gasata come le sue nuove maglie viola, ma il Depor checchè ne dica il presidente con i suoi soliti blablabla schiera dal primo minuto i pezzi da 90 Bertè, Perticone e De Meo, dando un chiaro segnale che anche quest'anno punta alla petrella, infatti il gol dell'1-0 arriva appena dopo 9 minuti. La Dynamo ha meno qualità in mezzo al campo, ma come passa la linea mediana sono dolori perchè i muratori senza calcina non sono a proprio agio e il pareggio arriva al 20°. La partita è vibrante e il Depor si riporta in vantaggio con un rigore per il ben noto fallo di confusione, così può andare negli spogliatoi con calma e senza il pannolone. Il secondo tempo è teatro dei soliti cambi di giovani macellati dalla squadra papale, mentre la Dynamo resta unita e compatta, raggiungendo il pareggio al 57° con Romano Lenzi. E' una vera e propria doccia gelata per il Depor, che in difficoltà decide di mandare in campo il terzo top class del centrocampo, Aniello Federico, mandando in panca l'inutile Andersson, alla faccia dell'allenamento come tradizione Depor. Con il sudtirolese Federico Aniello il palleggio del Depor si fa ancor più veemente e il gol è telefonato, infatti bastano 10 minuti ai gialloviola per chiudere la partita e mettere la firma alla pratica sedicesimi. Per Falcinho un'uscita a testa alta e una prestazione veramente gagliarda, ma i fuoriclasse del Depor, militanti in due serie sopra, purtroppo per lui hanno fatto la differenza; per i gialloviola invece la prima prestazione in linea con le altre edizioni e uno scontro con la Maltenese all'orizzonte, in una partita che sicuramente non vedrà protagonista il reparto arretrato.

Bananafoots-Maltenese veniva indicato dagli addetti ai lavori come uno dei piu' vibranti ed incerti sedicesimi di finale della storia della competizione. Le aspettative altissime sul match vengono rimarcate anche dal parterre d'eccezione dello stadio Campo di patate, con patate in ogni dove: Nina Moric,Paris Hilton, Belen per il calcio d'inizio, Platinette per Errea e mezza scuderia Schicchi omaggiata al presidentissimo Castagnaccio. La lettura delle formazioni non lascia dubbi: le due squadre, schierate con un garibaldino 2-5-3 votato all'attacco, sembrano piu' due pugili pronti a suonarsele senza badare alla guardia che due undici messi in campo per dar calci al pallone. Pronti via, si capisce pero' subito che Castagnaccio getta la spugna ancor prima di combattere: Pompili, Lachevre e Bacchiocchi portano il risultato sul 3-0 per i biancorossi salentini dopo appena 19 minuti. Errea, tronfio come Topolanek a bordo piscina, posa il binocolo sul seggiolino e smette di assistere al match, per abbandonarsi alle attenzioni di Platinette: e cosi, tra un miao, uno sbatter di ciglia e due tenerissimi buffetti sulla guancia, lo spettacolo dal campo si sposta in tribuna, dove un attento Piero Angela filma il tutto per poterlo poi presentare in una puntata di SuperQuark dal titolo: "l'elefante e il topolino: si puo'". Castagnaccio, dal canto suo, snobba tranquillamente il match sin dal fischio d'avvio, per concentrarsi su una asfissiante marcatura a zona di Petra, Jessicah e Simona, la cugina di Tarducci. E' cosi che la partita scivola via nell'indifferenza generale, senza che nemmeno l'infortunio del miglior difensore della storia dei Biancorossi di Maltenese susciti un mezzo sospiro in tribuna. Sospiro che, per la verita, arriva comunque, ma di ben altra natura, quando Errea, in preda al turbinio dei sensi, guadagna la via degli spogliatoi con il perizoma di Platinette tra le mani, intento ad assaporarne l'aroma. La partita non ha piu' nulla da dire: il 4-0 di Wamsteeker serve solo per le statistiche inutili della Sante Pollastri foundation; l'ultimo brivido l'incontro lo regala a 3 minuti dalla fine, quando il teutonico terzino di spinta della Maltenese Markus Kamcke, rientrante dopo un lungo stop, si accascia al suolo per un brutto fallo. Kamcke, un fallo perennemente storto e talmente inutile da far gonfiare le gonadi per empatia, rischia ora di dover terminare anzitempo la sua carriera, proprio a causa del brutto fallo: riuscira ErreA con l'aiuto della personal trainer Platinette a rimetterlo in sesto? Per Castagnaccio e i suoi Bananafoots grossissima delusione: il buon girone di qualificazione aveva fatto presagire ad una coppa d'alto profilo; I tifosi viola chiedono la testa del presidente e gridano: rivogliamo il Kuz, lui si che gasava! Partita da far tremare i polsi negli ottavi per Errea: ad attenderlo c'è il circo Togni del Deportivo Donkaiserzauker, si prospetta l'ennesimo match all'insegna del motto "Difesa, se la conosci la eviti".

Va in scena Materazzi23 team-Gianpdoria al "DRAGON'S LAIR" dove ben 1889 spettatori sono giunti non tanto per la partita, comunque di alto livello, ma per la gran quantita di figa che la kermesse della Coppa Petrella si porta a giro per tutto il Friuli. Nonostante il gran ben di Dio presente sugli spalti le squadre sono molto concentrate ed entrano in campo convinte dei propri mezzi; Materazzi schiera un 4-4-2 asimmetrico che riesce quantomeno a pareggiare il centrocampo nonostante lo sfrontato 2-5-3 di gianpiero che senza il minimo timore revernziale spara un TA con attacco sulle fasce. Pronti, via e c'è solo la Gianpdoria per i primi 35' che si porta clamorosamente avanti 3-0 con Rueda e doppio Ramos; sembra la fine per materazzi23 team e collegato alla radio mammuth già gongola per l' eliminazione dell' unico serio candidato che avrebbe potuto contendergli il 3° posto finale. Ma ispirandosi al grande "matrix", la squadra non molla ed al 36' accorcia le distanze (3-1) e torna negli spogliatoi credendo fermamente nella rimonta che si concretizzerà solo all' 81' quando Roslyng firma il meritato pareggio con un azione centrale, Gianpdoria prova a rispondere subito con il colpo del ko dalla sinistra, ma la grande difesa di materazzi si salva e porta la partita ai supplementari. Gianpdoria sembra non aver subito psicologicamente la grande rimonta e riparte subito fortissimo, colpendo anche una clamorosa traversa e sbagliando un' altra buona azione. Gol sbagliato? Gol subito! Roslyng non se lo fa ripetere due volte e punisce gli errori avversari segnando il golden gol che porta meritatamente avanti materazzi 23 team. Gianpdoria saluta la Petrella a testa altissima e con il rammarico di non esser riuscito a difendere il triplo vantaggio iniziale, ma marco2p punta almeno alla semifinale, mammuth è avvisato...

 (In foto scie chimiche strane per la partita di mammuth)     

Macles-Schicchi è una sfida tra due squadre cui la Petrella non ha mai riservato grandi soddisfazioni, fatta eccezione per il bronzo di Mammuth conquistato quattro edizioni fa, che l'intero roster della competizione gli invidia. Certo la compagine di mammuth ha delle motivazioni ed un organico superiore rispetto all'avversario, ma si sa che la Petrella riserva sempre delle sorprese. La prima sorpresa è in tribuna, dove campeggia un parterre di gnocca da far invidia a Schicchi: sono infatti presenti Belen con sorella, cugina, zia, nipote, amante lesbica e nonne. La compagine segue da vicino le peripezie della squadra paleolitica, in ragione dei risaputi e discussi legami sentimentali fra il presidente mammuth e le due arzille novantenni. Ma bando alle ciancie e alle gnagne paleolitiche: si gioca! Come al solito mammuth erige i muri in difesa, affidando le ripartenze ai soffi di vento, alle maree e alle scie chimiche provenienti dal suo culo. Macles risponde con un 4-5-1 abbastanza equilibrato, ma che da subito si dimostra incapace di bucare la difesa avversaria. Anzi, dopo 12 minuti è Schicchi a passare in vantaggio: "venticello" Sierra lancia lungo, la palla prende il vento ed entra in rete: 1-0 Schicchi. Ci si mette poi anche l'arbitro a complicare la vita a Macles: al 20° un difensore colpisce in modo volontario la forza di gravità, provocando un nettissimo rigore che Maggiore trasforma. Al 35° Bojko chiude definitivamente la pratica, mettendo in rete un suggerimento della forza di attrazione lunare. Tifosi in festa, mammuth che emette gas, novantenni bagnate, ricchi premi e cotillons. Si va al riposo sul 3-0, con le novantenni che festeggiano mammuth e Belen che consola lozio. Niente di nuovo nella ripresa, a parte il quarto gol di mammuth, ancora con lo storico Timothy Maggiore e ancora su rigore, stavolta per l'atterramento di un bosone di Higgs che passava di li per caso. Purtroppo la partita si incattivisce nel finale: i giocatori di mammuth, non paghi del 4-0, provocano gli infortuni di Puentes e Us, tollerati da un arbitro visto poi allontarsi a bordo di un camion Ichnusa. Macles torna quindi a casa, troppa la differenza tra i due team, ma mette in cascina esperienza preziosa per le Petrelle future, oltre a portarsi via Belen e amante lesbica per consolarsi. La Dinamo Schicchi dovra invece vedersela con Materazzi23team, altra squadra votata alla difesa: si annuncia uno dei match più pallosi della storia di hattrick, rinominata prontamente "Sfida delle facce di bronzo", a simboleggiare il massimo risultato dei due team in Petrella.

Filosofie diverse quelle che si affrontavano all'Atletic Bag Arena, dove Raccattati ed Erode Scannabelve hanno dato vita ad un match vibrante ed equilibrato. Vigilia tranquilla per i due mister, che hanno schierato in campo due formazioni profondamente diverse tra loro: da una parte un'estremo 5-2-3 per rossoverdi del presidente Davor Nuna, irritato dalla nomea di segaossa che questa squadra si è fatta tra gli addetti ai lavori; dall'altra consueto 3-4-3 gagliardo per i lardellati blucerchiati cremonesi del patron Vezzo, deciso a scrollarsi di dosso l'etichetta di eterno secondo. La tensione è palpabile, quasi si taglia a fette, tanto che un'entusiasta Mengacci, presente in tribuna vip per un servizio sul cotechino lardellato ne ordina addirittura 3 etti, da portare in studio per una degustazione con i produttori. La partita segnala subito alcune occasioni per Scannabelve, che cerca di sfruttare le corsie per sfondare il muro difensivo avversario. Raccattati da canto suo aspetta nella propria meta' campo, pronta ad imbastire un contropiede al minimo errore avversario. E' cosi che si concretizza il vantaggio dei rossoverdi, al 35 minuto, con Bruno Mutti, figluolo di Bortolo, che concetrizza una veloce ripartenza punendo la distratta difesa cremonese. 1-0 e the caldo per tutti, con Erode sotto nonostante le percentuali di possesso bulgare dichiarate a meta' incontro. Per Davor è il momento dell'ebbrezza, con il baffo presidenziale rizzato come il miglior Siffredi e il volto paonazzo, conseguenza quest'ultima dei 6 litri di Tocai tirati giu in sala stampa insieme all'amico fraterno Bruno Pizzul. Vezzo giace esanime sulla poltroncina di competenza, deriso da un raggiante Lucaparo, che dopo il ban non è piu lui. Ma la grinta dell'Erode, unita ad una siringata di cotechino fuso per ogni giocatore trasforma il match nella ripresa, con Scannabelve che in 20 minuti rispolvera i titoli di un celebre Milan-Liverpool mandando in depressione Davor per il risultato e Lucaparo per il brutto ricordo: 3-1 ed incontro finito, con lo sterile attacco dei Raccattati incapace di imbastire una reazione degna di nota. E cosi, per l'ennesima volta, la marcia dei rossoverdi, implacabile sulle caviglie avversarie, si arresta alle porte del paradiso, con una Petrella che continua a rimbalzare le ambizioni catenacciare del patron Davor Nuna. Dall'altra parte Erode, dopo aver fornito una prestazione talmente superba, si ritrova in un sol colpo a passare da una eliminazione clamorosa ai sedicesimi ad un quasi certo approdo ai quarti: nel prossimo turno, infatti, si staglia all'orizzonte dei cremonesi la beduinesca carovana di Stoppardi, boccone fin troppo tenero e prelibato per chi, da una vita, è abituato a ben altre pietanze. L'interrogativo è sempre lo stesso, ma viste le prestazioni astrali è obbligatorio farselo: sara questo l'anno dell'Erode in Petrella?

Come una rotoballa lanciata in una discesa con 20% di pendenza, Stoppardi passa sopra all'ostacolo Lagnagna FC e, con un secco 3-0, approda agli ottavi, in un giorno comunque triste e malinconico per l'addio al calcio giocato della bandiera dei Biancoviola: Sergio Gangemi, 120 volte con la casacca di Stoppardi, ha infatti appeso definitivamente le scarpe al chiodo. Il giro di campo finale del beniamino della tifoseria ha commosso un po' tutti, compreso Jurij che si è lasciato andare ad un pianto ininterrotto, anche se i presenti affermano che in quel momento stesse frignando dopo aver appreso che agli ottavi la sua squadra dovrà affrontare l'Erode Scannabelve di Vezzo. Reso onore alla bandiera di Stoppardi, che per inciso ha dichiarato che tornerà nel deserto dei Gobi a fare un lavoro che più gli si addice (il beduino, n.d.r.), passiamo alla cronaca della partita. Lagnagna, ben sapendo di giocare contro uno dei super favoriti della competizione, si presenta con un 3-5-2 equilibrato e di tutto rispetto, mentre Stoppardi azzarda un più spavaldo 2-5-3, con Jurij evidentemente convinto dei propri mezzi. Nonostante tutto, il presidentissimo si rende conto di aver fatto una cazzata e rimedia al decimo con Wojnar che va a sostituire l'impalpabile Bergwerf. La partita rimane piuttosto bloccata nei primi minuti e a scuoterla sono solo i calci piazzati. Così, proprio da calcio da fermo, si sblocca il risultato. Van Luipen segna un rigore al 24esimo, con grandi proteste di Lagnagna che dagli spalti inveisce prima contro l'arbitro e poi contro Jurij accusandolo di aver comprato la partita. Accuse non del tutto infondate, visto che, al momento dell'assegnazione del rigore, dal taccuino dell'arbitro è scivolata una mazzetta con diverse banconote da 100€. Fatto sta che il gol ha di fatto troncato le gambe agli uomini in granata, incapaci di reagire e di impostare una azione degna di nota. Prima dell'intervallo c'è il tempo anche per il 2-0 firmato da De Angelis. Nel secondo tempo Stoppardi chiude definitivamente i conti al 50°, infilando per la terza volta l'incolpevole Favrod. Da quel momento inizia la girandola dei cambi e la partita scivola via lenta senza troppi scossoni come prevedibile. Da ultimo ci sono solo lacrime: quelle dei tifosi di Stoppardi per l'addio di Gangemi e quelle dei granata per la dura sconfitta che va a rovinare una buona Petrella. Lagnagna esce così tristemente senza ripetere l'exploit dell'anno passato, mentre Jurij si gode questa Stoppardi gasata a mille che non vuole fermare la sua corsa contro lo scoglio Erode ma che, almeno per una volta, vuole rispettare i favori dei pronostici e conquistare la tanto agognata coppa Petrella.

(Per Mpingitore si riaffaccia lo spettro dell'Uruguay)
All'LVS Stadium va in scena la partita che desta maggior curiosità di questo turno, a scontrarsi sono il plurititolato e ultimo vincitore della coppa mpingitore e la scomoda matricola Raspiduo. Nonostante le attese, solo un migliaio di tifosi si precipitano in Friuli, vuoi per il maltempo o vuoi per i festeggiamenti post eliminazione della Francia dai mondiali, il pubblico non è di certo quello delle grandi occasioni. E pensare che qualcuno lo aveva detto "una coppa durante i mondiali potrebbe avere una bassa affluenza". Ai posteri l'ardua sentenza! Passando al match, incuriosisce da subito la scelta tattica speculare dei due mister, uno zemaniano 2-5-3 per raspiduo, che non ha certo intenzione di coprirsi, contro un più classico 3-5-2 di mpingitore. La ragione va da subito alla squadra gavorranese, che dopo sei minuti affossa la difesa ermetica di Raspiduo e si porta in vantaggio. Ma gli uomini di Raspy non si perdono d'animo, sanno attendere il momento giusto per colpire e alla mezzora rimettono tutto a posto. Sembra un match equilibrato, bello, degno di una petrella vera, ma qualcosa va storto per mpingitore, sarà la pressione dei media? saranno gli occhi puntati sul campione iridato? Fatto sta che mentre la Dinamo Scrocco si preoccupa troppo del passato, Raspiduo si porta in scioltezza sul 3-1. Risultato che porta tutti negli spogliatoi, tra gioie e dolori. Si rientra in campo ma la situazione non cambia, Raspiduo trova lo spazio per altri due goal, che tagliano le gambe ai ragazzi di Scrocco. A risultato acquisito da segnalare solo una girandola di sostituzioni per Scrocco: forse troppo tardi? ed un po' di nervosismo nei campioni iridati, messi subito a tacere dai cartellini dell'arbitro. Si chiude 5-1 un match senza storia e, lasciatemelo dire, senza gloria per scrocco, che cade ancora sotto i colpi di una matricola, proprio come quando da campione iridato venne messo al tappeto da una debuttante meteora come FC Blues 2008. A differenza di quella sera, mpingitore perde un pezzo della sua gloria e dovrà attendere il prossimo torneo per rifarsi la faccia. Per Raspiduo non bastano i complimenti, anche perchè adesso va incontro a Ballanza, un team di tutto rispetto: ma questa matricola non ha di certo paura.

Partita dall'elevatissimo grado di competitività quella tra Ballanza Team e Bandula. I valori finali sono lì a dimostrare il tasso di agonismo e di qualità raggiunti dalla Petrella, che già ai sedicesimi sforna gare che farebbero invidia ai primi quattro, cinque turni di Coppa Italia. Ma torniamo sul match del Sergio Guerrero Stadium. Ballanza si schiera con un 3-5-2 dalle ali infiammatissime, Bandula replica con un 3-4-3 che si dimentica della propria fascia destra, lasciata al suo destino e alle scorribande dei ragazzi di Sine. Proprio da quella parte, infatti, arriva il vantaggio cremonese con Havlíček, lanciato a briglie sciolte fino alla porta di Perandini, trafitto dal potente diagonale del terzino. Siamo al 25°, e solo cinque minuti più tardi arriva anche il raddoppio con Cirillo. Ma dura ben poco, perchè la reazione degli avversari non si fa attendere; Alvarez accorcia le distanze e riporta le speranze in casa Bandula. La ripresa porta in dote due cambi per Ballanza, sostituzioni che non rompono gli equilibri della compatta squadra di Sine. Che potrebbe anche chiudere il conto, quando Marchignoli si ritrova tra i piedi la palla del 3-1 dopo un'incomprensione della difesa: ma l'ala viene distratta dalla presenza a bordo campo di Belen Rodriguez, madrina della Sagra della Grappa Friulana in svolgimento lì vicino. Il suo tiro risulta pessimo, lento e per niente pericoloso. E come si dice, gol sbagliato gol subito; in seguito ad una punizione di seconda, Bandula pareggia con Wutzdorff al 67°. Non succederà più nulla fino al termine dei tempi regolamentari, e le due squadre si ritrovano a giocare l'extra time; un supplementare che dura davvero poco, perchè al 93° Pietro Fundone trova la via del golden gol, ponendo fine ad una partita che si sarebbe meritata un palcoscenico più prestigioso di un sedicesimo di finale. Ma tant'è, e Sine si ritrova a festeggiare alla Sagra della Grappa con Belen sottobraccio, mentre Bandula torna a casa con la coda fra le gambe, ma consapevole di essere stato molto sfortunato. Agli ottavi Ballanza affronterà la sorprendente AC Raspiduo, il killer del campione.

Al Bottecchia va in scena un sedicesimo interessante: i grosseto city ramlers incontrano il Santos F.C. S.p.A., con i grossetani che riescono a superare in turno con un bel 2-0 che avrebbe potuto essere sicuramente più ampio. E pensare che il presidente giocata è stato sulle spine fino a domenica sera, non sapendo se partire per il Friuli dato che Santos ancora non aveva accettato l'organizzazione della partita. Quando ha saputo che la sua squadra doveva giocare e non poteva accontentarsi di una comoda vittora a tavolino, ormai era troppo tardi per prenotare il volo e ha dovuto sorbirsi il viaggio in pullman ed i peti asfissianti di Stentardo, colto da dissenteria e quindi tenuto a riposo. Nonostante questo handicap, la squadra biancorossa non ha avuto troppi problemi a sbarazzarsi degli uomini di santosgio, che hanno saputo tener botta solo durante i primi quarantacinque minuti di gioco, nei quali peraltro la partita è stata bruttina e priva di grandi emozioni. Ad inizio ripresa giocata decide di cambiare le carte in gioco inserendo Crisafi per uno spento McCarthy e la mossa quantomeno porta fortuna: una manciata di secondi dopo infatti, il grosseto va in vantaggio grazie ad un inserimento dell'ottimo Knapen. Da quel momento la partita si infiamma a palla con gol sfiorati da entrambe le squadre e ribaltamenti di fronte da una parte all'altra del campo. Purtroppo per Santos, la colonna portante del centrocampo Avian cade male ed è costretto ad uscire, lasciando il posto ad un Gonzalo Matas certamente non all'altezza del compagno infortunato. Grosseto tira un sospiro di sollievo e raddoppia al 79° con Almeida, con una grande azione personale dalla sinistra. Giocata, magnanimo come i Re delle favole Disney, concede la grazia a santosgio e ordina i suoi di non infierire sul risultato portandosi a casa la qualificazione con il classico risultato all'italiana. Il presidente dei biancorossi può quindi tornare in Toscana soddisfatto del risultato e della buona forma della squadra, sicuramente ben augurante per il difficile ottavo contro la Unistar di fibavr. Ma si sa che da adesso in poi tutte le partite sono delle vere e proprie guerre, quindi grosseto dovrà sempre dare il massimo per cercare di raggiungere l'obiettivo finale. Siamo sicuri che, grazie anche al recupero di "Baffo" Stentardo, questa squadra potrà arrivare lontano. Santos F.C. se ne torna a casa con la preoccupazione maggiore per il brutto infortunio ad Avian, sapendo comunque di aver fatto la sua porca figura contro una squadra forte e cinica che non gli ha lasciato scampo.

(Belen, la sua presenza in più campi ha caratterizzato questi sedicesimi)

Sugli spalti del Figheroa, una bella cornice  di pubblico ha assistito a uno dei sedicesimi più attesi di questo turno fra Unistar e Barry: dopo i reciproci complimenti che i due manager si erano scambiati in settimana in una bella intervista televisiva, e il fair play dimostrato, la parola del campo era l'unica in grado di mettere tutti d'accordo. Ne è uscita una bella partita, intensa e combattuta, che non ha deluso i molti tifosi accorsi in Friuli Venezia Giulia per gustarsi il grande evento. Di fronte due filosofie di gioco contrapposte: Unistar punta tutto sulla sua solida difesa, formata da cinque nerboruti bellimbusti, e su un contropiede alla Nereo Rocco che ci riporta alle grandi sfide del secondo dopoguerra, mentre Barry preferisce il fraseggio ballerino e sinfonico di cinque direttori d'orchestra schierati in un centrocampo dai piedi buoni. Tutti gli ingredienti al posto giusto per consegnare a questa ottava Petrella una grande sfida. Il primo tempo non vive però di grandi sussulti, la posta in palio è alta, e le squadre paiono spaventate: è così che l'inesperienza gioca brutti scherzi a Allccahuamán, che per poco regala un gol a Barry in avvio di partita. Non succede niente fino alla mezz'ora quando una fiammata di Unistar sposta gli equilibri: è Lorion a battere Apablaza, e portare gli uomini di fibavr in vantaggio. E' così che, pala e vanga in mano, i difensori di Unistar scavano un fossato intorno alla propria aria di rigore, a difesa di Szabics, che fino alla fine del primo tempo resta spettatore non pagante. A niente serve il possesso palla di Barry, visto che schierati a ridosso dell'aria di rigore i bellimbusti di Unistar spadroneggiano, ammiccando anche alle moglie dei giocatori della squadra di Ray Allen, che in tribuna viene sorpreso dalle telecamere mentre schiaccia un sonnellino. "Tanto fumo e niente arrosto" deve aver pensato mister Johansen negli spogliatoi, decidendo quindi per il secondo tempo un triplo cambio nel tentativo di dare una svolta al match. Svolta che c'è, ma solo parzialmente: i fossati di Unistar paiono insuperabili per gli uomini di Ray Allen, schierati al limite dell'area di rigore come se cingessero d'assedio una città fortificata, ma senza riuscire a creare il minimo grattacapo agli avversari. I minuti scorrono, Giovanni cresce, ma non succede nulla, se non qualche sostituzione. Voci incontrollate che si fanno spazio in tribuna parlano di camomille doppio malto date al posto del thè durante l'intervallo e lo spettacolo ne risente un po'. Forse l'effetto però sparisce negli ultimi cinque minuti, decisivi e che valgono il prezzo del biglietto: un giocatore di Unistar salta il fossato, ruba palla, e rilancia di 40 metri per Garunas, che freddo come un Calippo porta sul 2-0 la squadra di fibavr. Sembrerebbe tutto finito, il muro di Unistar pare invalicabile, ma gli uomini di Ray Allen si ingegnano: un ponte mobile viene costruito a tempo record, e improvvisamente il fossato non rappresenta più un problema. E' così che Villardel coglie il palo con grande sfortuna, e solo un minuto dopo Pecevnick spreca un'altra ottima occasione per riaprire il match. Ma l'invenzione che poteva essere il deus ex-machina della partita arriva troppo in ritardo e per Barry non c'è nulla da fare. Abbracci comunque a fine partita fra i giocatori e i due presidenti al termine del match del gasamento, terminato quindi 2-0 per Unistar che ora andrà ad affrontare i grosseto city ramblers in una partita che si annuncia a dir poco infuocata. Per Barry e il suo manager Ray Allen un'altra Petrella condotta bene ma sfortunata, ma col gasamento che contraddistingue questo team prima o poi si rifarà.

Gli ultra-mega-iper favoriti per la vittoria finale Indiani Metropolitani (insdiati dai soli Indiani Metropolitani secondo i bookmakers) sfidano la matricola Stella Rossa Soziglia probabilmente già più che appagata dalla qualificazione alla fase finale. Lo stadio "La Montona" non tradisce le aspettative e fornisce gran quantità di "montone" come dimostrano le foto dei nostri reporter che rendono felici i 1139 spettatori paganti. I cupolari scendono in campo con un 4-4-2 che prevede Sante Pollicino nel ruolo del 3/4ista dimostrando come sia un ruolo totalmente caduto in basso, mentre la Stella Rossa prova a chiudersi con un 4-5-1. Il primo tempo è noiosissimo sul campo, ma scoppiettante nei box extra lusso dove si scatena una lotta all' ultimo vestito strappato fra gli abbondanti branchi di figa presenti e le attenzioni di tutto lo stadio, campo e panchine compresi, sono perciò rivolte verso la tribuna vip. Ne approfitta Madrazo, il Marrazzo messicano, che, preferendo i tranvioni, si dribla tutti gli avversari e segna l' 1 a 0 per gli Indiani. Per dovere di cronaca la palla, riportata dallo stesso marcatore al centro, è rimasta sul dischetto ignorata da tutti. Negli spogliatoi il presidente in persona Sante Pollastri promette festini per il post partita in caso di vittoria per cercare di riportare le attenzioni dei suoi sul campo almeno per i secondi 45'. Le sue parole sembrano risvegliare anche la parte etero della tribù che dal 70' a l 76' segna ben 3 reti prenotando ottavi di finale ed un privè al Gilda, per la gioia del presidente. La Stella Rossa, invece, non potendo permettersi un' intera squadra in un night non torna nemmeno negli spogliatoi per l' intervallo, preferendo continuare a seguire lo show sugli spalti anche nei secondi 45'; purtroppo Duenas ne farà le spese colto da dolore al muscolo erettore del pene, la risonanza rivelerà una lesione di 2° grado. Gli Indiani volano verso l' annunciata vittoria, la Stella Rossa saluta la Petrella e tutte le ragazze dello stadio.

All'impianto Na Jami si sfidano due compagini dalle storie molto diverse. Da una parte i Loss' Eleven, che la Petrella l'hanno già alzata sotto il cielo azzurro della Sardegna, arrivati da un girone in cui hanno avuto ben pochi problemi con due vittorie nei primi due match; dall'altra la Rocca Petrosa del Temporale, che per la prima volta si affaccia al tabellone principale, giunta ai sedicesimi con un exploit finale in un gruppo complicato. Premesse diverse ma battaglia assicurata, a detta dei bookmakers. Ma così non sarà, perchè i ragazzi di Loss riescono subito a far capire cosa vuol dire l'esperienza in momenti così delicati come i turni ad eliminazione diretta, impadronendosi del centrocampo e chiudendosi a riccio le poche volte che Rocca Petrosa tenta di attaccare. Un 4-5-1 granitico con sbocco sulla destra, dove Panconesi è libero di tempestare gli avversari, timorosi nel loro 3-4-3 dall'aspetto offensivo ma costruito per colpire in contropiede. E così, dopo una traversa di Huba e un'altra occasione, al 24° Loss passa; è Marius-Mihai Voicu a far carambolare il pallone in rete, battendo il colpevole portiere transgender Rita. Gli uomini di Don Carluccio non riescono a riprendersi, e dodici minuti più tardi incassano anche il secondo gol, Huba il marcatore. La reazione di Rocca Petrosa si esaurisce in un tiro pericoloso di Vradzhaliev, ma è troppo poco. Come troppo poco è quello che succede nel secondo tempo: un paio di cambi, un infortunio, un'occasione per Lenzi sul morire della gara. Il triplice fischio risveglia parte della tifoseria, costringe Loss e il suo gufo a interrompere una emozionante partita a briscola, ma viene accolto con disappunto da un Don Carluccio che credeva ancora nella rimonta. Certo, Rocca Petrosa del Temporale può già considerarsi soddisfatta per la sua prima volta ai sedicesimi, ma siamo convinti che il suo presidente si aspettasse più verve da parte dei suoi. I Loss' Eleven continuano invece il loro cammino in questa Petrella: i loro prossimi avversari saranno gli Indiani Metropolitani, i favoriti della competizione insieme a Stoppardi, Indiani e Indiani. Ah, e Indiani. E poi ci sono anche gli Indiani.

La scuola cremonese contro quella bolognese: questo è cremo - Bluff Country. Le due squadre hanno finora ben figurato, ma i gironi sono roba per donnicciole: la storia si fa adesso. Alla Bombonera de Ciapin 3-5-2 speculari per le due squadre, con cremo che punta a mettere a ferro e fuoco i corridoi laterali e country che si fa i cazzi suoi, puntando ad attaccare dove capita. La tattica cremonese sembra avere la meglio al 12°, quando Grosu sfonda a destra e porta in vantaggio Cremo. Sir fly, sorseggiando un brandy in vestaglia con Belen come poggiapiedi, inarca il sopracciglio, posa la pipa e tira un bestemmione. L'allenatore capisce che qualcosa non va, e a dopo appena mezzora sostituisce Pescarmona e lo fustiga davanti ai compagni per dare l'esempio. A questa vista, Belen ha un brivido di piacere, subito sfogato gettandosi sul Sir. Dal canto suo Garoluca è in estasi mistica: un pò per il vantaggio, un pò per gli acidi, un pò per l'arrivo allo stadio della bellissima Gisele Bundchen. In campo, nel frattempo, Country riesce a ribaltare il risultato nell'arco di dieci minuti: prima Kanka pareggia, poi Moesch porta in vantaggio Bluff proprio un attimo prima del riposo. Sir Fly esulta in tribuna dopo essersi liberato della ninfomane argentina, mentre Garoluca non si rende conto di nulla: si è gettato ai piedi della brasiliana e la osserva in adorazione, convinto che sia la Madonna. Secondo tempo, nulla di nuovo: cremo sembra in bambola come il suo presidente, ormai catatonico, mentre gli avversari imperversano in ogni dove. Moesch è scatenato, cerca con insistenza il gol della tranquillità e lo trova al 58°, chiudendo la partita a doppia mandata. Ci pensa poi l'allenatore a buttare via la chiave: dopo il gol sosituisce l'attaccante Moesch, che esce fra gli applausi, con il difensore Deleuze, passando ad un abbottonatissimo 4-5-1. Per Cremo non c'è più niente da fare, Bluff Country ormai controllano il centrocampo e non concedono nulla in difesa. Finisce 3-1, cremo torna a casa, mentre il presidente Garoluca si converte al bundchenismo. La squadra di Sir Fly dovrà vedersela agli ottavi con la sorpresa Montezuma, ma il sir può sognare in grande: con Belen sotto i suoi piedi, tutto sembra possibile. Le semifinali non sono una chimera.

C'era grande curiosità intorno al Montezuma, alla sua prima qualificazione al tabellone finale della Petrella dopo diverse partecipazioni da comprimario, che affrontava una Blue Steel ormai veterana e abituata a offrire agli spettatori prestazioni esaltanti e cocenti delusioni con la stessa spensierata facilità. Ingredienti questi che davano tutte le premesse al match per essere imprevedibile e accendere la fantasia dei dannati spettatori giunti al "Girone dei violenti". Atteggiamento speculare, con un 4-4-2 classico per entrambe le squadre che richiama alla mente dei presenti le grandi sfide degli anni settanta, quando i moduli e i numeri contavano poco in confronto ai colpi di tacco e alle rovesciate. L'unica cosa che veramente cambia è la scelta di dove sfondare: otto decide di fare l'alternativo e di provarci sui lati, mentre Caramon è un classicista e rimane attaccato al tradizionale tentativo al centro. Il primo tempo è un inno al bel calcio: occasioni da una parte e dall'altra, spettacolo e gasamento allo stato puro, con gli attacchi e le difese che si fronteggiano in bei duelli e un possesso palla quasi equamente spartito a metà. Così tanto equilibrio si traduce in uno 0-0 al termine della prima frazione che non racconta fedelmente le tante occasioni e lo spettacolo che i fortunati spettatori si godono dalle tribune. La ripresa ricalca fedelmente il primo tempo: le squadre si affrontano a viso aperto, cercando il gol con insistenza, ma ancora una volta sono le difese ad avere la meglio. E' il classico caso nel quale un episodio decide la partita: la fortuna questa volta arride a Montezuma, e dopo un erroraccio della difesa di Blue Steel nella tattica del fuorigioco, Payerhofer purga la squadra di otto e fa esplodere di gioia "I Montanari". Mister Danilov capisce che deve dare una svolta al match, e per gli ultimi 20 minuti inserisce un centrocampista e due nuove giocatori per cercare di recuperare il risultato, dando un assetto molto offensivo alla propria squadra. L'inerzia della gara si sposta decisamente a favore di Blue Steel che cinge d'assedio Montezuma, ma gli uomini del presidente Caramon capiscono che l'occasione è troppo grande, e gettano il cuore oltre l'ostacolo, non concedendo a Blue Steel grosse occasioni per rimettere in piedi il match. Finisce dunque 1-0 per Montezuma e le feste dei giocatori al fischio finale dimstrano quanto tenessero a passare il turno: ora di fronte si troveranno la Bluff Country, decisi a stupire ancora. Musi lunghi invece fra i giocatori di Blue Steel: ci hanno provato, ma non è bastato, e per otto e i suoi un'altra Petrella che si chiude con le recriminazioni di chi sa di aver dato tutto senza ottenere risultati.

Gonzi-Storditi va in scena al comunale di Vigonovo e, cari amici, non è un duello tra due bande rivali, ma la sfida tra due gasatori all'ennesima potenza. Amici e nemici per una sera, caricca e kama sono chiamati a scontrarsi sul manto erboso in una umida serata friulana, ma loro da veri esperti del gasamento mettono tutto in campo regalando ai tifosi un vero e proprio spettacolo, un match tiratissimo che fa dimenticare la pioggia ai 1383 tifosi arrivati fin qua. 3-5-2 per entrambe le squadre, stessa trama di gioco, con entrambi i mister che insistono sul gioco nelle corsie laterali. Risultato una partita a scacchi più che un incontro di calcio, con valutazioni simili che fanno presagire un match che sarà risolto solo dal guizzo di un campione. I primi venti minuti di gioco sono dedicati allo studio, entrambe le squadre scelgono di attendere, scrutare le scelte altrui e magari sfruttare una distrazione. Poi al 21' è Storditi a trovare la via del goal, è proprio da una manovra sulla fascia, che nasce il goal di Barrero. Caricca incita i suoi, che non stanno di certo a guardare, ma non trovano la via del goal. Si conclude così il primo tempo, con il vantaggio degli Storditi. Il mister di Spartak deve aver avuto qualche illuminazione negli spogliatoi e pensa bene di seguire i consigli dele divinità, sostituendo due dei suoi alla ripresa del gioco. Il risultato non è male, Spartak pareggia i conti al 58' dopo almeno un paio di ghiotte occasioni. 1-1 e si preannunciano gli over time. Ma sale in cattedra la dinamo, che fa sua la parte centrale della ripresa, buon gioco buone azioni, diverse chance, ma il goal non arriva. Arriva invece il fischio dell'arbitro che porta dritto dritto ai tempi supplementari. Giocatori stremati e qualche infortunio forse sono la chiave per risolvere la partita, ma la fatica spezza tutti i giocatori in campo, così dopo una mezzora di calcio stentato si arriva alla lotteria dei calci di rigore. Ed eccoci al dischetto, con in scena una delle più clamorose sfide ai rigori della storia. su 10 rigori, la palla entra in porta una sola volta, ed è quando Gianvito Margiotta spiazza il portiere di Caricca. 2-1 risultato finale, Kama gode, Caricca sarà comunque orgoglioso del comportamento dei suoi.

(Adolfsson nel primo tempo supplementare di Dinamo Tiuz-Real Festina)

Al bottecchia arena sono 977 gli spettatori ad assistere al match Dinamo Tiuz-Real Festina. Non proprio il massimo per un sedicesimo di finale Petrella, soprattutto perchè da una parte c'è una squadra che vuole entrare a far parte a pieni poteri dell'elite hattrickiana cremonese  e dall'altra un team storico e prestigioso della competizione,colpevole dell'appellativo di bambola gonfiabile per lucaparo. Il motivo di tale scarso afflusso è però spiegato dalla presenza di Belen  fuori dallo stadio, intenta a spiegare come si pulisce un calamaro gigante, uno spettacolo che ha calamitato almeno 300 maschi friulani arrapati. Tornando al match Dinamo Tiuz si presenta con un ottimo 3-4-3 equilibrato e pronto ad attaccare le fasce, di contro Festina schiera un 4-4-2 con difesa registrata ma attacco piuttosto stitico. Il livello tecnico in campo è chiaramente a pannaggio del team cremonese, che avendo studiato bene i conterranei offre uno spettacolo bello e avvincente, riuscendo a passare in vantaggio dopo solo 17 minuti, grazie al finlandese Tierala. Sembrerebbe il preludio di una partita a senso unico, ma Festina da vecchio volpone resiste e non lascia il possesso di palla ai cremonesi, bloccando la partita di fatto sull'1-0. Dopo i primi 45 minuti Adolfsson, 35nne centrocampista di Dinamo Tiuz, inizia ad avere allucinazioni strane dovute ai ritmi troppo alti per un giocatore vicino alla pensione, così che il centrocampo della Dinamo inizia a fare acqua, dando troppo spago a Festina, che dai e dai alla fine riesce a mettere la palla dentro nonostante l'attacco in versione "volemose bene". Siamo al 77° e tutto ritorna punto e a capo, talmente punto e a capo che i restanti minuti le squadre rifiatano e si avviano verso i tempi supplementari. Una boccata d'aria, un gatorade, una banana e si rientra in campo, ma purtroppo per Dinamo Tiuz Adolfsson è passato allo stadio successivo alle allucinazioni: sbocco continuo e incessante. In questa situazione di uomo in meno  Festina si gasa e inizia a macinare gioco, non culminato sia per la scadenza delle punte sia per la trincea scavata dai difensori di Tiuz, ormai in ritirata completa dopo l'abdicazione a centrocampo del giovane Adolfsson (che tra l'altro radiomercato da in partenza direzione Gli Splendenti). Ma il calcio è strano e cinico e rispolvera il vecchio motto gol sbagliato gol subito, così al primo affondo la Dinamo Tiuz mette a segno il golden gol che chiude la partita e le sofferenze di Adolfsson, ormai ricoverato al reparto di reumatologia dell'ospedale di Udine. E' il delirio per gli uomini di Tiuz8, che finalmente si prendono le meritate soddisfazioni in Petrella, dopo aver visto il baratro da vicino in tutto il tempo supplementare, mentre per Festina c'è la beffa e il rammarico per aver sbagliato in più occasioni il golden gol che valeva il pass per gli ottavi di finale.

Sedici partite tirate, belle e intense, col gasometro a manetta e tanti tanti gol. Sono questi gli ingredienti della Coppa Petrella, e stagione dopo stagione i concetti si rafforzano, la voglia di vincere viene fuori, e i perculamenti diventano eterni. La prossima settimana in Friuli ci aspettano scontri davvero interessanti e incerti: Raspiduo riuscirà a confermarsi contro gli infiammatissimi Ballanza? Chi avrà la meglio fra grosseto city ramblers e Unistar? I catenacci di Materazzi e Schicchi ci daranno comunque spettacolo? Erode farà più di sette gol a Stoppardi? Come si vede tanti temi, tanta attesa che già sale per quello che si annuncia come un ottavo da finale da non perdere per nessuna ragione al mondo. Il gasamento è molto alto, questa Petrella di balneare non ha neanche il clima, figuriamoci l'atteggiamento. Ricordate di organizzare con Regole di Coppa in Friuli Venezia Giulia entro domenica, ce ne saranno delle belle!

Petrella is burning

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